Chiara Pasanisi, "L’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica 1935-1941" (Mimesis Ed.)

 

L’Archivio Storico dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, conservato presso il Centro Studi Casa Macchia di Roma, custodisce un ingente patrimonio documentario che si estende dai primi anni Trenta fino ai giorni nostri.

Nell’immediato secondo dopoguerra Andrea Camilleri, che frequentò l’Accademia come allievo regista, scriveva che “almeno la metà degli attori e dei registi che hanno dato fama internazionale al nostro teatro, sono passati da quelle aule, hanno indossato la tuta marrone di lavoro” (1957: 9-11), riferendosi a personalità quali Ave Ninchi, Aroldo Tieri, Orazio Costa, Aldolfo Celi, Vittorio Gassman, Luigi Squarzina, Nino Manfredi. Ancora oggi l’Accademia continua a formare i più noti attori del panorama teatrale e cinematografico nazionale. Il volume L’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica 1935-1941 (Mimesis Edizioni, 2021), tuttavia, indaga il periodo che va dal 1935, anno di fondazione della Scuola, fino al 1941, anno del discioglimento della Compagnia dell’Accademia, in cui debuttarono gli allievi attori e registi dei primi corsi. Il volume delinea, dunque, una microstoria, indagando parabole artistiche finora poco conosciute. L’analisi storiografica si focalizza sulle tecniche di recitazione che vennero impartite agli allievi che frequentarono i primi corsi della Scuola – desunte dall’analisi dei copioni –, evidenziando i punti di contatto con le pratiche teatrali di matrice capocomicale. L’analisi verte altresì sui primi spettacoli e le prime tournée che videro protagonisti i primi allievi dell’Accademia. Infine, attraverso un’Appendice, in cui è raccolto il carteggio inedito tra l’allievo regista Alessandro Brissoni e Silvio d’Amico, vengono ricostruiti i rapporti tra la nascente regia teatrale italiana e la regia di matrice europea. In particolare, le relazioni dei “viaggi d’istruzione” all’estero degli allievi registi, attestano che dalla fine degli anni Trenta, fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, gli allievi dell’Accademia si recarono presso le maggiori capitali europee per “imparare il mestiere” da registi-pedagoghi di fama internazionale come Jacques Copeau e Michel Saint-Denis. Le testimonianze relative a queste esperienze di formazione, che per decenni erano rimaste conservate nei faldoni dell’Archivio Storico dell’Accademia, svelano come “la giovane regia italiana” (Prosperi, 1947: 215-220), da un lato mantenne e valorizzò alcune tecniche afferenti alla tradizione grandattorica, dall’altro seppe trarre ispirazione dai moderni venti riformatori, importando in Italia, le pratiche sceniche apprese all’estero.

Pin It

Potrebbero interessarti

Articoli più letti

Questo sito utilizza Cookies necesari per il corretto funzionamento. Continuando la navigazione viene consentito il loro utilizzo.