"La Divina Commedia di Ino Cardinale" - di Antonella Lupo

 

 

 

 

Tre Atti, tre serate in un’atmosfera oserei dire quasi Dantesca per il clima, l’acustica i colori, le scenografie, le coreografie un cast di 187 attori, in scena nell’atrio di Palazzo D’Aumale in Terrasini.

Parliamo di lei sua maestà la Divina Commedia questo monumentale capolavoro dantesco, massima espressione di tutta la letteratura italiana. L’opera è divisa in tre cantiche, INFERNO, PURGATORIO E PARADISO.

L’inferno, dove DANTE ha per guida spirituale VIRGILIO che discendendo dal luogo incontrano i dannati, colpevoli di delitti sempre più gravi, i personaggi sono storici, mitologici, ma anche contemporanei che dilaniavano in tutti i comuni italiani. Lo sdegno di Dante, si appunta in particolare modo contro la corruzione del clero e del papato, più propensi ad occuparsi dei beni temporali che alla salute spirituale della cristianità. È proprio in quest’atto della Divina Commedia di Ino Cardinale che si vede entrare nel girone esiliato in fondo, Lucifero il ribelle, l’angelo del male vestito da PAPA.

Ed ecco dopo la discesa degli inferni Dante risale nell’emisfero astrale, dove sorge la montagna del PURGATORIO, ove ci sono coloro che macchiati di colpe minori e che aspettano di salire al cospetto del Creatore e prendere posto tra i Beati. E quest’atto termina con l’incontro di Dante e Beatrice all’ingresso dell’Eden, che alla sua visione sviene.
Giunti al terzo atto si arriva al sospirato PARADISO Terrestre, dove la narrazione del viaggio lascia il posto ad allegoriche mistiche nel ruolo dei due massimi poteri del tempo, l’impero e il papato e sulla confusione dei loro rispettivi ruoli. Ed è proprio qui che il fedele Virgilio incoraggia Dante ad incontrarsi con Beatrice, che è oramai una figura celestiale.

Notevoli alcune narrazioni in cui l’Autore usa appropriatamente l’idioma siciliano.

 

 

 

 

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