Il precetto religioso deve guidare la società, non soffocarla

di Salvatore Mugno

«È chiaro che il precetto religioso deve guidare la società, non deve distruggerla o soffocarla» sintetizza, Antonello De Oto, quasi a conclusione del suo libro Legge di Dio, leggi degli uomini, Correggio (RE), Aliberti, 2017, nato con la collaborazione di Pietro Mariani Cerati, esperto di Religioni, e che si avvale di una ricca Prefazione di Pierluigi Castagnetti.

De Oto, professore associato del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e docente di Diritto Ecclesiastico, è uno studioso che ama l’attività di ricerca e scrittura non meno della partecipazione diretta e immediata in ambito sociale e politico.

Questa spiccata “simpatia” per quanto risiede oltre le aule universitarie e i chiusi laboratori di studio, emerge nettamente, e con tutto il suo brio, in questo suo recente volume.

Emblematico del taglio impresso al testo è, dopo tutto, il sottotitolo: Un dialogo tra laicità e religione. È proprio questo, infatti, il solco entro cui si sviluppa la riflessione e l’analisi dei due studiosi: il biunivoco, necessario confronto e scambio tra i dettami di natura teologico-spirituale (in particolare dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam, ma anche del Buddhismo e delle “fedi” dell’Estremo Oriente) e le norme giuridiche e di costume.

Come, quando e perché queste differenti tipologie normative si incontrano, scontrano, compenetrano e amalgamano è proprio l’oggetto della gradevole, appassionata e onesta conversazione tra De Oto e Mariani Cerati, quest’ultimo nelle vesti, principalmente, di intervistatore, con metodo maieutico.

Intrigante, tra i vari dati presenti nel libro, è l’espressa e garbata disponibilità dell’autore a “parlare di sé”, a includere e intersecare elementi personali, famigliari e privati, come il ricordo del nonno paterno comunista o della nonna valdese – funzionali, s’intende, ai temi trattati –, con le complesse questioni scientifiche e anche politiche sul campo in materia di rapporti tra “confessioni” religiose e Stati, in un’epoca in cui si dibatte di “scontri di religioni”, integralismi e società multiculturali globalizzate.

Temi enormi e ineludibili, da affrontare e leggere con gli strumenti della conoscenza, del diritto e del buon senso.

Molti sono i “casi” e le esperienze, di tipo scientifico tout court e/o di natura aneddotica e simbolica, che i due interlocutori mettono sul tavolo, proprio come in una amichevole conversazione informale. Questo espediente fa sentire il lettore meno lontano da temi così spigolosi e intricati, suscitando anzi la sua fiducia nella possibilità che ragionevolezza, saggezza e rispetto per gli esseri umani possano condurre ad un bilanciamento, mai statico e definitivo, tra le spesso contorte e confuse “leggi terrene” e i voleri di Dio, magari senza porre le religioni in concorrenza né, tanto meno, in conflitto tra di esse.

Gli argomenti portanti del libro sono, peraltro, quelli di cui De Oto si occupa da alcuni decenni: i confini tra il principio di laicità dello Stato e le norme religiose; le relazioni tra lo Stato e le Chiese nelle varie parti del mondo (con un’attenzione particolare all’Est Europa, all’Africa e ai piccoli Stati); i rapporti tra i canoni religiosi e il mondo del lavoro (anche con riguardo all’identità religiosa dei migranti); l’assistenza spirituale ai militari; l’alimentazione e le regole confessionali ai nostri giorni; sport, libertà religiosa e discriminazione; e così via.

Il volume si occupa anche dei cattolici e dei cristiani italiani, di Concordato e di Diritto Canonico.

De Oto, pur essendo molto giovane, è autore di svariati saggi e di numerosi interventi apparsi in importanti riviste nazionali e straniere. Alla sua folta bibliografia si aggiunge, adesso, questo lavoro, dalla lettura amabile, utile e di grande attualità.

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