Il libro di Giovanni Teresi “Sui moti carbonari del 1820 ’21 in Italia. Eventi ed adepti poco noti del periodo” è stato oggetto di studio e menzionato in Oxford University Press
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- Creato: 23 Luglio 2024
- Scritto da Redazione Culturelite
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Il testo storico “Sui moti carbonari del 1820 ’21 in Italia. Eventi ed adepti poco noti del periodo” di Giovanni Teresi, Ediz. Bastogi, 2007 Foggia, è stato oggetto di studio in “Occult Imperium: Arturo Reghini, Roman Traditionalism, and the Anti-Modern Reaction in Fascist Italy” Christian Giudice (Department of Literature, History of Ideas and Religion), Ediz. Oxford University Press – Gennaio 2022, Print ISBN: 9780197610244
Il libro di Giovanni Teresi “Sui moti carbonari del 1820 ’21 in Italia” offre una concisa esplorazione delle rivolte carbonare in Italia durante 1820-21. Questo testo riesce a fornire uno sguardo penetrante sul periodo turbolento, facendo luce sulle sfide e sulle aspirazioni che alimentarono il movimento. Le sue dimensioni compatte lo rendono un punto di ingresso accessibile per coloro che sono appena interessati a questo importante capitolo storico.
Dal testo: “Occult Imperium: Arturo Reghini, Roman Traditionalism”
si legge:
al Chapter 2.2 - (Capitolo 2 del testo):
2.2 Risorgimento Italy: Occultism, Politics, the Rise of the Nation State, and Roman Traditionalism and the role of free Masonry in the unification;
al Chapter 2.3
2.3. FREEMASONRY IN ITALY IN THE SECOND HALF OF THE NINETEENTH-CENTURY (2.3. LA MASSONERIA IN ITALIA NELLA SECONDA METÀ DELL'OTTOCENTO)
La storia istituzionale della Massoneria italiana ha una data fissa, sulla quale nessuno studioso ha discusso: 20 dicembre 1859.162 A Torino, al secondo piano del palazzo di via Stampatori 18, sette massoni si riunirono e decisero di creare «un Grande Oriente italiano» sotto il nome di Grande Oriente di “Ausonia”.163 Dopo la debacle di Napoleone, e il successivo ritorno a ducati e regni minori nel 1816, la Massoneria era stata bandita dai governanti dei vari stati, che ne avevano intuito il potenziale sovversivo. Ciò non significa che altre società segrete non prosperarono o non ebbero il loro peso nelle vicende politiche della prima metà dell'Ottocento: al contrario, i Carbonari furono fondamentali in alcune delle prime rivolte del 1821. e 1831, nel Regno di Napoli e nello Stato Pontificio. La Carboneria era un gruppo di società segrete vagamente organizzato, con una vaga somiglianza con la Massoneria, e la maggior parte delle figure importanti del Risorgimento sono state positivamente legate a questo movimento.164 Mazzini ne fu membro già nel 1827, quando aveva solo 22 anni. , e Garibaldi fu associato a quello che possiamo considerare il primo elemento attivo di rivolta nella storia del Risorgimento. 165 Come ha notato Sandro Consolato, il patriota Santorre di Santa Rosa (1783-1825) fu probabilmente il primo a scrivere del ruolo chiave svolto dai Carbonari nelle insurrezioni avvenute in Piemonte, Veneto, Lombardia, Stato Pontificio e Regno di Napoli: 'Questa rivoluzione è la prima fatta in Italia dopo molti secoli, senza l'aiuto e l'intervento degli stranieri; è il primo ad aver mostrato due popoli italiani che si rispondevano dalle due estremità della penisola».166 Nonostante i loro tentativi di rivolta, i carbonari erano troppo lontani dalla media della popolazione, la quale, il più delle volte, non lo faceva. partecipare alle azioni rivoluzionarie, che furono rapidamente represse, con molto spargimento di sangue.167
Notes:
163 From the minutes of the session, quoted in Augusto Comba, ‘La Massoneria in Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra’, in La Massoneria nella Storia d’Italia, ed. by Aldo A. Mola (Rome: Atanòr, 1981), pp. 71-85 [71]. 164 For a more detailed account of the Carboneria, which does not constitute a topic of this chapter, see Pietro Seddio, La Carboneria (Rome: Montecovello, 2012);
Giovanni Teresi, Sui Moti Carbonari del 1820-21 in Italia (Foggia: Bastogi, 2007); Mario Cazzaniga and Marco Marinucci, Per una Storia della Carboneria dopo l’Unita’ d’Italia (Rome: Gaffi, 2014). 165 Carlo Botta, Storia d’Italia dal 1789 al 1814, Vol. VI (Capolago: Tipografia Elvetica, 1833), 30-32. Franco della Peruta, Mazzini e i Rivoluzionari Italiani: il Partito d'Azione, 1830-1845 (Milan: Feltrinelli, 1974); Denis Mack Smith, Mazzini (Milan: Rizzoli, 1993); Antonio Desideri, Storia e Storiografia, Vol. 2 (Messina-Florence: Edizioni D'Anna, 1997); Indro Montanelli and Marco Nozza, Giuseppe Garibaldi (Turin: BUR, 2007). 166 Quoted in Sandro Consolato, Dell’Elmo di Scipio, Chapter 6, Section 2, Paragraph 7: ‘Questa rivoluzione è la prima che si sia fatta in Italia da molti secoli senza il soccorso e l’intervento degli stranieri; è la prima che abbia mostrato due popoli italiani che, dalle due estremità della penisola, rispondono l’uno all’altro’ 167 La Carboneria. La Costituzione del Regno delle Due Sicilie, ed. by Francesco Ingravalle (Salerno: Edizioni di Ar, 2011), pp. x-xiii
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Alcuni dei membri fondatori della neonata Loggia Ausonia avevano avuto esperienze con la Carboneria e altre società segrete di tipo simile: Sisto Anfossi (nd.), medico e combattente rivoluzionario, era stato membro dei Franchi Muratori, est. 1825) e successivamente de I Cavalieri della Libertà, due società che hanno molto in comune con la Carboneria. 168 Dopo la creazione dello Stato italiano nel 1861, i fondatori del Grande Oriente italiano (d'ora in poi G.O.I) preferirono assumere una posizione moderata nell'arena politica dell'epoca, riuscendo a impedire ai membri più democratici di eleggere Garibaldi a Grande Oriente Maestro. Il cavouriano Filippo Cordova (1811-1868), ex ministro dell'Agricoltura e tra i più conservatori dell'ala moderata del G.O.I. fu invece eletto.169 Nel 1864 Garibaldi venne nominato Gran Maestro Onorario e successivo capo del G.O.I fu il deputato di sinistra Francesco de Luca (1811-1875). Come rileva lo storico della massoneria Augusto Comba, «con il 1865 e lo spostamento della capitale a Firenze, inizia un trentennio, durante il quale sarà forte l'identificazione tra quel settore politico (la sinistra) e la leadership della Massoneria».170 In questo arco di tempo il numero delle logge in tutta Italia aumentò in modo esponenziale. Nel 1860 venne fondato a Palermo un nuovo Consiglio Supremo del Grande Oriente, con la creazione della loggia I Rigeneratori, loggia nella quale, tra l'altro, Reghini sarà iniziato nel 1902. Le ragioni di questa improvvisa popolarità della Massoneria sono ovviamente riscontrabili nel neonato Stato, in cui la libertà di espressione era più apertamente tollerata, ma è mia opinione che sia stato il legame con la politica a rivelarsi la fortuna della Massoneria: molte idee chiave che furono sostenute in ambito culturale e politico Gli ambienti degli anni Cinquanta e Sessanta dell’Ottocento erano identici a quelli che si potevano trovare in una loggia: ideologie politiche, sacralizzazione della politica e dello Stato nazionale e l’edificazione di un nuovo Paese come un solo popolo, per esempio.171
Una vexata quaestio, che sembra sempre emergere quando si analizza la Massoneria in relazione al Risorgimento, è il ruolo che la Massoneria ebbe nell'unificazione del Paese. (Le origini della Carboneria in Italia – pag. 68: “Sui moti carbonari del 1820 ’21 in Italia” Giovanni Teresi, Ediz. Bastogi – Foggia)
Seguendo l’idea di Consolato, che arriva addirittura a chiamarla “teoria del complotto”, la mia idea è che dobbiamo concentrarci sui dati storici in nostro possesso, per poter trarre una conclusione valida. Se nel 1859 erano solo otto le persone che volevano fondare il G.O.I, e un numero irrisorio di logge massoniche “irregolari” sparse in tutta Italia, e la Massoneria era stata bandita in tutta la penisola dopo il Congresso di Vienna, ci restano le più piccole società segrete e propaggini della Carboneria, che dovette operare sotto la costante minaccia di essere sciolta, i suoi membri incarcerati o uccisi.172 L’identità tra la nuova classe borghese e i membri della massoneria aveva minato gli Stati nazionali restaurati dopo Vienna, ma dopo Dopo il fallimento delle rivolte del 1820-1 e del 1830-1, il nuovo clima politico escluse la Massoneria da ogni attività pubblica. La Massoneria sembra riprendersi solo negli anni ’60 dell’Ottocento, quando gran parte dell’Italia fu unificata e l’unico stato che resisteva all’annessione era il Vaticano. Ma prima di allora, semplicemente non ci sono documenti a sostegno della tesi secondo cui una grande entità massonica tira le fila e decide il destino dell’Italia. Ernesto Nathan (1848- 1921), Gran Maestro del G.O.I a cavallo del secolo, aveva egli stesso ammesso che 'con la caduta del dominio napoleonico, finì l'epoca di massimo splendore per la Massoneria e, anche in conseguenza dell'ascesa dei Carbonari che venivano falsamente equiparati
ai Massoni, furono applicati severi divieti […]. La Massoneria risorse solo verso la metà dell’Ottocento”, come si dirà meglio nel capitolo 4 della dissertazione. 173
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Notes:
168 Mario Cervi and Indro Montanelli, L’Italia del Risorgimento, 1831-1861 (Milan: Rizzoli, 1994), pp. 63-4. 169 For a biography of Filippo Cordova, see his nephew Vincenzo Cordova, I Discorsi Parlamentari e gli Scritti Editi ed Inediti Preceduti dai Ricordi della Sua Vita, per Vincenzo Cordova, Vol. 1 (Rome: Edizioni del Senato, 1889). 170 Comba, Massoneria in Italia, p. 72. 171 See Jeffrey Tyssens, ‘Freemasonry and Nationalism’, in Handbook of Freemasonry, ed. by Henrik Bogdan and Jan A.M. Snoek (Leiden: Brill, 2014), pp. 461-72. For Reghini and the I Rigeneratori Lodge, see next chapter and di Luca, Reghini, p. 9-11. It must be said, and I will tackle the issue more incisively in chapter 4, that Freemasons were usually forbidden to bring politics inside masonic lodges, and that this period of Italian history represents an exception to Anderson’s Constitutions, which had laid the rules and regulation of masonic bodies. 172 Silvio Pellico, Le Mie Prigioni (Florence: Adriano Salani Editore, 1832) is a striking first hand account of a member of the Carboneria arrested and incarcerated. 173 Ernesto Nathan, ‘Discorso Inaugurale a Palazzo Giustiniani’, Rivista Massonica (1912), p. 287, ‘con la caduta del dominio napoleonico ebbe fine anche questo periodo di sommo splendore della Libera Muratoria e, in parte come conseguenza dell’entrata in scena dei carbonari falsamente parificati ai liberi muratori, furono emesse severe proibizioni […]. La massoneria non risorse che sulla metà del xix secolo’.