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- "Il tuo popolo in cammino. La Parrocchia dal volto missionario" edizione il pozzo di Giacobbe di Salvatore Priola, Rettore e Parroco del Santuario Mariano Diocesano di Altavilla MIlicia e Direttore della Scuola Teologica di Base "S. Luca Evangelista" di Palermo.ottobre 28 alle 7:52 . Commenta 0 0
Questo saggio sulla parrocchia dal volto missionario, nasce con l'intento di voler offrire un contributo alla riflessione di tutti coloro che "vivono di parrocchia", che hanno trovato in essa una casa e, attraverso di essa, hanno scoperto di appartenere alla grande famiglia ecclesiale che ha, nel Dio di Gesù Cristo, un Padre ricco di amore e di misericordia. Un "cofanetto" di idee e di esperienze, che raccoglie i vissuti e gli insegnamenti di tanti fratelli e sorelle dai quali l'autore ha appreso l'arte della sequela Christi. Donne e uomini di Dio che hanno lasciato tracce indelebili ed esemplari, di intelligenza del mistero di Dio e di fedeltà all'unico Signore e Maestro della nostra
vita.
Un libro suddiviso in nove capitoli, che ripercorre e rilancia gli elementi fondamentali dell'attività pastorale e missionaria che una parrocchia è chiamata ad abbracciare, e dove - inoltre - vengono posti in risalto i limiti, i punti di forza e le tentazioni che mettono alla prova il tessuto ecclesiale del nostro tempo.
La struttura del testo è saldamente ancorata all'icona biblica della Visitazione, descritta nel vangelo di Luca: un punto fermo mariologico, questo, attorno al quale don Salvatore Priola ha costruito le pagine del suo libro, per aiutare il lettore a riconoscere il "volto missionario" della Parrocchia, accompagnandolo in un'interessante itinerario di spiritualità e di concreto rilancio pastorale.
Fonte Santuario Madonna della Milicia
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- vincenzo locascio ha creato un nuovo evento
i barboni della stazione termini
sabato, 6 ottobre 2018 - martedì, 6 novembre 2018 (UTC)
Posizione: Alergo delle Povere- Effettua il login o registrati
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- Oggi, presso il Museo "A. Pepoli" di Trapani, si è conclusa la mostra di Salvatore Caputo "Dal mare nel mare. Dialoghi equorei attraverso il tempo".settembre 16 alle 4:42 . Commenta 0 0
Come sintesi di questa esperienza espositiva, ecco il testo che la dottoressa Daniela Scandariato ha proposto in sede inaugurale.
Dal mare nel mare. Dialoghi equorei attraverso il tempo
Salvatore Caputo
Museo “A. Pepoli” 13 luglio-16 settembre 2018
La pittura di Salvatore Caputo è una pittura che si presta a più livelli di lettura. L’uomo della strada che si confronta per la prima volta con le sue opere con un approccio immediato, istintuale, privo di filtri o di sovrastrutture intellettualistiche ne ricava una profonda emozione, perché evidentemente la pittura di Caputo è una pittura universale, che sa toccare tutte le corde del cuore umano. Si rimane colpiti dalla luminosità intensa, talora abbagliante dei suoi paesaggi mediterranei, dalla compatta brillantezza dei suoi colori (i blu cobalto, le diverse gradazioni di verde, in cui talora esplodono le macchie di rosso dei cespugli fioriti), dalla suggestione dei suoi notturni al chiaro di luna. Tuttavia, se ci soffermiamo a sviscerarla in dettaglio, scopriamo il fascino di una pittura certamente colta, densa di sottili rimandi all’arte del Quattrocento (tra tutti Piero Della Francesca), alla metafisica, al surrealismo.
La mostra “Dal mare nel mare. Dialoghi equorei attraverso il tempo” propone una selezione di opere (tele, tavole, opere polimateriche) in cui il maestro ha inteso privilegiare il tema del mare, le suggestioni del paesaggio marino e non poteva essere altrimenti in una città che trae da sempre dal mare la sua linfa vitale. D’altra parte il mare è uno dei poli, dei nuclei tematici attorno a cui ruota la pittura di Caputo, il mare e la condizione di insularità, che è non soltanto sinonimo di isolamento ma è anche apertura al nuovo, alla diversità culturale. E non a caso quale simbolo della mostra è stato scelto il dipinto “L’idea della Sicilia”, un dipinto che sintetizza con pochi tratti (la scultura classica, i limoni, l’isola sullo sfondo) la condizione di insularità, e pone in primo piano due blocchi di pietra in una prospettiva inedita ed un varco, un varco verso l’altrove, verso l’arcano forse?
Ma il mare è anche il mare degli dei e l’isola, la Sicilia, è la terra del mito senza tempo. Il mito è appunto un’altra costante nell’opera del maestro, sin dalle sue creazioni giovanili. Il tema del mito (Afrodite, Demetra, Kore, Ecate) si associa all’idea di femminilità e di fertilità, la terra è la Gran Madre, la madre di tutte le cose. Così i paesaggi di Caputo sono spesso popolati da presenze femminili metamorfiche, connaturate alle rocce o alle fronde arboree, in un universo epicureo in cui la materia ci appare in perenne divenire. Tali temi non possono che trovare rimandi continui nel nostro territorio e nel nostro museo: il culto di Afrodite ericina, poi cristianizzato nel culto della Madonna di Trapani, il mito di Demetra e di Kore, cui si lega l’origine di Drepanon falce, il culto della Madre Terra, la cui apoteosi si ritrova nell’Allegoria della Terra di Abraham Brueghel, la grande tela di gusto barocco.
Il tema del mito, del mito femminile, prende forma e si incarna fisicamente anche nelle numerose sculture in pietra che prendono corpo nel paesaggio, investite dalla luce solare o lunare, talvolta corrose dai tarli del tempo; sono presenze isolate, mute, enigmatiche, che rimandano, pur nella diversità di contesto, alla pittura metafisica.
Queste enigmatiche sculture, così come i tronchi scanalati di colonne classiche che si profilano isolati all’orizzonte, rimandano ad un passato lontano, alla storia dell’uomo, così come i ruderi disseminati nel paesaggio o i segni di scritture arcane incisi sulle rocce. Dai paesaggi di Caputo l’uomo sembra dunque scomparso, tuttavia sono leggibili i segni del suo passaggio sulla terra.
Molte tele di Caputo sono caratterizzate da una fissità atemporale che rimanda alla pittura metafisica: vi si profilano solo pochi elementi (la piatta linea d’orizzonte, alberi dalle forme regolari, dai fusti geometrizzanti, tronchi arborei recisi, rimando simbolico al tema dell’assenza, isole sullo sfondo) e vi domina un’atmosfera sospesa e senza tempo.
Tuttavia, la pittura di Caputo sa anche essere in qualche caso spiazzante ed ironica, come nella migliore tradizione del surrealismo, cui il maestro senz’ombra di dubbio strizza l’occhio e liberamente attinge. Così lui si diverte a rappresentare lo spicchio di luna sospeso ad una corda, trasferendoci in una dimensione onirica o fiabesca. Caputo ama giocare con l’ambiguità del reale, ponendo allo spettatore degli interrogativi: così gli alberi in primo piano sono alberi o sono rocce? E i faraglioni all’orizzonte sono pietra o sono fronde? Il disco nel cielo è sole o è luna? Dunque la realtà è sempre ciò che sembra?
Daniela Scandariato
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- Tre importanti riedizioniluglio 25 alle 9:12 . Commenta 0 0
Marco Vannini: La morte dell'anima. Dalla mistica alla psicologia, Le Lettere, pagine 355, euro 20,00
Morte dell’anima è, nella tradizione mistico-filosofica, la fine del piccolo “io” e dei suoi legami, con la conseguente scoperta del fondo dell’anima, ovvero della sua vera essenza spirituale, divina.
Fin dall’inizio della sua storia in Grecia, l’esperienza dell’anima è infatti indissolubilmente unita a quella di Dio. Questa unione permane anche dopo l’emarginazione ecclesiastica della mistica, nella grande filosofia moderna da Cartesio ad Hegel, che produce una “scienza dell’anima” ove è ben presente la distinzione tra anima e spirito, con la capacità di offrire vera conoscenza di sé e, insieme, assoluta salus – salvezza e salute –, dell’anima stessa.
Priva del lato mistico, ferma al piccolo “io” e alle sue facoltà – dunque priva della conoscenza del fondo dell’anima –, la psicologia contemporanea è invece incapace di presentarsi come scienza e produce quella morte dell’anima che è la sua riduzione a psiche, con la scomparsa dello spirito e la conseguente immensa sofferenza “psichica” dei nostri tempi.
Il recupero dell’esperienza mistica è perciò essenziale per ricostituire un vero sapere dell’anima, che abbia la possibilità anche di guarirne il male.
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Angelus Silesius: Il pellegrino cherubico, Lorenzo de' Medici Press, pagine 296, euro 15,00
Medico e filosofo tedesco, di famiglia protestante ma pas¬sato al cattolicesimo e diventato prete, Johannes Scheffier (1624-1677), che assunse lo pseudonimo di Angelus Silesius (angelo della Slesia), è stato giustamente definito "versificatore di Eckhart", ma il suo Pellegrino cherubico è in realtà una sintesi completa della tradizione mistica occidentale. Esso fonde mirabilmente la riflessione di origine classica, soprattutto neoplatonica, filtrata attraverso i mistici medievali tedeschi, con i motivi più profondi della pietà cristiana. Il versante speculativo del Libro è stato altamente stimato da pensatori quali Hegel e Schopenhauer, e la sua profondità psicologica ha causato l'ammirazione di psicoanalisti come Lacan.
Il Pellegrino cherubico non è però un'opera facile: i suoi distici racchiudono spesso, nel breve spazio di due versi, concetti tra i più elevati del misticismo. La versione qui presentata, con l'accuratezza della traduzione e la ricchezza della Introduzione e delle note, permette al lettore la comprensione e il godimento di questo capolavoro della poesia tedesca e di quella spirituale di tutti i tempi.
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Margherita Porete: Lo specchio delle anime semplici, Le Lettere, pagine 470, euro 24,50
Solo ai nostri giorni lo Specchio delle anime semplici è stato attribuito a Margherita Porete, straordinaria personalità di donna, di cui, peraltro, sappiamo solo quel poco che risulta dal processo per eresia, per il quale fu bruciata a Parigi nel 1310.
Tra prosa e poesia, in forma di dialogo – anzi, di “contrasto” – il libro descrive i gradi del cammino d’amore dell’anima che cerca Dio, scoprendo la necessità di andare, per amore, oltre l’amore, ovvero, per Dio, oltre Dio, finché, nel completo distacco da se stessa, fattasi nulla, si trasforma in Dio stesso. Giudicata pericolosa e perciò occultata per secoli dalla condanna ecclesiastica, l’opera fu però nota ed amata da alcune grandi personalità della storia della mistica, come ad esempio santa Caterina da Genova, ed oggi, libera da censure, appare in tutto il suo rilievo. Non a caso anche Meister Eckhart, presente a Parigi nel medesimo periodo del processo e della morte di Margherita, trasse proprio dallo Specchio alcune delle sue tesi più radicali e paradossali sul nulla dell’anima e sul nulla divino.
La presente versione in lingua italiana, con originale a fronte, introduzione e un ricchissimo apparato di note, permette al lettore l’incontro con un libro ai vertici della spiritualità cristiana.
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- E' stata inaugurata ieri presso il museo A. Pepoli di Trapani la mostra "Dal mare, nel mare. Dialoghi equorei attraverso il tempo" di Salvatore Caputo.luglio 14 alle 4:58 . Commenta 0 0
Ospitata nella prestigiosa cornice del Museo trapanese, la mostra raccoglie, fra quadri e oggetti d'arte, trentasetteopere della produzione recente dell'artista siciliano.
L'idea da cui nasce questo progetto è quella del dialogo, come dovrebbe sempre accadere quando mostre d'arte contemporanea vengono allestite in Musei che raccolgono arte di secoli passati. In questo caso il concetto di dialogo viene declinato attraverso l'elemento che maggiormente caratterizza la Sicilia: non la terraferma, bensì il mare. La condizione di “isola”, qui, si lega strettamente a quella del “ponte”. In fondo, nell'ottica isolana, la terraferma è solo l'approdo che accoglie tutto ciò che il mare porta: ricchezze o guerra, semplici alghe o rosso corallo, nuovi popoli e nuove culture, a volte amichevoli a volte meno, ma pur sempre tassello di un mosaico costantemente in divenire. In un Museo come il Pepoli, in cui – fra le altre preziose collezioni – un'ampia sezione è dedicata ai coralli, impaginare una mostra sul mare, tema frequentatissimo da Caputo, è sembrato naturale. Così come è sembrato naturale inserire, nel tessuto espositivo, anche alcuni oggetti d'arte realizzati da Caputo su legni antichi e con una commistione di materiali, a ribadire questo incessante dialogo fra l'ieri e l'oggi, fra la natura e l'arte che è il filo conduttore di questa mostra.
La mostra sarà visitabile fino al 16 settembre nei seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 9 alle 17,30 (ultimo ingresso alle 17); domenica dalle 9 alle 12,30 (ultimo ingresso alle 12). Lunedì chiuso. Per informazioni:0923553269- Effettua il login o registrati
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- Danilo Fabbroni ha creato un nuovo evento
PRESENTAZIONE LIBRO
sabato, 9 giugno 2018 4:30 PM - sabato, 9 giugno 2018 5:30 PM (UTC)
Posizione: BERGAMO PRESSO DOMUS OROBICA- Effettua il login o registrati
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- Kalòs, la Sicilia dell'arte contemporanea, a Marsala (Chiesa di S.Pietro, via XI Maggio), dal 20 Maggio al 3 Giugnomaggio 17 alle 6:51 . Commenta 1 0
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- Alcune mie opere saranno esposte a Marsala. La mostra espositiva, a cura del prof. Franco Paliaga, sarà visitabile dal 20 maggio al 03 giugno 2018 presso la Chiesa San Pietro (Fondo edifici di culto) di Marsala. Per maggiori informazioni http://www.labzero4.itmaggio 16 alle 1:22 . Commenta 1 0
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Sole di stagione (Prospettiva Editrice, 2018) di Francesca Innocenzi Ho avuto l’occasione e il privilegio di leggere questa nuova opera di Fra...