“La Dama Scarlatta. Un mio omaggio a Crowley” di Piero Montana

Nella mia giovinezza, dopo aver letto il bel libro di Frances Yates, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, mi sono interessato ai testi che questa autrice proponeva come indispensabili per un’autentica comprensione della filosofia di questo nostro grande ed eretico pensatore.
Fu così che mi procurai La filosofia occulta o la magia di Agrippa di Nettesheim, libro assai raccomandato dalla Yates.
Nella lettura di quest’opera scoprii allora che in molte pagine delle opere magiche del nolano (La magia matematica, La magia naturale, Articoli sulla magia, I vincoli in genere, La lampada delle trenta statue) (1) il nostro filosofo, ai limiti del plagio, aveva ricalcato il pensiero di quel che di certo era stato un suo segreto maestro: Agrippa, quell’ Agrippa che in vita come in morte fu talmente diffamato al punto che si finì per ritenerlo il principe dei maghi neri e degli stregoni.
Agrippa in vero fu solo un teorico della magia, da lui ritenuta una scienza anzi «la vera scienza, la filosofia più elevata e perfetta, in una parola la perfezione e il compimento di tutte le scienze naturali» (2), una scienza che nell’antichità aveva avuto altri illustri teorici e sostenitori.
A riguardo ecco alcuni dei nomi che il nostro presunto mago nero in questa sua opera ci fornisce: Ermete Trismegisto, Porfirio, Giamblico, Plotino, Proclo, Orfeo di Tracia, Apollonio di Tiana e Osthane, << di cui Democrito Abderita ha commentato e posto in luce le opere che erano sepolte nell’oblio>>, completando poi questa lista con i nomi di Empedocle, di Pitagora e di Platone. Di questi ultimi due viene a precisare: << si sa che Pitagora e Platone invitarono presso loro per apprenderla sacerdoti di Menfi e che visitarono tutta la Siria, l’Egitto, la Giudea e le scuole Caldee per non ignorarne i grandi e misteriosi principi e per possedere una tale scienza divina.>> (3)
Che dire dunque della magia? E’ giusto ancora oggi relegarla nell’ambito dell’irrazionale, venendo così a relegare in quest’ambito una parte di certo considerevole della tradizione del pensiero occidentale, che come testimonia la filosofia di Platone pur si fondava su delle categorie logiche, le stesse categorie che portano Agrippa a definire la magia una vera e propria scienza?
Leggendo alcune delle opere dei “maghi” elencati da Agrippa, leggendo I misteri degli Egiziani di Giamblico, La filosofia rivelata dagli oracoli di Porfirio, personalmente ho costatato che queste non difettano affatto di ragione, che esse anzi sono state elaborate, ricorrendo alle categorie di una logica stringente, una logica che tuttavia non ha rinunciato ad indagare su un campo per lo più sconosciuto ed inesplorato.
Al fondo di ciò che chiamiamo irrazionale- e questa è la mia personale convinzione- c’è una logica sconosciuta solo in quanto aprioristicamente ci siamo preclusi di conoscerla.
Questo in fondo, anche se detto diversamente, è quel che sostiene nei suoi libri straordinari (I greci e l’irrazionale, Parapsicologia nel mondo antico) Eric R. Dodds, un pensatore serio e uno dei massimi studiosi nel Novecento della filosofia greca, di cui Festugière all’inizio della sua monumentale opera La rivelazione di Ermete Trismegisto così scrive: <<… è un piacere ed un onore per me iscrivere il suo nome in testa a questo mio libro…>>
Forte dunque di questa mia convinzione ed avendo già acquisito un debole per la magia, in piena coscienza ho voluto travalicare i limiti angusti che ancor oggi la cultura dominante impone nel suo conformismo.
Mi sono così avventurato in un territorio proibito, incoraggiato in questa mia avventura da alcuni scritti di quel che per me è stato uno dei miei maestri spirituali, Julius Evola. (4)
Il territorio proibito di cui parlo è quello della magia nera, ed uno dei suoi abitanti, famoso più per via delle sue eclatanti provocazioni, e non per i suoi libri e il suo autentico pensiero, è stato nel nostro tempo Aleister Crowley.
Non è qui il caso di parlare della “filosofia” di Crowley. Di essa basta dire che è fondata in gran parte sulla magia sessuale, di cui era venuto a conoscenza con l’iniziazione al tantrismo in uno dei suoi viaggi in India.  Ma nel tantrismo ci sono due sentieri, anche se entrambi conducono all’illuminazione.
Ora il sentiero imboccato da Crowley non è stato quello della mano destra, bensì quello della mano sinistra.
Di certo Il sentiero più pericoloso, perché contrariamente a quello di destra, le cui pratiche ortodosse vengono prescritte ed incoraggiate dai Veda, quello della mano sinistra permette tra l’altro ai suoi adepti ed iniziati finanche un eccessivo consumo di droghe e di sesso finalizzato allo scatenamento di forze, che solo in quanto padroneggiate possono indurre nell’uomo un sentimento di potenza, da cui conseguire anche dei risultati magici.
Chiaramente per la sua pericolosità nel tantrismo un tale sentiero viene indicato solo a pochi, a quei pochi che possono davvero trasmutare i veleni delle droghe e di un’intensa (non comune o normale) esperienza sessuale in elementi salutari e anzi tali da incrementare la potenza vitale dell’individuo.
Nel pensiero di Crowley ha grande rilievo la figura della Donna Scarlatta. Non è difficile individuare la donna a cui il nostro si riferisse nel chiamarla così, giacché essa costituisce l’opposto del Mega Therion (la Grande Bestia) ossia l’altro esecrabile polo di una coppia infernale.
Tutta la magia sessuale di Crowley si fonda pertanto sull’esasperazione di questi due opposti, dove si può ben vedere che non si tratta più dell’uomo o della donna, ma dell’incarnazione di grandi forze negative e pertanto maledette da convertire tuttavia, nell’adempimento rituale di una scatenata sessualità, in una sorta di energia sovrannaturale. (5)
Nella mia opera La Dama Scarlatta (1994), che è un omaggio a Crowley, mi sono semplicemente lasciato sedurre dal fascino misterioso, enigmatico di questo personaggio della Bibbia, personaggio in cui, proprio per la sua aura “abominevole” (6), il nostro Mega Therion trasfigurava le sue donne. 
E’ dunque nello stato di una tale patologica malia, che sono ricorso allo strumento dell’arte per dare forma a quel caos distruttivo dentro di noi, che Tillich (7) chiama il demoniaco, nel tentativo di esternarlo, di portarlo, sia pure in qualche sua figura, di certo inquietante, fuori di me.
La Dama Scarlatta faceva parte della collezione privata del compianto Aurelio Pes, uomo di fine intelletto e di spiccate qualità poetiche e letterarie, i cui libri sono stati pubblicati dalla casa editrice Novecento. 
Di questa mia opera oggi, essendo morto il proprietario, non ho più alcuna notizia. Mi consola tuttavia il fatto di possederne una copia, che avevo provveduto a realizzare, prima di affidargliela.
 
 
 
 
1) I libri di Bruno sulla magia sono stati tutti pubblicati nel 2000 dalla casa editrice Adelphi in un unico volume con il titolo Giordano Bruno Opere magiche.
2)        Enrico Cornelio Agrippa, La filosofia occulta o la magia, libro primo-capitolo II, pag. 4, edizioni Mediterranee, 1988
3)        Ibidem, pg. 5-6
4)        Si legga a riguardo l’opera in tre volumi Introduzione alla magia a cura di Julius Evola, edizioni Mediterranee, 1990
5) Riguardo a tale energia così scrive Evola nella prefazione alla biografia di Crowley, La Grande Bestia, scritta da Johns Symonds: << Anche l’orgasmo valeva per lui (Crowley) come una specie di <<sacramento>> e l’eccesso come un mezzo per avvicinarsi alla trascendenza.>>
A Crowley Evola ha pure dedicato pagine illuminanti in Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo e Metafisica del sesso, entrambe pubblicate dalle edizioni Mediterranee.
6) La Donna Scarlatta nell’Apocalisse di Giovanni è detta << la madre delle prostitute e delle abominazioni della terra.>>
7) Paul Tillich, Il demoniaco, edizioni ETS, 2018
 
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