“Ella ridea da l’altra riva dritta” (Canto XXVIII Purgatorio) – analisi di Giovanni Teresi

Come si volge, con le piante strette
a terra e intra sé, donna che balli,
e piede innanzi piede a pena mette,

volsesi in su i vermigli e in su i gialli
fioretti verso me, non altrimenti
che vergine che li occhi onesti avvalli;

e fece i prieghi miei esser contenti,
sì appressando sé, che 'l dolce suono
veniva a me co' suoi intendimenti.

Tosto che fu là dove l'erbe sono
bagnate già da l'onde del bel fiume,
di levar li occhi suoi mi fece dono.

Non credo che splendesse tanto lume
sotto le ciglia a Venere, trafitta
dal figlio fuor di tutto suo costume.

Ella ridea da l'altra riva dritta,
trattando più color con le sue mani,
che l'alta terra sanza seme gitta.
 
La Commedia di Dante sarà tale se l’antico ludo proprio dell’Inferno si trasformerà nel riso fatto della luce dell’intelligenza e farà passare chi legge dall’orrore del peccato alla gioia della santità.
Prende gradualmente forma nella Commedia una componente essenziale di Amore, il viaggio, che nel caso di realtà psicologiche complesse come il riso, si manifesta in continue metamorfosi, mutamenti, trasformazioni: Dante stesso si definisce “trasmutabile” (Par.5, 97-99).
 La Commedia è il poema del continuo divenire, come la vita.
Accostare anche rapidamente il riso di Beatrice al comico intriso di odio tipico dell’Inferno, ci può permette di misurare l’entità di quel processo di purificazione che si compie col viaggio metamorfosi necessario a Dante per raggiungere Beatrice e con lei la vista di Dio.
Nel Purgatorio la metamorfosi viatoria prende le dimensioni del pellegrinaggio, per farsi purificazione e rinascita.
 Quello è il regno (Purg. 1,5-6) dove: l’umano spirito si purga/ e di salire al ciel diventa degno.
L’incontro di Dante con Beatrice all’inizio del Purgatorio segna la ripresa dell’idea della identità di Amore con Beatrice che, sempre nella Vita Nuova al cap. XXIV, quello precedente alla identità tra Amore e uomo, Dante fa dire ad Amore, anche che lui ridea, e anche … parlava, tanto che ad essere precisi: chi volesse sottilmente considerare, quella Beatrice chiamerebbe Amore per molta somiglianza che ha meco. C’è dunque una stretta corrispondenza tra Beatrice e Amore.
 
Coi piè ristretti e con li occhi passai
di là dal fiumicello, per mirare
la gran variazion d'i freschi mai;

e là m'apparve, sì com'elli appare
subitamente cosa che disvia
per maraviglia tutto altro pensare,

una donna soletta che si gia
e cantando e scegliendo fior da fiore
ond'era pinta tutta la sua via.

«Deh, bella donna, che a' raggi d'amore
ti scaldi, s'i' vo' credere a' sembianti
che soglion esser testimon del core,

vegnati in voglia di trarreti avanti»,
diss'io a lei, «verso questa rivera,
tanto ch'io possa intender che tu canti.
 
(Canto XXVIII Purgatorio)
 
 Nel sonetto Ne li occhi porta la sua donna Amore, Dante osserva che in lei Amore si rivela: da due atti della bocca : l’uno dei quali è il suo dolcissimo parlare, e l’altro il suo mirabile riso.
 E ancora nel Convivio (III, VIII, 11) insiste: E che è ridere se non la corruscazione de la dilettazione de l’anima, cioè uno lume apparente di fuori secondo sta dentro?
Questa stretta correlazione tra riso e luce, ripetuta anche in Convivio, riappare nel Purgatorio (1, 19-20) Lo bel pianeta che ad amar conforta/ faceva tutto rider l’oriente. Il tema della luce, sta tutto dentro nel verbo corruscare: gli occhi di Beatrice “corruscano” quando lei ride (Par. 5, 124-126), e il termine è ripreso più oltre (Par. 17, 121-123) associato a ridere e a luce per dire una aumentata folgorazione di luce che rimanda alla immagine di Dio, luce totale: “Deus est lux” (Dio è luce: Vangelo di San Giovanni I,5)
Questo tipo di riso è totalmente assente tra i dannati, privati eternamente di gioia e di luce, infatti ricorre nell’Inferno solo due volte, come saluto sul volto di Virgilio e appena velato nella parole di Francesca, ed è pure scarso nel Purgatorio dove le anime, benché punite e sofferenti, hanno almeno la speranza di raggiungere la luce di Dio, per esplodere però in numerosissime varianti nel Paradiso fino alla luce accecante del riso di Dio.
Per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta
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