“L’infinito che è in me” di Maria Patrizia Allotta
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- Category: Scritture
- Creato: 21 Febbraio 2023
- Scritto da Redazione Culturelite
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Il sentimento dell’infinito
è il vero attributo dell’anima.
Madame de Staël
Alito vitale, pneuma unico, soffio purissimo, fiato lieve, puro spirito, vaga in perpetuo, come vortice in mistero, come turbina occulta, come gorgo ancestrale, sempre nell’aere si rivela, mai giace.
Probabilmente generato dall’Assoluto, forse il Principio stesso, perfino espressione dell’Atto, magari rivelazione di un Dio, oppure annuncio di sé stesso, o dal nulla, con il nulla e per il nulla fattosi, dal caos nato, di certo, avvolge la via lattea, le costellazioni tutte, ogni galassia e, poi, delicato, assedia luna lucente sopita, sole luminoso forte e qui si tinge di colori astratti. Nell’arcobaleno, pure, nelle pietre salmastre, nei vulcani impietosi, nelle maree, nel cielo perlato, tra il vento poi dimora perenne.
Come archè sostanza primordiale.
Come àpeiron illimitato per grandezza e indefinito per la qualità.
Come potenza imperituro e immortale.
Come atto d’abbraccio in natura.
Atavico, circonda il cosmo tutto. Lo avvolge. Sostanza e forma in sinolo trasparente, invisibile, incorporeo, astratto. Eppure eterno.
Come lenzuolo al petto avvolge.
Come larva in crisalide fascia.
Come velo di vedova copre.
Ontologicamente, persiste tra le stelle sopite, negli abissi blu, nelle pinete odorose, nelle spine di un rovo, nelle fiamme accese, nei petali di un giglio, nella fitta nebbia, nella farina bianca, nel numero degli atomi, nelle stalattiti trasparenti, tra le nuvole settembrine, nella sabbia ardente, tra le colline morbide, negli scogli aguzzi, nel profumo del rosmarino, nelle pietre sacre, fra le vette innevate, nell’acqua dello stagno, nel miele dolce, ad inizio d’anno.
Così anche in alba e tramonto.
Pulviscolo nobile, scintilla distinta, sussurro elegante.
Così anche nel bello, nell’armonia, nello stile.
Antropologicamente perdura in un fiocco rosa, nel canto di un usignolo, nella fatica dell’uomo, nel coraggio di un padre, nella carezza dell’amore, nel miagolio di un gatto, nel silenzio di un pesce, nello sguardo di una madre, negli aghi di un riccio. nel canto di un usignolo, nell’erba bagnata, nelle attenzioni di un amico, nel sorriso di un bambino, nel ronzio d’ape, nelle lacrime di un’amante.
Eticamente trionfa nella giustizia ambita, in un bacio sospirato, nella libertà agognata, nel grido disperato, nella morte eroica, nel gesto generoso, nel coraggio impavido, nella paura sopita, nell’offesa perdonata, nel silenzio autentico, nell’amicizia sincera, nella pace, in sofferenza tragica,
nella carezza taciuta.
Quindi nel vero.
Perciò nel giusto.
Dunque nel bello.
Esteticamente è atto creativo, indipendenza espressiva in arte autentica, intuizione e poi realizzazione, meraviglia e fantasia in abbraccio, atto creativo sofferto, ingegno attivo, parola epifanica viva, nota musicale rara, composizione pura, voce, colori e suoni in armonia.
Come mente di ciascuno.
Come ricordi e rimembranze.
Come metà di sé stessi.
Inodore per natura, si fa profumo lieto nel pane quotidiano, nella casa domestica, negli affetti più intimi, nell’ultimo respiro, nei dolcetti saporiti, nei tempi dorati, ma, anche, olezza di sangue nei lager, nei traditori, nel Cristo in croce, in Barabba, nei gulag, nelle violenze occulte, nelle ossa bruciate, nella volgarità esasperata, nella guerra tragica, nell’asino che muore, per ritornare fragranza lieve, nell’onesta speranza, nella fede sincera, nella tradizione autentica, nel pianto che scende, nella resurrezione attesa, nella carità leale, nel santo Natale e in Gesù rinato sempre.
L’anima poi è invasa.
L’io del presente come legame con l’io del passato.
Respiro unito ad altro respiro in illimitata essenza.
Mosaicosmica visione primigenia.
Eterno ritorno in fiato sconfinato.
Dionisiaco e apollineo insieme.
L’Infinito per l’infinito.
L’infinitudine dell’Io, del Regno, del Cosmo.
L’infinito nell’Infinito.
In me l’infinito.