"I nostri capitani coraggiosi: le tante storie degli esploratori italiani in un libro" di Franco Maestrelli

Viviamo in un’epoca in cui moltissime persone visitano paesi esotici e lontani. I mezzi di trasporto trasferiscono ogni giorno migliaia di viaggiatori in qualsiasi località del globo terrestre. La quantità dell’offerta delle agenzie di viaggio permette di raggiungere mete un tempo irraggiungibili. I racconti di viaggio della nostra cerchia di amici ci raccontano di Bali, Africa, Australia, Alaska, Groenlandia e persino del continente antartico (nella mia schiera di conoscenze ben due persone hanno messo piede pure là …). Comunicazioni e mezzi di trasporto hanno trasformato quella che era un’avventura in una forma di turismo di massa e di tanto in tanto si alzano grida di allarme per l’inquinamento delle pendici dell’Himalaya, del Monte Fuji e dell’Antartide. Gigantesche navi da crociera sbarcano masse di turisti nei porti esotici dell’America meridionale, dell’Africa nera e della lontana Asia.

Le nuove generazioni nate in questi primi anni del secolo XXI ignorano i ritmi di viaggio anche solo del secolo scorso. Ma sappiamo tutti bene, se non altro dallo studio del Milione di Marco Polo o dai romanzi avventurosi di Emilio Salgari che vi fu un tempo in cui le distanze rappresentarono una divisione netta tra i continenti del nostro pianeta: l’osservazione di antiche carte geografiche dove alcune terre erano segnate solo con un “hic sunt leones” oppure, in epoche più recenti, dove i Continenti erano solo quattro perché del quinto non si aveva contezza …

Proprio perché questa è l’epoca dei viaggi di massa, della voglia di vedere località esotiche, giunge a puntino il libro di Marco Valle, giornalista e scrittore curioso e da buon triestino anche infaticabile viaggiatore intitolato Viaggiatori straordinari. Storie, avventure e follie degli esploratori italiani, pubblicato nel gennaio 2024 dalle eleganti edizioni Neri Pozza di Vicenza (pagine 308, euro 20,00). Un saggio dotto e ben documentato con note e bibliografia ma che si legge come un romanzo grazie anche allo stile piacevole a cui ci ha abituato Valle nei suoi libri precedenti (cito solo i più recenti Suez. Il Canale, l’Egitto e Italia e Patria senza mare, una storia dell’Italia marittima).

 

Valle ci presenta “una galleria di esistenze estreme in cui ritroviamo un pezzo di memoria italiana. Significativa quanto oggi trascurata, talvolta dimenticata, spesso rimossa”, malgrado molti di questi personaggi avventurosi abbiano dato vita a musei colmi di reperti e cimeli che ancora oggi attirano visitatori. Se l’epoca d’oro degli esploratori fu il romantico Ottocento, il secolo precedente vide i grandi viaggi nei mari del Sud, da Tahiti all’Australia, dalle Hawaii alla Nuova Zelanda e all’Isola di Pasqua. Talvolta questi arditi navigatori compresero che la teoria del buon selvaggio di Jean Jacques Rousseau veniva smentita dallo sconosciuto mondo crudele come capitò a James Cook ucciso dagli hawaiani e poi smembrato e bollito …

La galleria di viaggiatori straordinari italiani (anche prima che ci fosse l’Italia) che ci offre Valle è ricchissima e non voglio togliere al lettore il piacere di scoprirla. Viaggiatori spinti dal desiderio di portare il Vangelo in terre lontanissime come il gesuita pistoiese padre Ippolito Desideri che nel 1716 giunse a Lhasa in Tibet, il cappuccino padre Guglielmo Massaia che trascorse trentacinque anni in Abissinia (dal 1846, regnante Menelik), don Patagonia al secolo padre Alberto Maria De Agostini, salesiano e fratello del geografo fondatore della casa editrice, conquistatore di vette sulle Ande Patagoniche e della Terra del Fuoco fin dal 1913.

Altri spinti dall’irrequietezza romantica post bonapartista o dal clima della nuova Italia come gli aristocratici Marchese Orazio Antinori che dopo la Repubblica Romana del 1849 cominciò a viaggiare l’Africa fino all’irrequieto Sudan, come il Conte Pietro Savorgnan di Brazzà che darà il nome alla capitale del Congo francese Brazzaville o come il famoso Duca degli Abruzzi. Borghesi agiati e irrequieti (e massoni) come il bergamasco Giacomo Beltrami che risalì per migliaia di chilometri il corso inesplorato del Mississippi in mezzo a foreste e a poco ospitali nativi. Avventurieri come Giovanni Battista Belzoni (anche lui massone) che alla ricerca della fortuna da Padova arriverà alle piramidi e compirà l’impresa di trasportare da Tebe d’Egitto in Inghilterra il colossale busto del faraone Ramses II (1818). Militari più amanti dell’avventura che della disciplina come Vittorio Bottego (il fiume Omo nell’Africa equatoriale porta il suo nome), o come il Comandante Umberto Nobile con la sua sfortunata e discussa impresa polare.

Valle ebbe anche occasione di intervistare Ardito Desio che nella sua lunghissima vita esplorò i deserti della Libia per cercare risorse estraibili e scalò le vette himalayane. Nel libro incontriamo tantissimi nomi che hanno lasciato la loro impronta nella lontana Asia, nell’Africa equatoriale contesa dalle potenze europee, sul pack polare e sul continente antartico, sugli oceani di tutto il mondo e sulle vette più alte. Alcuni hanno trovato tragica morte per mano dei nativi o delle malattie tropicali, altri tornati alfine in Italia hanno riportato relazioni scientifiche, cartografiche e moltissimi reperti che arricchiscono molti musei etnografici ed archeologici. Un libro appassionante consigliato a tutti gli amanti delle storie e dei viaggi, sia reali che intorno alla propria camera (alla Xavier de Maistre) sulle pagine di Salgari, Verne, Conrad , London, Stevenson e Kipling.

da: www.destra.it, 9 marzo 2024

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