“All’arte contemporanea resta un problema irrisolto” di Vincenzo Gennaro
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- Category: Arte e spettacolo
- Creato: 03 Novembre 2018
- Scritto da Redazione Culturelite
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All’arte contemporanea resta il problema di capire la sua essenza e la ragione della sua esistenza. L’artista post moderno cerca come un bambino orfano, nelle macerie della città distrutta il cadavere della propria madre ed il suo problema è quello che nell’olocausto nucleare dell’arte, cioè dopo la distruzione di tutti i valori ed i parametri perseguita ossessivamente e selvaggiamente sin dall’inizio del secolo scorso senza alcuna pietà ne ripensamento, tutti cadaveri sono uguali e quindi non può riconoscerlo.
Tutta l’arte degli anni ottanta e novanta è però pervasa come da un fremito di riscatto. In Italia transavanguardia, nuovi nuovi, pittura colta, ipermanierismo cercano risposte diverse alla questione della agonia dei valori ma non le trovano. L’arte povera muore dilaniata dalle sue stesse contraddizioni interne ,quando la sua teoria che la voleva umile e povera si contraddice con la prassi che la fa diventare bene di lusso inaccessibile .
La body art soccombe per propria mano, per autodistruzione, riversando su se stessa e sul corpo dell’artista l’angoscia della morte di tutta l’arte moderna. Essa in buona sostanza si suicida prima della ineluttabile fine naturale.
Così l’arte concettuale, che trincerata a riccio nella sua severità problematica di leader autoritario delle arti, fedele a Duchamps e a Reihardt, fa la fine appunto del sacerdote senza fedeli, senza più seguaci, né audience, che dialoga impazzito con se stesso sino alla morte dando vane risposte a domande ancora più inutili, perché capisce che non ha più nessun argomento di persuasione per riportare i fedeli nel suo grembo. Arte povera, body art e arte concettuale concludono nel loro annientamento le tematiche del moderno e consegnano a noi i loro feretri e i documenti della loro fine . Così noi artisti sopravvissuti all’olocausto abbiamo organizzato la resistenza e la nostra lotta di liberazione ,abbiamo eretto invalicabili difese per non cedere mai più un solo millimetro della nostra autonomia ,della nostra libertà e del nostro territorio che è anche il territorio dell’anima , l’artista oggi lavora freneticamente per riprendere possesso di sé ,lavora per la sua catarsi e la sua purificazione ecco perché anch’io mi oppongo pervicacemente ad ogni convivenza fra arte e mercificazione volgare come cerca di attuare il sistema della arti ispirato dal cinismo del puro interesse calcolatorio.