Profili da Medaglia/37 - " Elèmire Zolla" di Tommaso Romano

Nato a Torino nel 1926, morì a Montepulciano nel 2002.
Saggista e letterato, stu­dioso di dottrine esoteriche orientali e di filosofia e mi­stica, fu professore universi­tario e critico letterario di “Tempo Presente”.
Collaborò a lungo al “Corriere della Sera”. Nel 1956 vinse il Premio Strega-Opera Prima con Minuetto all’inferno, un libro di narrativa.
Non ascrivibile a una specifica parte ideologica e politica, ebbe influenza nell’elaborazione di una cultura sincretistica e gnostica che si richiamava alla tradizione pri­mordiale. Con la pubblicazione del saggio Eclissi dell’intellettuale (1959), una delle opere-chiave del dibattito culturale degli anni Sessanta, si affermò come caposcuola dei cosiddetti “apocalittici”. Altre Opere: I moralisti moderni (1959); La psicoanalisi (1960); Cecilia o la disattenzione (1961); Storia del fantasticare (1964); Volgarità e dolore (1966); I letterati e lo sciamano (1969); Le origini del trascendentalismo (1963); I mistici dell’Occidente (1963); Le potenze dell’anima. Morfologia dello spirito nella storia della cultura (1968); Che cos’è la tradizione (1971); Le meraviglie della natura. Introduzione all’alchimia (1975); Archetypes (1981); The Androgyne: fusion of the sexes (1981); Aure: i luoghi e i riti (1985); L’amante invisibile: l’erotica sciamanica nelle religioni, nella letteratura e nella legittimazione politica (1986); Il sincretismo (1986); L’esotismo nelle letterature moderne (1987); Verità segrete esposte in evidenza: sincretismo e fantasia, contemplazione e esotericità (1990); Tre discorsi metafisici 1989-1990 (1991); Uscite dal mondo (1992); Lo stupore infantile (1994); Le tre vie (1995); Un destino itinerante. Conversazioni tra Oriente e Occidente (1995); La nube del telaio: ragione e irrazionalità tra Oriente e Occidente (1996); Il dio dell’ebbrezza. Antologia dei moderni dionisiaci (1998); La filosofia perenne (1999); Discesa all’Ade e resurrezione (2002). Postume: Conoscenza religiosa. Scritti 1969-1983 (2006); Anatomia dell’uomo spirituale (2008); Gli arcani del potere. Elzeviri 1960-2000 (2009).
Ricordare la personalità e la vastità dell’opera di Zolla è anche tributare un ricordo nei confronti di una personalità complessa, controversa e certo lontana dal mio personale orizzonte spirituale e di fede. E, tuttavia, per la mia formazione e lo studio sullo spiritualismo antico e moderno, devo non poco, quanto ad apporti storiografici e fonti sapienziali, a Zolla, specie per la sua opera – che mi rapì fra un viaggio e una breve permanenza a Ustica – dal titolo Volgarità e dolore, ma anche per Eclissi dell’intellettuale, un atto di accusa lucidissimo sulle condizioni che già (era il 1966, la data d’uscita di quel libro) si preannunciavano – e in realtà erano – di piena decadenza spirituale, umana e di degrado del costume. Parole indimenticabili e sprezzanti che, con altre sue opere studiate in seguito, specie sulla psicanalisi, sul fantasticare e sulla Tradizione, rafforzarono il rispetto per lo studioso – direi, l’erudito – senza giungere alle sue equazioni di sincretismo, anche religioso, e per il suo oggettivo gnosticismo. Molto importante fu per me anche la rivista “Conoscenza Religiosa”, fondata da Zolla nel 1969, a cui collaborarono straordinari studiosi e la cui collezione conservo e consulto spesso. Conobbi Zolla personalmente nel 1988, in occasione del conferimento a Palermo del premio Mircea Eliade (premio ricordato nella sua biografia), di cui ero Presidente e che era ben organizzato da Pier Luigi Aurea (insieme agli importanti Convegni sul Dialogo Cristianesimo-Islam e alla rivista “Sacro e Profano”, a cui pure attivamente collaborai e i cui Atti sono stati recentemente ben riediti dall’ISSPE). Uno dei protagonisti di quei Convegni fu il Principe Pallavicini, convertitosi nel 1953 all’Islam prendendo il nome di ‘Abd Al Wahid, scomparso a 91 anni il 12 Novembre 2017.
«Alto, imponente, l’aspetto è austero quasi come quello di un personaggio dei mosaici bizantini», scrisse di Zolla, per l’occasione della visita palermitana, Mimmo Giarratana sul “Giornale di Sicilia”.
Distaccato e riservato, mi apparve come una sorte di guru occidentale, dal destino itinerante (Doriano Fasoli). pronunciò per l’occasione poche ma calibratissime parole di ringraziamento, sottolineando la decisiva importanza del magistero di Eliade.
Zolla era stato per la prima volta in Sicilia nel 1967. Accennai alla mia conoscenza e al dialogo che a Roma ebbi modo d’intessere con la sua antica compagna, Cristina Campo (Vittoria Guerini). Zolla era stato sposato con Maria Luisa Spaziani. Era presente a Palermo la sua seconda moglie, la professoressa Grazia Marchianò (matrimonio nel 1980), che ha ben continuato a perpetuare le opere e la figura, certo problematiche, di Zolla. Mi disse poche parole di Vittoria-Cristina, ma il tono si fece finalmente più caldo e partecipe sottolineandone la figura e l’opera straordinaria. In fondo, Cristina Campo divenne forse cristiana integrale e radicale anche per tramite e merito di un non cristiano come Zolla. Quando si dice che le strade della conoscenza e della Provvidenza sono realmente infinite. Ricordandolo in morte, Armando torno sul “Corriere della Sera” (8 gennaio 2007) scrisse quasi in parallelo a ciò che ho appena riferito di quel mio unico incontro con Zolla: «Purtroppo lo abbiamo incontrato una sola volta, parlandogli per un tempo limitato. Ma quel colloquio non è mai terminato, perché continua a rivivere in noi con cadenze e tempi che si rinnovano».
 
 
nella foto da sinistra: Tommaso Romano, Elémire Zolla, Umberto Balistreri, Vittorio Vettori, Giovanni D’Espinosa
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