Anita Vitrano, "Inseguendo Pensieri in voluttà" (Ed. Thule) - di Maria Elena Mignosi Picone

 

Dalla lettura della silloge di poesie dal titolo “Inseguendo pensieri in voluttà” di Anita Vitrano, risalta un elemento che costituisce quasi il nucleo dell'intera opera, come il filo conduttore, e cioè  il rigoglio. Il rigoglio è  più  che un risveglio, è l'esplosione di vita dopo un inaridimento, una secchezza che sembrava senza sbocco, come avviene per la pianta quando sembra sfiorire mentre poi rinasce più  rigogliosa di prima. È  il rigoglio appunto che dà  unità  all’intera opera la quale oscilla tra il ricordo amaro di una delusione e la felicità  raggiante dell’arrivo del grande amore. Per chi conosce Anita Vitrano direttamente,   si accorge che il rigoglio ella lo manifesta già evidente nella persona stessa; esso  infatti è visibile palesemente nel suo volto: nello sguardo, nell’espressione, nel sorriso. E non è  un sorriso normale ma come un riso che sprizza  un’allegria straripante, al sommo grado, incontenibile. La sua allegria ha in lei la stessa radice della voluttà; le possiamo associare perché esse  formano un tutt’uno, nel suo animo. Non per nulla ha dato il titolo a questa sua silloge “Inseguendo pensieri in voluttà”. Allegria e voluttà dalle quali sgorgano riflessioni, pensieri che vanno oltre se stessa e si allargano al mondo, all’umanità. Vivo è  nella poetessa l’auspicio alla purità  d’animo che, sola, può  determinare l’avvento e la vittoria del bene sul male. “Senza la purezza di un bambino / il mondo non ha futuro.” E afferma: “Solo il sentiero del bene è  dritto e luminoso.”

La sua vicenda personale  è stata una rinascita “…dal deserto alla vita”, “…un salto dal buio a Dio.” L’amarezza del ricordo di una delusione è  stata annullata dall’incontro col vero, grande amore. “Ho visto…/ il presente oscurare il passato / e in uno scoppio / mutare il fato.” Ora ella può  affermare recisamente, sulla scia del cartesiano “cogito ergo sum”, invece : amo “ergo sum”. Infatti per lei è  l’amore che dà senso alla vita. “… ma io amo / la vita ha forse un altro senso?” E ancora spiega: “Amare è  / per amor lottare / vivere per valorosamente morire.”

Risalta dai versi una donna combattiva, che non si lascia condizionare dalla delusione, non si chiude nel rifiuto lasciando adito al pessimismo, ma rinasce dalle ceneri di una esperienza negativa per vivere in pienezza di vita. Così  ha riportato vittoria sul ricordo che la consumava. “Sciolsi le trecce dell’innocenza / nelle mani iridescenti di un amore / … / che mi condusse nelle arterie infuocate della vita, / così  l’avaro tarlo perse la sfida / con la mia anima.”

È  una donna che non si arrende e  così  sprona anche le altre persone a non abbandonarsi al pessimismo dopo esperienze negative, e ad avere fiducia. “Gaudio coltiva non paura”  e incoraggia: “…apri le porte all’amore in fiore”. Rinunciare per le delusioni subite la poetessa non lo ammette. “Vivere è  da saggi / morirsi  è  esistere da vili.” Ecco dunque le riflessioni che scaturiscono dalla sua felicità  vissuta in pienezza. E quest’altra, molto bella: “…nessuna vita si sarà  spenta invano / se il vero amore attraversandola / l’ha irrorata di felicità.” Ed è  proprio con questi incoraggiamenti che Anita Vitrano può  dire a se stessa: “… avrò  cosparso il seme del rigoglio / che la vita mi ha propinato.”

Da tutto quel che abbiamo analizzato finora  possiamo osservare che la poetessa, proprio nel vivere il suo grande amore, non si chiude nel suo castello incantato anzi questa felicità  le fa sgorgare riflessioni, pensieri che sono proficui anche per gli altri. Ma non solo. E qui siamo al rigoglio. Si sprigiona da lei una vitalità, una esuberanza straordinaria. Diviene versatile. Compone centinaia di versi, anche dialettali, poi, possedendo una voce da soprano, delizia con il suo canto gli astanti in varie occasioni. Ed è  anche pittrice. È infaticabile. Non solo. Ama creare pure delle coffe alle quali conferisce un tocco artistico con i suoi abbellimenti. Insomma sprizza tutt’attorno a sé  grande allegria, dinamismo e vivacità. Gioia sfavillante. Tutto è  nel suo animo come “una nuova fioritura”. In una poesia dal titolo molto significativo “Scintillio” la nostra Anita scrive: “Or sei tu donna impregnata d’amore / seppur sbocci ad ogni aurora / sei sempre fresca al par di viola.”

Versi molto poetici questi ultimi. Come pure “Tu, scorcio di cielo sulla mia terra / parlami del sorriso che salva / dall’indifferenza, del mare che / si offre per i piaceri della costa” o ancora: “...che conduce al nostro cuore / rubato ad un sorriso di stella / in un mondo di carta / che ci ha salvati dalla morte.”

Lo stile dell’opera si caratterizza per versi chiari e nitidi nelle parole, oltre che scorrevoli, e inoltre però  da una certa vaghezza nel senso, quasi criptico talora, dovuto forse all’accavallarsi di stati d’animo opposti: ricordo amaro e felicità  sfavillante. Talora si intrecciano e si intersecano. C’è  inoltre, sempre riguardo allo stile, la citazione di qualche parola latina, anche nei titoli, come “Te salutat”. E picchi abbastanza poetici come quelli che abbiamo visto.

Ma il volo più  alto che Anita Vitrano sperimenta è  il salto “ dal buio a Dio”. Siamo nelle sfere dell’eterno e dell’infinito. “…librarsi in alto, fare il grande salto / dall’uomo a Dio / libero l’Io.” “…ti libri in alto fino all’immenso, / l’anelito oltre la vita / adesso ha un senso.”

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