“Il mio diario – 2” di Antonio Saccà

23 -2 – 1974

 In ogni rapporto di amore vi è la malinconia  di una fine, lo slancio del possibile. Un tempo intermedio triste , il fuoco languente che per abitudine o per guizzi resistenti è simile ad un bivacco dove molto e intensamente abbiamo vissuto. e non riusciamo, non vogliamo abbandonare. Nell’ 'amore una situazione è straziante: la pietà e la paura di vivere ci inducono a continuare un rapporto esausto. Talvolta vorremmo finirla, talvolta riaccendere un  gran fuoco e soffiamo sopra le  ceneri come per dare vita ad un bambino, e che strazio vedere che non respira e va incontro alla morte. Perché il distacco è morte, una prova generale dell'abbandono, segno che abbiamo un passato(passato),  il cammino si volge in direzione della morte. I rapporti stabili danno l'illusione di eternità.. Panico delle relazioni troncate, vorrei che si consumassero e, più che finire, svanissero  talmente lievi da non sentire di avere concluso  un rapporto passando ad una certa esperienza  non rompendo quelle trascorse.. Vorrei morire così, riducendo la vita ad una sottile misura sicchè girare la porta del nulla sarebbe continuare la strada- non un precipizio. E quando mi dimenticherai non soffrirai di avermi dimenticato.

Mio terrore degli abbandoni in odio , necessità di promesse di affetto, di futuri incontri, che resta ancora il possibile, Mai ho tanto amato Enrica( amore di gioventù) più dell’ultimo saluto, mai tante promesse, di ricordo, di riaccostamento,, di vita in comune-  Panico che Elsa  non mi permetta di dirle che l’ho amata, che l’amerò- Inspiegabile necessità di mostrare che sono io a soffrire , che amo io maggiormente, che sono respinto amando. Malvagio pensiero di chi vuole suscitare rimpianto?  Astuzia di chi vuole allontanarsi  fingendo di essere cacciato? Affermazione indiretta che in questo inverosimile mondo quando amiamo siamo respinti^? Generosità verso la donna? Incapacità di far soffrire?  Una donna che “lascia” un uomo che si espande in amore è  felice (meno infelice) di una donna abbandonata (senza amore)?. In ogni caso apparentemente sono stato l'amante respinto che  invoca il privilegio di poter almeno adorare chi lo respinge, un misto di commedia e dolore grande. 
 

24-2-1974. ore 14.00

Situazione assai incerta, credo veramente Elsa  ritenga io non l'abbia amata  ,rispettata quanto merita. Credo che cerchi con forte slancio la  liberazione per ricostruirsi lo spazio di una onorevole dignità, da tutti concessa, e proprio io le soffoco. Credo che sinceramente pensi di muoversi nel mondo senza il fardello d'altri, sacrifici, tornare egoista,  farsi amare senza concedere, riamare solo chi la ama. Dopo anni la convivenza con me le è parsa abdicazione, ed ora, reputandosi anche tradita(una faccenduola mia con la cameriera) reagisce con la rabbia di tutta se stessa rivendicando freneticamente il recupero della sua personalità, contro di me, di odiarmi per farmi vedere (sempre) contro di me chi intellettualmente  è- per caricarsi(tradirla era grave ma tradirla con una cameriera era disprezzo di Lei come artista).Io ,da parte mia, e per complesse ragioni, le reco, direttamente o no, profferte di amore. Sono convinto,  convinto che odiandomi ,in un primo momento le darebbe la forzae del risentimento, dell'orogliosoi animale  ferito,  e la necessità di  rifarsi della sconfitta d’amore esalterebbe l’energia del suo lavoro. . Quanto durerà? E che sfacelo,, alle iniziali difficoltà di lavoro sentirsi anche sola e non amata! E la vecchiaia, la vecchiaia, lei che non accetterà mai di essere vecchia! Forse mi illudo, forse lei veramente senza me  è più forte , e già mi dimentica ,e già si lancia nel futuro.

Arduo conoscere che posto abbiamo negli altri, quanto la nostra assenza gravi e quanto distrugga.  Io (che mi immaginavo) sgabello di una donna che mi ama ed io amo sono un cadavere in piedi e non riesco a trovare scampo . Ma lei?Vivere insieme anni . e scoprire, lasciandoci, che la nostra compagna ritrova, disinvoltamente, una -forse voluta- gioia.

Ore 18.. Telefono ad A. B. Riconosce che Elsa esagera , ne riconosce l'esasperato e sospettosissimo temperamento. A.B.è amica sua! Io ben facilmente  mi libererei di un legame che soffoca la mia vita… se volessi vivere!(Comunque) Elsa per la sua gelosia mi impedisce di vivere. Ciò me la rende insostituibile:essere prigioniero per amore è la condizione.per me,(Forse intendevo dire:: trovare chi mi tiene lontano da una vita che non so vivere, che rifiuto- Aggiunta del 26/10/1987.)

Foglio volante 17/6/1974. Vi sono  musiche, parole, colori che nulla conservano della loro materia,fili che si sospendono, porte che spalancano ai sogni. Possibile  tanta bellezza?  Diventiamo alquanto pazzj, distratti e buoni – e tutto  ciò che fino a quel momento ci angustiava, come appare volgare e lontano! (Possibile che ) in un mondo in cui  esistono quella musica,  quelle parole, quei colori gli uomini si affannano d’altro? Gli uomini non meritano l'arte .Infinita la sproporzione tra come viviamo e le opere che taluni sanno esprimere. Saremmo migliori se ne cogliessimo il valore 
 

 NOTA BENE

Per la  comprensione, giacché pubblico il Diario a brani. Elsa  De Giorgi  fu una celebratissima diva negli Anni Quaranta. Recitò con i massimi registi e attori dell’epoca,  considerata la Greta Garbo italiana. Ebbe vita trionfale  e dolorosissima. Sposò un  membro della famiglia Contini Bonacossi, galleristi mondiali, trattavano i massimi pittori medioevali e rinascimentali specialmente con i collezionisti americano. Improvvisamente il coniuge, Sandrino Contini Bonacossi, sparì. Le ragioni, oscure. Ipotesi: che Elsa teneva relazione con lo scrittore  Italo Calvino, Elsa la negò, mi diceva che la relazione con Italo Calvino avvenne dopo la sparizione del coniuge; che esistesse traffico illecito di quadri e Sandrino si rifugiava negli Stati Uniti; che  si  trafficasse moneta…La De Giorgi scrisse a riguardo un libro sensazionale:L’EREDITA’ CONTINI BONACOSSI (MONDADORI). Come detto, Elsa ebbe relazione con Italo Calvino, quindi con me(1966-1974). Convivevamo a Roma, in Via di Villa Ada, 4. Elsa teneva a ricevere ,sia persone, sia personaggi:Alberto Moravia, Giorgio De Chirico, Carlo Levi, Rafael Alberti, Pier Paolo Pasolini, Renato Guttuso, Ciorrado Cagli, Monsignor Fallani, il Premio Nobel   Asturias, solo qualche nome e poi dicevo il Salotto. Ci recavamo spesso nelle sue ville al Circeo-Punta Rossa. Vi sostava anche Anna Magnani,  che vedevamo spesso a Roma, a Palazzo Altieri. Della tempestosissima relazione soltanto qualche spunto.Per natura incandescente e per le traversie terribili dopo la sparizione del coniuge  Elsa era estrema in ogni aspetto,, esasperata, combattiva strenua, anche perché invidiatissima, ma caduta nella vicenda coniugale in difficoltà, l’invidia si fece inimicizia dannosa. Ed Elsa esacerbò i conflitti. La vicenda della domestica che annoto non mise fine al nostro rapporto che si concluse per altro.Elsa De Giorgi scrisse poesia e narrativa. A quel che ricordo merita di essere conosciuta e riconosciuta più di quanto lo è per una invidia anche postuma che non risparmia chi  subisce ferite. Anzi spesso si tira il calcio mortale. Nel mio Diario la vicenda è ampia. Tutti i giudizi sono nello stato d’animo del momento.Ne scrissi  nel libro :HO VISSUTO LA VITA.HO VISSUTO LA MORTE.Fu una donna passionale, coraggiosa, difficile. Io, più giovane, di aspetto appariscente, docente universitario, scrittore, qualche  ansietà gliela suscitavo. Per Elsa ero l’ultima occasione di vita. NEL DIARIO VI E’ TUTTO.

LE SCRITTE IN PARENTESI SONO ODIERNE.

                                                            

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