“Marx-Nietzsche ed il superuomo robotico” di Antonio Saccà

Gli anni Cinquanta-Sessanta fino  agli anni Settanta inoltrati furono un tesoro per Karl Marx , il marxismo ,e per i marxisti, tentacolarmente analizzatori quasi che si dovesse trovare la verità, il progetto sostanziale del futuro. Oggi gli studiosi di allora non rappresentano  alcunché , chi sa di  Galvano della Volpe, anche Lucio Colletti che poi ebbe una mutazione iodeologica. Rossi, Luporini? Eppure i temi erano enormi: dialettica , negazione della negazione,alienazione,rapporti tra persone che diventano scambiodi merci non rapporti umani, materialismo storico, materialismo dialettico( meno studiato), struttura, sovrastruttura, ideologia, e,  faccende più filosofiche: se l'uomo è  un incrocio di relazioni connotate dal lavoro produttivo o   connotato dalla autoscienza, se la morte addirittura non riguarda l'individuo ma la specie, con  svalutazione della tragedia di essere singolo e mortale, aspetto del marxismo presso che ignorato, come quello precedente, che è il lavoro con strumenti a caratterizzare l'uomo. Emergevano aspetti più facili,  la visione  di un mondo rinnovato dopo il collasso dei sistemi illiberali ed il trionfo dei sistemi socialisti, l'Unione Sovietica, pure i paesi liberale e democratici avevano sconfitto  Fascismo e Nazismo, ma per qualche periodo  sembrò che il vicirore e la novità venissero dall'Unione Sovietica. Addirittura perfino come sistema economico collettivizzato. La vittoria militare aveva  dato l'impressione della vittoria dei sistemi economici. Il  marxismo dominava anche nel campo letterario sia con il cosiddetto realismo socialista, poco esteso in Occidente, sia come Neorealismo, rappresentazione espressiva del sottoproletariato, del proletariato, specie in cinematografo. Quando la vittoria dei sistemi socialisti scemo o addirittura crollò avvenne  l'opposto, negazione radicale del marxismo, quasi che  Marx  si fosse sbagliato in  tutto, il ceto medio non crollava anzi gonfiava, il capitalismo non crollava, la vastità dei consumi riassorbiva la protesta operaia, il proletariato non era in grado di sostituire o almeno non sostituiva la borghesia. Nacquero tuttavia altre alternative alla società brghese e stavolta da”destra”, le riassumo nel pensiero d Friedrich Nietzsche, anche se le scelte non si limitarono a Nietzsche. Fu accentuato il rifiuto dell'imborghesimento anche del proletariato e soprattitto si ebbe  la valorizzazione di gruppi “aristocratici”. Un passaggio inavvertito e non tutti lo manifestarono chiaramente, venne anticipato in Convegni rari,  come quelli svolti a Palermo per iniziativa di Alfredo Fallica e Tommaso Romano. In effetti Marx e Nietzsche costituiscono l'alternativa o la visione prospettica degli esiti della borghesia e del capitalismo. Una premessa , sia Marx che Niezsche vogliono salvare la cultura, l'arte, in maniera difforme anzi antagonisra ma comunque vogliono salvare la culotura e l'arte. PER ENTRAMBI L'EUROPA CONTINUA LA GRECIA. Quand'anche Marx e Nietzsche sono consapevoli di altre società e di possibilità di sviluppo  moderno di tali società restano europei ed intendo come “europeo” il primato della cultura e dell'arte. RIPETO, MARX E NIETZSCHE SONO  APPASSIONATISSIMI ALLA CIVILTA' GRECA, e si interrogano sul perché è immortale, con intendimento difforme. Ovviemente l'Europa non è soltanto il continente dell'arte, lo è pure della scienza e della tecnica, ma sia per Marx sia per Nietzsche, ne dirò, il fine ultimo è l'arte, e quand'anche Marx profetizzi l'uomo multiforme  è l'arte che contiene il respiro dell'immortalità, l'arte è oltrestorica, non è superabile, laddove scienza e tecnica sono storiche, e persino la filosofia. Ma rischiamo di perdere l'saspetto “greco”. anche umanistico, rinascimentale, insomma:estetico.  le Caste e il superuomo sarebbero, sono, per Nietzsche,  il mantenimento greco romano rinascimentale della cultura europea nella civiltà europea. Per gli altri valga pure la tecnica, la democrazia vincolata al consenso del  maggior numero , alla vendita per il pubblico generico . Nietzsche teme fino all'orrore questa condiscendenza, fare della vendita l'essenza della società, della vendita secondo il piacimento delle masse, talchè l'intera società è rivolta al soddisfacimento delle masse ed i suoi prodotti anche culturali, estetici si chinano al godimento dei fautori del divertimento,  lo spasso. Anche l'Europa, erede della Grecia, può scadere in questo trabocchetto dell'appagamento condiscendente a misura dell'uomo che non vuole problemi e cime espressive. Ma poiché la società è  inclinata alla vendita ed il maggior numero chiede diversivo e tempo a vuoto il rischio è  sicuro, la merce mediocre si imporrà, merce culturale, intendo, arte, e non soltanto arte. Urge, dunque, un rimedio   ferigno: che gli uomini contrari a tanto suicidio di valori qualitativi si impongano spietatamente per arginare la svendita al ribasso dell'arte e della cultura e della grandezza umana,  superiorità che non cerca il consenso ma impone una meta. Dunque, le caste ed il superuomo( non si identificano ed è una aporia nella concezione di Nietzsche). E'  ricorrendo alla volontà di potenza al servizio dei potenti, non dei molti, che viene salvata la civiltà , le caste tramandano, coltivano la superiorità  generazione dopo generazione, quasi una seconda natura, il Superuomo è un “prodotto” del genio naturale con un “accrescimento” morale che dirò. NIETZSCHE, DIFFERENDO DA MARX, NON  PAVENTA O CONCEPISCE LA LOTTA DI CLASSE , COGLIE UNA COMPLICITA' NELLA VENDITA, LA BORGHESIA PRODUCE PER DARE MERCE, CONSUMO AL PROLETARIATO, SONO ENTRAMBI DEVOTI ALL'UTILE MERCANTILE. INOLTRE, LA FORMA ASSOCIATIVA, QUELLA CHE  CHIAMEREMO “CLASSE”, PUO' SCONFIGGERE IL SINGOLO. Il singolo superiore abbattuto dai gruppi infimi accomunati, necessario fermare questo sovvertimento quindi occorrono appunto il Superuomo e le Caste, giacchè le moltitudini associate imporrebbero una società a loro basso svalore. Numerosi analisti sostengono che accade quel che Nietzsche supponeva, i possenti mezzi   di comunuicazione vanno  incontro al maggior numero e si adeguano a misurazione del maggior numero, scadentissima, ma essendo il maggior numero  il soggetto consumatore l'arte e la cultura, persino, si acconciano a questo soggetto collettivo. Sembrano temi discussi ma vi sono innovazioni stupefacenti. Innanzi alle altrte, il Superuomo è concezione marxista, argomento anch'esso quasi ignorato ma che ora deve riprendersi. Marx ritiene, lo accennavo, che abolita la divisione del lavoro è reso libero dall'automazione il lavoratore non più schiavo della manualità sarebbe diventato onnivalente, capace di compiere ogni attività a sua voglia, una specie di artigianato riproposto dopo lo sviluppo del capitalismo, addirittua: l'estremo sviluppo del capitalismo  giunto all'automazione è la base per un nuovo artigianato multiforme, giacchè, per Marx, torno a dire,  i limitati poteri espressivi di molti uomini non venivano da incapacità naturale ma dall'essere costretti per sopravvivere a svolgere lavoro manuale, liberati dal lavoro manuale con l'automazione  e dalla divisione del lavoro tutti, proprio tutti gli uoimini sarebbero diventati uomini superiori o superuomini(in Nietzsche differiscono in Marx si identificano). Per Marx è questo il grandioso  compito storico del capitalismo, l'uomo  liberato dal lavoro manuale mediante l'automazione e quindi liberato dalla divisione del lavoro manuale/intellettuale,alcuni soltanto intellettuali, altri soltanto manuali, non più. Se il sistema produttivo non avrà bisogno di lavoro manuale mediante l'automazione , abbiamo risolto,tutti diverranno, potranno diventare intellettuali, uomini superiori onnilaterali. E' lo scontro  epocale tra Marx e Nietzsche, il quale si convinse che liberata dal lavoro la maggior parte dell'umanità resterebbe incapace di creatività. Niezsche , incredibile che si ritenga, intendeva dare uno scopo,  una meta all'uomo poco dotato, invece di illuderlo o immetterlo nelle richieste di una società concepita a misura dei poco capaci, Egli intendeva renderlo servo, cioè servire, essere utile ai grandi scopi dei superuomini, non degli uomini superriori ma dei superuomini, differenti dagli uomini superiori, il superuomo oltrepassa il bene ed il male, incendia pur di avere il fuoco idoneo all'opera, la civiltà, mentre l'uomo superiore non raggiunge questa capacità di scavalcsare la colpa e la pietà. Sono  determinazioni tragiche, in Niezsche, che lo stesso Nietzsche non resse, sia o no dovuta alla sifilide, la pazzia di Nietzsche scoppia a vedere un animale( il “servo”) bastonato, il Superuomo Nietzsche non era al di là della compassione! Marx anch'Egli è al di là della compassione, ma affida la spietatezza al processo storico, sarà la tecnologia,  l'automazione dei processi produttivi a espellere i lavoratori, addirittura il ceto medio sparirà sotto la dominanza delle concentrazioni ,noi diciamo multinazionali. I sistemi produttivi giungeranno all'automazione e l'automazione farà a meno degli operai. Nel mio libro “Marx contro Marx”, 1983, scrivo che se questa concezione è realistica come può il proletariato stabilire la dottatura del proletariato, appunto?  Se mai vi sarebbe una dittatura della borghesia con i robot come strumenti di produzione? Ed  il superuomo futuro sarà il robot con intelligenza artificiale? Il  superuomo interno all'uomo di Marx e Nietzsche è“superato” dal superuomo meccanico robotico intelligente? Da un'entità transgenica? Da innesti che ci forniscono conoscenza che non sorge da noi, addirittura  creazione artistica artefatta? Insomma, tutto verrà creato senza l'impronta dell'Io, della persona? O pochi uomini asserviranno i molti a loro vantaggio ma senza scopi  creativi? Sono interrogativi realissimi, presenti. L'uomo sta suscitando il superamento dell'uomo senza l'uomo, non umano. Addirittura innesti nell'uomo che però non vengono dal proprio Io. Se un minimissimo organismo mi traduce, mi fa comoscere, mi compone versi, mi inventa musica,e non sono Io, che avverrà, che ne sarà dell'uomo individuato, sorgivo, creatore di suo?  Ma la realtà è una galassia di contraddizioni e a modo diverso Marx e Nietzsche sono rilevatori delle contraddizioni nelle quali rischiamo il baratro.. Quali? La prima scovata da Marx : a chi  vendere la produzione con milioni e milioni di inoccupati? Il rischio dell'automazione è che i sistemi produttivi saranno obbligati a “dare” senza rapporto con il lavoro, i sistemi produttivi devono assumersi la responsabilità degli inoccupati! Sono costretti ad essere “sociali”. L'altra contraddizione viene  da Niezsche: può l'uomo giungere a negare se stesso  facendosi sostituire dagli strumenti o resterà un pugno (casta) di uomini che si ostineranno ad essere superuomini restando uomini  ? Al dunque,la distribuzione avverrà dalla potenza produttiva, se sono  gli automi a produrre il rapporto lavoro/salario si dissolverà. Il robot  diverrà  o dovrebbe diventare un beneficio produttivo per la società al di sopra del lavoro umano.Inoltre, creiamo pure  il robot superuomo ma non sostitutivo dell'uomo, e mai l'uomo robotizzato con  innesti che ci forniscono tutto ma non germinano dall'Io sensiente , cosciente, individuato, avvertito del tempo e della propria unicità. Non   rendersi superuomo meccanico, farsi superuomo ma all'interno dell'Io umano. Vi è un nemico  orrendo, ultrasatanico, l'illusione che mediante il superuomo robotico qualcuno possa  disporre dell'umanità. Questa evenienza, se esiste, precipiterebbe  anche coloro che ritenessero di poterla condurre a loro vantaggio. Una strabiliante potenza produttiva senza consumatori, ed un superuomo robotico senza uomo: neanche un cimitero deserto di croci avrebbe squallore a paragone. Ma gli antidoti sono netti. Produzione per l'umanità, uomini che restano uomini e poi si dividano pure in uomini e superuomini ma superuomini da uomini umani, IO SONO IO!

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