Giuseppe Zanghi, "Cristo piena umanità-Nuova lettura di Dom Francesco Pollien" (Ed. d’Ettoris) - di Salvatore Graci

Nuova lettura di Dom Francesco Pollien in un lavoro di Giuseppe Zanghi

Cristo piena umanità

E’ stato recentemente,  pubblicato per i tipi dell’editore D’Ettoris, il volume “Cristo piena umanità-Nuova lettura di Dom Francesco Pollien” dell’autore  Giuseppe Zanghì, presbitero del clero di Messina, con prefazione di Mons. Cesare Di Pietro Vescovo Ausiliare di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela.
Il volume presenta l’interessante figura del monaco certosino Francesco di Sales Pollien (1853-1936) vissuto in un periodo storico, come evidenzia l’autore, caratterizzato dal liberismo ateo ed anticlericale, che abbracciava tutti i settori della società ed il cui assunto fondamentale era quello della cd. ”coscienza autonoma”, che promuoveva l’autodeterminazione assoluta dell’uomo, padrone  del proprio destino, senza alcuna prospettiva ultraterrena; triste retaggio del razionalismo e dell’illuminismo dei secoli precedenti, che aveva permeato l’intera  società.  Inoltre, anche i fedeli cristianivenivano già da tempo esposti al contagio del “modernismo” tardo risorgimentale, che inculcava una visione materialistica, quindi immanente dell’esistenza, che pur riconoscendo l’esistenza di Dio, ne predicavala lontananza dalle suecreature; quindi, di fatto, ne orientava l’agire autonomamente. Pollien nei suoi scritti mise in guardia i cristiani anche dalla cosidetta ”fede emozionale”, fondata più sul sentimentalismo che sui princìpi, quindi povera o assente di solide basi dottrinali. Per queste ragioni il certosino cercò di diffondere nelle sue opere l’importanza dei princìpi di sana dottrina che, affermava apertamente “o sono o non sono”; lasciando intendere chiaramente la non negoziabilità di essi, in quanto valori fondanti non soltanto la vita cristiana, ma la stessa natura umana. Allo stesso tempo riconosceva che i princìpi vanno calati nelle vicende concrete della natura umana, indebolita dal peccato, quindi bisognosa di Grazia e di Misericordia. Pertanto il suo motto era: ”Fermezza nei principi e dolcezza nei mezzi”. Infatti, Pollien, avendo svolto il ruolo di animatore di giovani nei primi anni del suo ministero sacerdotale, aveva verosimilmente applicato gli insegnamenti di San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra al tempo della Controriforma cattolica, ovvero la fermezza eallo stesso tempo la dolcezza, nel porgere i princìpi ai ragazzi.

L’autore Zanghì mette in risalto la scelta del Pollien di dedicarsi i primi 7 anni del ministero presbiteriale (1877-1884)all’apostolato giovanile, per poi rispondere alla “chiamata contemplativa”chiedendo di essere ammesso alla Certosa di Grenoble ed assumendo,insieme ai voti di monaco certosino, il nome di Francois de Sales Pollien, probabilmente in segno di devozione al Santo cui si era ispirato e avrebbe fatto sempre riferimento nella propria attività apostolica.L’obbedienza lo chiamerà in diverse certose della Francia e di altre città europee, dopo la chiusura di quelle francesi disposta dal Governo anticlericale di fine 800.Terminerà la propria vicenda terrena in Italia, nella Certosa di Serra San Bruno, dopo avervi trascorso un lungo periodo dal 1914 al 1936.Per dovendo spesso ricoprire ruoli importanti e delicati nel proprio ordine religioso non tralasciava maila preghiera, la mortificazione e l’osservanza della stretta e claustrale regola certosina, dedicandosi anche all’apostolato spirituale mediante la penna. Infatti tra le mura dei monasteri in cui visse nasceranno numerose opere, veri e propri tesori di profonda spiritualità cristiana, di cui soltanto alcune saranno pubblicate: “Cristianesimo Vissuto”, “La Vita Interiore Semplificata”, “La Pianta di Dio”… Si tratta di scritti caratterizzatida una profonda radice Cristologica, in cui, egli afferma,ogni uomo -ed in modo particolare il cristiano- è costitutivamente innestato,  in virtù della partecipazione al mistero dell’Incarnazione e della Redenzione del Figlio di Dio, Gesù Cristo.

Secondo Pollien, infatti, la fedeltà alla Grazia ricevuta nel battesimo, la consapevolezza del “fine” cui tende la natura umana, cioè la Gloria di Dio e la partecipazione ad essa dell’uomo che si apre generosamente all'opera della Grazia santificante, rendono l’uomo pienamente umano. Infatti, egliattingendo alle Fonti della Grazie e seguendo la “via”, che è il Verbo incarnato ed usando i “mezzi” rappresentati dai vari aspetti della creazione, si trova a vivere, pienamente la propria umanità, di creatura innestata in Cristo, in unione al Padre e allo Spirito Santo.

La prospettiva cristologica indicata nelle opere di Pollien, sottolinea l’autore, non è circoscritta soltanto al popolo cristiano, ma coinvolge ciascun membro della famiglia umana. Infatti egli afferma che,soltanto seguendo Cristo Via, Verità e Vita si potrà realizzare un umanesimo dal volto veramente e pienamente umano. Di conseguenza le società non seguiranno più altri falsi umanesimi, che quasi sempre hanno portato non la libertà e l’autodeterminazione che promettevano, ma il dominio dell’uomo sull’uomo.

Affinché tale disegno salvifico si possa realizzare è necessario che la fede, tramite la diffusione di sani princìpi, diventi cultura; soltanto in questo modo potrà essere, come ebbe a dire San Giovanni Paolo II, interamente accolta e pienamente vissuta in Gesù Cristo, piena umanità.

Pin It

Potrebbero interessarti

Articoli più letti

Questo sito utilizza Cookies necesari per il corretto funzionamento. Continuando la navigazione viene consentito il loro utilizzo.