I classici? Siete la vita! - di Antonio Saccà

Una bancarella, libri disordinati  come stracci,guardo,  libri  da rispettare, smuovo, prendo,acquisto, cammino , panchina, siedo, sfoglio una Storia della letteratura italiana, nota, degli anni 50, testi, commenti,  sfoglio, dicevo, e rivedo amici indimenticati, Lorenzo il Magnifico, Agnolo  Poliziano ,Francesco Guicciardini , sfoglio, Gaspara Stampa. Torquato Tasso, Leonardo, Michelangelo, Ludovico Ariosto, Gerolamo Savonarola, leggo , certo ,conosco e riconosco “Quanto è bella giovinezza che si fugge tuttavia”, ma leggo adesso che la mia  giovinezza è fuggita, ed è tutt’altro sentire;leggo Gaspara Stampa, versi talvolta intorcinati per groviglio di passione amorosa. Ah, sì, l’amore che dà infelicità.  E Tasso, Tasso, Erminia, la vedo, fugge, cerca la quiete, la distanza come la invocava l’angosciatissimo  Autore, Erminia la trova, un luogo semplice, la natura, gli animali, la famiglia, Erminia si pacifica delle guerre, i versi hanno scorrevolezza narrativa che potremmo leggere senza mai fermare il piacere dalla stanchezza. Ma leggo  pezzi di una lettera sterminata che Tasso inviò a Scipione Gonzaga, neanche Sant’Agostino, neanche Pascal, neanche  San Paolo vertiginano deliri sulla salvezza, la fede, l’inspiegabile esistenza  da spiegare ma che può restare inspiegabile...Il disperatissimo Tasso volle rendersi osservantissimo al Cattolicesimo  proprio perché angosciosissimi dubbi lo rovinano. In mezzo vi era LA GERUSALEMME LIBERATA. Non era sufficientemente osservante?Non  un timore esterno, in Tasso, ma il terrore della dannazione.Ed il difficile  capire con la ragione. Gli mancasssero altre turbe, questa lo impazziva, e lascia una traccia  immortale della mente umana alle prese con l’enigma dell’essere o dell’Essere. E tuttavia accade il sortilegio dell’arte e del pensiero sentito:un afflusso di  vita sgorga da scritti pur così’ tanto contristati.Il dolore, il pensiero,  intenssimimamente espressi diventano, sono vitalità.  TUTTO CIO’ CHE E’ INTENSO, ADDIRITTURA TRAGICO ACCRESCE, la mediocrità anche ottimista impoverisce. Nemica della vita  non è l’infelicità, è la mediocrità.

Occorre radicalmente ripristinare la classicità e misurarci con l’intera civiltà non  scorazzare nel campetto  dei nostri anni. Avremmo la percezione di che mirabilie hanno compiuto gli uomini.Ma come ho potuto non rileggerli da  anni! Mi vengono incontro  quali compagni di giovinezza,amici di scuola ,fianco a fianco, e mi avvedo istantaneamente:SONO RIMASTI VIGOROSISSIMI! Possibile?Esiste la giovinezza eterna?  Michelangelo scrive ad un parente che tratta male il padre di Michelangelo. Sembra batta a ferro , colpi non parole, e suonano come allora. Certezza che quel dire è fare, e se il destinatario sgarra ne avrà da pentirsi a vita. E poi invece, sempre Michelangelo, la garbate  lettere a Giorgio Vasari, e il dolore per la morte di un suo aiutante  ,ed in tutto ciò la coscienza perenne del sentirsi come niente, e la morte, e la salvezza che nei SONETTI insistono, e svelano che la religione, in ogni csso, attinge sfere  di tensioni elevatissime. Pervengono all’estremo in Gerolamo Savonarola. Leggo un sermone, forse degli ultimi,  nella certezza che lo avrebbero ucciso e nella certezza che non altro compiva che l’ossequio alla volontà di Dio! Uno può essere ateo, considerare presso che follia volere l’uomo del tutto cristiano, ma non è il punto, il quale sta nel grado di temperie espressiva del nostro concepire e sentire. TRASMETTONO COMUNQUE VITALITA’ CHE POSSIAMO NON CONDIVIDERE MA SENTIAMO.

Ma chi ispirò a Ludovico Ariosto la pazzia di Orlando, obbligherei la lettura, i passaggi dal delirante  Orlando che scorge nei segni lasciati da Angelica e Medoro  messaggi rivolti da Angelica a lui e con lui al capire che invece sono  testimonianze di amore di Angelica con altri è un sconvolgimento  mentale realistico e potentissimo, un ondeggiamento di stati folli, e poi, sia in Tasso, sia in Ariosto quel narrare versificato fluente com il ventoi sonorità ramo da ramo.

Il sigillo. Leonardo. La grandezza che si riconosce umilissima, il finito che si accosta

al non finito,la conoscenza nel buio dell’ignorare.

Incredibile, è qusi pomeriggio. Mi sembra di aver viaggiato oltre il tempo.C’era anche Boiardo  da ripassare. Quando insegnavo ne diedi lettura completa, se ben ricordo. Ma certo che ti rileggerò. SIETE LA VITA!                                                               

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