“Il bene culturale è ricerca, identità e apprendimento. Un legame stretto tra cultura e scuola. Una proposta per il Mibact” di Pierfranco Bruni*

 
Occorre aprire un serio dibattito, soprattutto in questa fase, sui beni culturali e sulle nuove prospettive di sviluppo. Beni materiali e immateriali non possono vivere slegati. È necessario rivedere, in termini prospettici, il rapporto tra scientificità e didattica del patrimonio storico nelle sue diverse sfaccettature.  È arrivato il tempo in cui i beni culturali  possono realmente diventare punto di riferimento tra le aree mediterranee e nord- europee attraverso un serio confronto e rapporto tra le identità occidentali ed europee.
Ciò è possibile se si riesce a guardare ai processi storici ed ereditari non separando più la cultura immateriale con quelli materiale come sancito, invece, dalle stesse normative del Mibact.

Questo è necessario perché se si pensa ad una area archeologica o a un centro storico (definito tale), questi non possono essere studiati soltanto sul piano materiale come processo soltanto "oggettuale", ma bisogna entrare nelle viscere di una identità che è fatta di linguaggi, tradizioni, interpretazioni dei popoli che hanno abitato tali spazi.
Una antropologia archeologica, o una antropologia dell'archeologia, diventa fondamentale.
L'antropologia, come genere di una cultura immateriale, avrebbe un ruolo fondamentale sia per i valori intrinseci sia per una conoscenza diretta del territorio.
Il territorio stesso è custode del bene immateriale che si sviluppa nel materiale e viceversa. Dovremmo parlare di Bene culturale pensandolo come modello unitario di materiale e immateriale, senza più creare classificazione di generi.

Ormai bisognerebbe necessariamente superare i generi. Una biblioteca, un esempio soltanto anche se potrei farne  a meno, contempla sia l'uno che l'altro. Ma è tutto il materiale che va sotto il nome di bene culturale che lega le culture in una omogeneità pur nelle loro specificità.

Un territorio contempla questi tipi di linguaggi e di caratterizzazioni. Un dato significativo è anche nelle geografie che presentano realtà etiche che costituiscono un asse di radicamento tra appartenenze diffuse e realtà autoctone.

Il Centro Studi  e Ricerche Francesco Grisi sottolinea una proposta che unisce il patrimonio culturale materiale con quello immateriale offrendo una chiave di lettura sul concetto nuovo di Bene della Cultura o Patrimonio identitario di una Nazione senza più alcuna separazione.

Da qui l'incontro tra economia conoscenze e cultura diventa rivelante sia sul piano scientifico sia su quello didattico, aprendo nuove vie a piattaforme di programmazioni economiche che sappiano guardare chiaramente alle culture con sviluppi innovativi e processi rinnovabili. In sintesi. Si ritorni sul concetto di bene culturale legando in un unico processo identitario il patrimonio materiale  e la cultura immateriale.
Una proposta per il Mibact. Una proposta che debba coinvolgere il mondo della scuola. Bisogna creare un canale che guardi con molta attenzione alla didattica e conoscenza dei beni culturali attraverso una sinergia tra cultura e scuola. Questo è possibile se si riesce, attraverso professionalità appropriate, chiarire il legame tra ricerca e apprendimento. In fondo il bene culturale ingloba entrambi i campi.
 
 
*Presidente Centro Studi e Ricerche Francesco Grisi 
 
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