“Dal dialogo dei Meli: i dissoi logoi e il diritto del più forte” - di Carmelo Fucarino

Lascio a voi la scelta del più forte. Il discorso è più articolato e brutale, riguardo alle posizioni della democrazia del 34% di Biden (record 67% dei richiedenti voto, in USA si deve richiedere) e quella assoluta del 100% del neo-zar Putin. Xi Jinping se la ride sotto i baffi e tace. Allora era Tebe la terza potenza in attesa. Lì, in mezzo i cittadini dell’isoletta di Melo, sì, quella della splendida Afrodite, facenti parte della Lega Attica (la Nato di Atene), sterminati nel 416 a.C. dalla cosiddetta democrazia degli Ateniesi “puri”, solo le tre tribù originarie, esclusi schiavi e meteci-immigrati, in contesa di potenza con la Sparta della diarchia monarchica, anche loro dei fondatori razziali. Sappiamo come andò a finire il duello dal porto di Ortigia a Siracusa e lungo il fiume Asinaro fino all’abbattimento delle mura di Atene, in una guerra di trenta anni, detta del Peloponneso e interamente narrata da Tucidide nella versione ateniese. I Meli volevano uscire dalla Lega attica-Nato.
Oggi, diciamo da anni, il pomo della discordia è l’Ucraina, nella guerra cominciata fredda tra la dittatura comunista di Stalin e l’America-Nato e al riguardo chiusa dai 13 punti degli accordi di Minsk tra settembre 2014 e febbraio 2015. Si dice che da Sigonella base militare USA sono partiti i primi droni, evitano i rischi della propria pelle e annientano il nemico. Dove cadranno? Sapranno evitare i danni collaterali degli alleati? Noi satelliti siamo presenti con truppe in tutti gli scacchieri di guerra. Noi dell’art. 11 della Costituzione? Sì, con quella bufala della pace siamo stati anche noi ad ammazzare iracheni: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Ma, diciamo, il nostro è un Ministero della difesa e i nostri soldati sono ormai dipendenti dello Stato (ma sempre figli di mamma). Mi fermo a riflettere e non ci sto con la testa: ma siamo ancora noi o quelli della clava e delle caverne? E vivo davanti agli occhi la nave da guerra che ci mostrarono in mare, sempre gli amici di casa Americani, la  nave russa di Nikita Sergevič Chruščëv che portava i missili a Cuba richiesti per difesa da Fidel Castro in conseguenza dell’invasione alla baia dei Porci, ove si creò, c’è, nonostante le belle promesse di Obama, Guantanamo. Era un attentato alla sicurezza della pace mondiale. E Krusciov abbozzò davanti al giusto ragionevole diktat di John Fitzgerald Kennedy. Stravedevo allora per la democrazia USA e piansi quel pomeriggio all’annunzio alla radio del suo assassinio.
«89. Ateniesi: Da parte nostra, non faremo ricorso a frasi altisonanti; non diremo fino alla noia che è giusta la nostra posizione di predominio perché abbiamo debellato i Persiani e che ora marciamo contro di voi per rintuzzare offese ricevute: discorsi lunghi e che non fanno che suscitare diffidenze…
104. Meli: “Anche noi (e potete ben crederlo) consideriamo molto difficile cimentarci con la potenza vostra e contro la sorte, se non sarà ad entrambi ugualmente amica. Tuttavia abbiamo ferma fiducia che, per quanto riguarda la fortuna che procede dagli dèi, non dovremmo avere la peggio, perché, fedeli alla legge divina, insorgiamo in armi contro l’ingiusto sopruso; quanto all’inferiorità delle nostre forze, ci assisterà l’alleanza di Sparta, che sarà indotta a portarci aiuto, se non altro, per il vincolo dell’origine comune e per il sentimento d’onore. Non è, dunque, al tutto priva di ragione la nostra audacia”.
105. Ateniesi: “Se è per la benevolenza degli dèi, neppure noi abbiamo paura di essere da essi trascurati; poiché nulla noi pretendiamo, nulla facciamo che non s’accordi con quello che degli dèi pensano degli uomini e che gli uomini stessi pretendono per sé. Gli dèi, infatti, secondo il concetto che ne abbiamo, e gli uomini, come chiaramente si vede, tendono sempre, per necessità di natura, a dominare ovunque prevalgano per forze. Questa legge non l’abbiamo istituita noi, non siamo nemmeno stati i primi ad applicarla; così, come l’abbiamo ricevuta e come la lasceremo ai tempi futuri e per sempre, ce ne serviamo, convinti che anche voi, come gli altri, se aveste la nostra potenza, fareste altrettanto.» (Tucidide, 460 – 395 a.C.,  La guerra del Peloponneso, V, 85-114, per chi voglia leggere tutto il chiaro, palese e cinico dialogo, senza fakes alla Magioni, promossa dal governo Draghi direttrice di TG1 ammiraglia. Vi ricordate? Era giornalista, detta con forte e un po’ osceno simbolismo, “embedded” degli americani a Bagdad, mentre gridava dal celebre hotel della stampa Palestine, “ci vogliono ammazzare!”, cioè Saddam, del quale sappiamo oggi la verità, quella alla Tony Blair, per il quale si chiede di togliergli in titolo di sir, e quella dei nostri collaboratori in nome della Nato. Silenzio.).
Pin It

Potrebbero interessarti

Articoli più letti

Questo sito utilizza Cookies necesari per il corretto funzionamento. Continuando la navigazione viene consentito il loro utilizzo.