L'Ordine del Merito di S. Giuseppe e la sede vacante del 1846
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- Creato: 21 Marzo 2018
- Scritto da Redazione Culturelite
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di Gionata Barbieri
Mi piace scrivere su un aspetto storico, condiviso tra numismatica, araldica e materia cavalleresca, che quasi sempre è passato inosservato, anche agli occhi di grandi autori.
Il personaggio, celeberrimo e pio, di cui narro è il Cardinale S.R.E. Tommaso Riario Sforza, patrizio napoletano (nato nel 1782) ma romano di adozione, figlio del Duca Nicola (III dei Riario Sforza, VI Marchese di Corleto, VI Barone di Montepeloso...) e di Giovanna dei Principi di Somma di Colle.
Egli ricoprì, nel tempo, numerosi incarichi prestigiosi, fu infatti Protonotaro Apostolico della Congregazione del Buon Governo, membro della Commissione di Stato per la restituzione dei Beni della Seda Apostolica e sottratti dai napoleonidi durante la Restaurazione, Prelato Aggiunto della Congregazione del Concilio, Maestro di Camera del Pontefice Pio VII, Consultore della Congregazione di Propaganda Fide, fu creato cardinale nel concistoro segreto del 10 marzo 1823, mentre nel successivo 13 marzo ricevette la berretta cardinalizia in concistoro pubblico.
Fu membro delle congregazioni di Propaganda Fide, di Disciplina dei Regolari, della Consulta e del Buon Governo; fu Prefetto dell’Economia di Propaganda Fide, membro della Congregazione per la Ricostruzione della Basilica di S. Paolo fuori le Mura, della Congregazione del Cerimoniale, della Congregazione delle Acque e della Congregazione Economica, ricoprì inoltre la carica di presidente della temporanea commissione dei sussidi di carità ai disoccupati di Roma. Legato Apostolico e membro dell’Accademia di Religione Cattolica e della Congregazione del Censo, partecipò a vari conclavi,
L'incarico forse più famoso che ricoprì e di cui oggi scrivo è quello di Camerlengo di Santa Romana Ecclesia, nomina ottenuta nel giorno 3 Aprile 1843 dal Papa Gregorio XVI e mantenuta fino al suo trapasso (1857), insieme al ruolo annesso di Arcicancelliere dell'Università romana della Sapienza. Annunciò il 17 giugno 1846 l'elezione al soglio petrino di Papa Pio IX e come camerlengo fu Consiglio dei ministri degli Stati pontifici, in qualità di responsabile del dicastero del Commercio, Belle Arti, Industria e Agricoltura, poi Protettore della Pontificia Accademia romana di Archeologia, oltre che per la Pontificia Accademia dei nuovi Lincei.
Durante i giorni della Sede Vacante del 1846 (dal primo al 16 giugno), come era consolidata consuetudine per l'occasione, vennero coniate in Roma delle monete e delle medaglie attestanti la Sede Vacante e raffiguranti l'arme del Cardinale Tommaso Riario Sforza. In particolare le monete (entrambe raffigurate) furono di nominale pari allo "Scudo Romano" in argento, e pari a "Cinque Scudi Romani" in oro. Tra le medaglie vale la pena ricordare il tipo con titolatura al rovescio (in foto in bronzo dorato).
A parte alcuni dettagli raffigurativi dissimili e l'indicazione del nominale, le monete recano al rovescio la raffigurazione dello Spirito Santo, al dritto lo scudo del cardinale, che sormonta una la croce dell'Ordine di Malta e che in punta reca l'insegna dell'Ordine del Merito di San Giuseppe. Similmente accade al dritto delle medaglie.
Stranamente gli autori non fanno solitamente menzione delle insegne dell'Ordine del Merito di San Giuseppe all'arma di cui scritto, che in tal caso compaiono in quanto il Cardinale Tommaso Riario Sforza era insignito del titolo di Cavaliere Gran Croce del medesimo ordine (cfr. il ritratto). Tale ordine equestre era stato fondato, con accezione di sistema premiale meritocratico, il giorno 9 marzo 1807 nel Granducato di Wurzburg sul Meno da Ferdinando d'Asburgo Lorena, già III del suo nome come Granduca di Toscana. Tale ordine cavalleresco, nel 1814, giunse in Toscana con il ripristino della sovranità degli Asburgo Lorena e come ordine dinastico resta ancora odiernamente agli Asburgo Lorena con l'attuale Gran Maestro, il Granduca titolare S.A.I. e R. il Principe Sigismondo, e lo stesso ordine nella Repubblica Italiana è autorizzabile nell'uso delle proprie onorificenze ai sensi ed agli effetti dell'Art. 7 della Legge 3 Marzo 1951 n. 178 e mediante rilascio di apposito decreto da parte del Ministero degli Affari Esteri.
L'insegna della croce dell'Ordine di San Giuseppe che campeggia associata all'araldo del Cardinale Tommaso Riario Sforza, deve rappresentare un elemento importante nella storia del suddetto ordine, in quanto è uno dei pochissimi, ad eccezione dell'Ordine di Malta, a comparire su monete romane emesse durante le sedi vacanti, ed è anche uno dei pochi casi di ordini non supremi per ciò che concerne la precedenza, che campeggiano su monete straniere rispetto all'area geografica naturale dell'ordine (nel caso specifico monete non toscane ma papaline).