Marcella Laudicina, "Riverberi" (Ed. Youcanprint) - di Rossella Cerniglia

La silloge di Marcella Laudicina, dal titolo Riverberi, sembra essere la trasposizione in immagini di echi molteplici e lontani. Spesso, momenti di vita che si affacciano al ricordo e tornano a rivivere e a riproiettare la propria presenza nella realtà concreta. Complessivamente, la silloge ha una struttura lineare, semplice e netta. Le parole risultano, in genere, scandite in versi molto brevi – costituiti assai spesso da un solo termine – e richiamano subito alla mente la struttura formale di certi versi ungarettiani, quelli stringati di L'allegria - ma si tratta solo di una somiglianza esteriore, della sola struttura formale, poiché la tonalità emotiva è diversa. Suona talora, nei versi dell'autrice, uno struggimento dolce, elegiaco, lontano dall'asciuttezza della poesia cosiddetta ermetica – in Ungaretti solo anticipata, a dire il vero - ma in ogni caso contrassegnata da un'estrema condensazione e pregnanza di senso nei contenuti di emotività e di concetto .Il tema dell'Amore, nelle variegate fisionomie che lo rappresentano, è molto presente in tutta l'opera, ed esso - così come nell'iniziale del nome - è sempre maiuscolo. Ma d'altra parte, va sottolineato che l'intera silloge è intessuta di termini che presentano la lettera iniziale maiuscola, a significare che l'elemento dell'idealizzazione è fortemente presente in essa, e fortemente indicativo. Nella sua peculiarità, questo Amore è idealità allo stato puro, assunto com'è nella sua condizione di sublimità ed eternità. Tale ci appare, sin da subito, nei versi di Quest'amore che aprono la raccolta e rappresentano anche l'incipit di un tema che avrà, in essa, ampio sviluppo. L'Amore, sempre come sentimento totalitario ed esaustivo, si mostra anche in Presenzassenza a rammentarci come il ricordo, nella sua vividezza quasi palpabile, possa rendere presente e viva l'assenza dell'amato.Si tratta di un sentimento sempre collegato a uno struggente desiderio di totale appartenenza e appagamento, come è anche in Immenso o nei versi di Vorrei essere Beatrice - incarnazione dell'eterno femminino e di Amore celestiale che sconfina dalla dimensione terrena.Beatrice, donna idealizzata al punto da essere icona paradisiaca, eterna, capace di suscitare sentimenti sublimi, è l'emblema che corrisponde - in tale desiderio di incarnazione - alla fame e sete affettiva che è nell'autrice: “Vorrei essere Beatrice/ a volte/ nei tuoi pensieri/ Così in alto,/ così intoccabile/ così eterea. “ […] “Sogno che redime/e che danna/ Sogno/ per sempre.”L'Amore è in altri versi,“...fiore/ profumato/prezioso/e unico”, purezza della vita - ed anche qui - elemento vitale che avvicina a Dio (Non dobbiamo). Nel libro appare, come dicevo, rivisitato in varie forme: in quelle sensuali di un sentimento pienamente e realmente vissuto e corrisposto, o nell'aspetto dell'amore lontano che abita i sotterranei dell'anima e da lì emerge talvolta affiorando nella nostalgia e nel ricordo.Talora è tenerezza rivolta all'infanzia, talaltra il senso profondo dell'amicizia che sostiene e scalda il cuore: un sentimento che “Ti carezza/ l'Anima e/ ti fa credere che/ la Felicità/ esiste” (L'Amicizia)Lo troviamo compresente al desiderio di pace quando viene affrontato il tema della brutalità e della violenza come nel caso dei versi dedicati a Padre Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia.È percepibile nella contemplazione della bellezza e della natura, nello stupore anche verso una realtà minimale, fatta di piccole cose, la cui semplicità e purezza, a volte, stupisce e incanta i sensi. È dunque, insieme alla bellezza, valore eterno che illumina i giorni ( Il profumo del gelsomino).Infine - nel senso più alto e direi religioso – esso è incontenibile, gioioso - panico - sentimento per la creazione intera e per il suo Creatore, desiderio di sconfinamento e di Assoluto (come è, ad esempio, nei versi di So e nel testo Sotto il cielo stellato). Un sentimento pervasivo che abbraccia tutto l'essere in visioni di immensa spazialità e libertà (Il mare). E traduce il senso del Mistero che abita il Cosmo e alita nella natura e nel paesaggio il suo immenso respiro, come mostrano tanti altre sue liriche tra cui  Riverberi d'Infinito.

Altro tema di rilievo, sovente legato per contrapposizione a quello dell'Amore, è la percezione e il sentimento della realtà in cui viviamo: insoddisfacente, inquieta, superficiale, e tanto spesso caotica e incerta.Un male di vivere perciò ci attanaglia e induce al vagheggiamento di un possibile riscatto, percepibile in molti testi, una sorta di palingenesi auspicata e annunciata in particolar modo nei versi di Un mondo nuovo è possibile, e in quelli di Il mondo che verrà, dove la realtà sarebbe appunto rigenerata dall'Amore, da un senso di comunione, di fratellanza e di pace.Anche i versi di Guerra in Terrasanta aprono alla riflessione sulla nostra triste realtà, su un mondo altresì divorato dall'odio e dilaniato dalle guerre. Proprio in una terra – la Palestina – che è quella che più di ogni altra ha vissuto l'impronta del Cristo nelle sue parole di Verità, Giustizia, Pace e Amore. Da qui i numerosi appelli alle virtù evangeliche, all'Amore e alla pace, al senso della fratellanza universale, al fine di lenire il nostro animo sofferente e inquieto, diviso e conflittuale, a cui qualcosa di essenziale manca, qualcosa di Altro che nella realtà pare annunciarsi solamente. Ma, al di là delle umane contraddizioni, di incertezze, tentennamenti, desideri e speranze, e di ogni umana contingenza, la visione utopica di un simile riscatto è intravista, in ultimo, nell'immanenza del divino nel nostro mondo quando siano state riconquistate le virtù umane e divine che hanno il loro culmine nell'Amore. Così potremmo finalmente dire, con la poetessa, che “L'Oltre è già qui”, annunciato e anticipato proprio da quel nel Mistero che avvolge e compenetra la realtà tutta. Una invisibile misteriosa, ma costante presenza, di cui l'uomo può solo coglierne e interpretarne, i “riverberi”. Bastino poi i versi di La lezione dell'allodola ad esemplificare e compendiare ogni ulteriore senso di questa dimensione che lega la terra ai cieli. Il simbolismo di questa “messaggera dell'alba” che nel suo canto mattutino e nel rapidissimo volo ascensionale inaugura il giorno, appare come un mistico ringraziamento verso la maestà del tutto, una sorta di inno totale che dalla terra si eleva alla sublimità del Creato.

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