Gaetano Barbarotto, “Meraviglie del mare” - di Anna Maria Esposito

 

Nella sala della Fonderia Oretea alla Cala di Palermo, dal 27 settembre a 1° ottobre, si è tenuta questa bellissima esposizione. 

Barbarotto è tornato nella sua terra dopo una carriera condotta nel nord Italia, satura di soddisfazioni; adesso ha deciso di riannodare le radici della sua storia, risvegliare le antiche amicizie e far conoscere il proprio lavoro. 

Per questa esposizione ha scelto un soggetto che ovviamente ama moltissimo, il mare, anzi per meglio dire, le meraviglie del mare. 

Artista che infatti ha mantenuto un atteggiamento da bambino di fronte alla meraviglia del creato. 

Egli, nel suo amore per il mare, concepisce le immersioni come un modo per entrare in comunicazione profonda con questo particolare aspetto del mondo naturale.

E quando s’immerge la sua capacità artistica gli permette di vivere quest'esperienza in modo analogo allo scavo di un minatore alla ricerca di metalli preziosi. Osserva con attenzione e utilizza una sua dote, la memoria fotografica. Quando poi emerge, nella pace del suo studio, intende riproporre i momenti di magia e mistero che ha vissuto sotto la superficie, dove ha osservato pazientemente le creature marine, e forse anche immedesimandosi in esse.

Ciò che riporta, ma saturo di amore, è la selezione di visioni operata dalla sua memoria: ripropone flash luminosi, e i banchi di pesci sono guizzi argentati che subito si perdono nel blu che si richiude dietro essi.

Nonostante questa rapidità ha analizzato i colori che hanno impressionato il suo spirito di osservazione. Ma colori sorprendentemente diversi da trattazioni analoghe di un tema così popolare, selezionati con la sapienza del pittore esperto.

Ciò che ricrea sono epifanie misteriose, appunto “Meraviglie del mare”: e ogni essere e  bagliore di luce a un’osservazione più attenta mostra colori nascosti che appaiono improvvisamente, inaspettati e stupefacenti; 

 Nella pace del mondo sotto la superficie vivono, Innocenti, creature al cui interno palpitano anime segrete,  che attingono a sistemi di pensiero primitivi, certi, assoluti ed immutabili. 

Trasparenze che diventano iridescenze accarezzate  con amore dell’artista che dalla sua perizia tecnica, sviluppata in anni ed anni e sua fonte di sostentamento, attinge le abilità per mostrare ciò che a noi, creature di terra, è precluso.  

Certi doni sono riservati soltanto ad  alcuni privilegiati, che con vero tremore osservano il mistero che eppure trapela ovunque volgiamo lo sguardo, che rinunciamo a indagare per incapacità e incredulità.  

Per questo racconto, egli ha scelto nelle sue opere un  medesimo formato.  E come avviene anche per le opere di Monet disposte lungo le pareti dei luoghi di esposizione, esse  avvolgono chi ne gode con le loro vibrazioni, permettendo di gustare atmosfere umide e subacquee. 

Pesci e coralli come apparizioni, il silenzio e il fresco del mare. 

Insomma, un gesto di purezza consapevole, comunicata attraverso la nobiltà dell’arte vera, in questa serie dall’eleganza sofisticata e concisa.

Attendiamo di assaporare i suoi nuovi racconti. 

 

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