Elogio degli scambi epistolari

di Nicola Romano - Prendo spunto da un’imminente uscita del libro «Come nasce un poeta» pubblicato dall’editrice Minerva  - libro che contiene uno scambio epistolare tra i poeti Roberto Pazzi e Vittorio Sereni avvenuto durante il periodo che va dal 1965 al 1982 – per intonare un epicedio nei confronti delle corrispondenze epistolari del passato che, oltre a riguardare riscontri prettamente personali, in generale stanno spesso a testimoniare interessanti vicende oppure particolari atmosfere riferite ad un determinato periodo in cui si è svolta la correlazione tra scrittori, fra amanti o tra semplici persone lontane e comunque unite da una stessa passione. Volendo partire da lontano, annoveriamo le numerose lettere d’amore scambiate fra Gabriele D’Annunzio e la bella Barbara Leoni, soprannominata dal vate “Vellutina”, che conobbe ad un concerto nel 1887 e le cui frequentazioni cartacee durarono fino al 1892, intervallando ogni tanto la scrittura con qualche esercizio ravvicinato e non proprio platonico. E che dire della fitta corrispondenza ricca di sentimenti fra Dino Campana e Sibilla Aleramo sviluppatasi negli anni che andarono dal 1916 al 1918? Lo stesso Ungaretti redasse delle belle lettere d’amore, e si firmava Ungà, per la giovane e avvenente Bruna Bianco conosciuta in Brasile, e quest’ultima solo l’anno scorso si è decisa a far pubblicare, dopo 50 anni, le circa 400 lettere che aveva ricevuto dal suo Giuseppe, adesso confluite nel volume “Lettere a Bruna” curato per Mondadori da Silvio Ramat.

E sappiamo inquieta e travolgente la tensione amorosa tra Luigi Pirandello e Marta Abba, lui aveva più del doppio degli anni di lei quando si conobbero nel 1925, e i loro intensi scambi epistolari continuarono fino a pochi mesi prima della morte di Pirandello, che avvenne nel 1936. A volte i ménage epistolari sono stati anche à trois, come nel caso del rapporto epistolare iniziato tra Marina Cvetaeva e Boris Pasternak, in cui a seguire s’inserì Rainer Maria Rilke, tante volte citato nei discorsi dei primi due fino a che quest’ultimo si materializzò fra d loro anche con i suoi scritti!

Se volessimo continuare con i carteggi amorosi, dovremmo ricordare quelli tra Edith Piaf ed il corridore ciclista Louis Gerardine svoltisi dal ’51 al ‘52, quelli tra Neruda e Albertina Rosa Azòcar agli inizi del ‘900, quelli di Frida Kahlo con Alejandro Gomez da giovane e poi con Diego Rivera che le divenne marito, e non ultimi quelli tra Oscar Wilde e l’amico Alfred Douglas.

Ma, oltre alle corrispondenze amorose, sono da mettere in evidenza gli scambi epistolari tra personaggi letterari che mutuavano fra di loro impressioni, esperienze e progetti, e quindi come non ricordare i carteggi tra Leonardo Sinisgalli e Rocco Scotellaro, ora giacenti presso la Fondazione Sinisgalli di Montemurro, per non dire dei carteggi tra Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini, le cui lettere di quest’ultimo (quasi cento) sono depositate presso la Fondazione Sciascia di Racalmuto. Per riferirci perfino ai giorni nostri, è del 2015 il volume “Betocchi, il vetturale di Cosenza e i poeti calabresi” di Carlo Cipparrone, in cui il poeta calabrese assembla tutta una fitta corrispondenza col poeta fiorentino Carlo Betocchi, libro che rievoca il rapporto di amicizia fra i due e che mette in risalto la situazione dei poeti calabresi dal punto di vista di Betocchi, in occasione di un suo viaggio meridionale fatto a Cosenza nel 1957.

Oggi, gli scambi epistolari non esistono più, si comunica con e-mail, con sms, con whats app e pertanto se si volesse farne una raccolta, saremmo in presenza di parole contratte, rabberciate, snaturate, forse insignificanti, che comunicano ma non “dicono” e, comunque, senza un minimo di letteratura se non altro “umana”.

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