"Un importante evento" di Anna Maria Esposito

Non è comune potere godere di una doppia personale e di livello così alto. Stiamo quindi partecipando ad un evento raro e di altissima qualità. E la qualità è già stata testimoniata dal successo conseguito in seguito alle mostre dei nostri artisti svoltesi nella patria del contemporaneo, Venezia, curate dal celebre critico Giorgio Grasso. Con grande gioia dunque propongo alcune chiavi di lettura del lavoro dei nostri artisti, per leggere con maggiore consapevolezza le opere che si offrono al nostro sguardo.

 

PATRIZIA PRADO.

Figlia d’arte, la sua è famiglia di artisti da generazioni. Da essi ha ereditato la passione per la cultura e la pittura, che esercita con una grinta non comune. 

Volitiva, determinata, puntigliosa, persegue il suo racconto ma innovandosi, sempre curiosa e ricercatrice di nuovi stimoli e nuove risposte. Partecipa ai fenomeni sociali, che indaga con i mezzi che le sono propri, quelli della pittura; una pittura priva di pregiudizi, una pittura talvolta aggressiva ma sempre determinata. È alla ricerca continua del mezzo estremo che dia voce alla sua vivacità e curiosità, e predilige i colori primari: giallo, rosso, blu, verde. 

Una sua caratteristica è l’amore per il nero che nel suo modo diventa un colore, anzi il colore che guida e dà spessore agli altri. Il risultato è la serie di tele aggressive, brucianti, indagatrici. Instancabile, sempre attiva, sperimenta tecniche nuove e svariate, mostrando con disinvoltura le spinte interiori e le successive tappe della sua ricerca. Ben si comprende come il suo viaggio pittorico sia ancora aperto a nuove ricerche e nuovi risultati.

Le sue opere sono permeate di una grandissima vitalità; da alcuni anni ha liberato la sua espressione creatrice compiendo una ricerca, totalmente libera, non soltanto sul valore del colore, ma anche sulle possibilità espressive di gesti inconsueti. I colori dunque vengono stesi con gesti pieni di vitalità, la vitalità sua caratteristica: donna  esuberante, che sente il bisogno di manifestare l'energia indomita che possiede al suo interno. 

Lei, che è cresciuta ad arte e pane, ha fatto dell'arte un suo nutrimento. Il colore e il gesto sono votati all’espressività; il suo è un racconto di riflessione sulle tappe della vita e su cosa siano le emozioni, che indaga attraverso gesti volutamente non  controllati ma neppure violenti. Gesti paragonabili al ruggito di un leone, forte ma necessario; spaventoso ma  l'unico modo che possiede per esprimersi. 

La sua ultima serie è l’analisi della sua posizione riguardo il sacro:  cosa c'è dietro alcuni fenomeni o letture di essi? Perché il il sacro non ci protegge effettivamente dai disastri della vita? In cosa consiste la fede?  Da laica non credente lei non cerca di fornire risposta, ma continua, invece, a porre domande; ed è questo  il giusto atteggiamento, sia perché le domande sono più importanti delle risposte, sia perché la ricerca è alla base della dell'attività di un artista. La sua vitalità esuberante continuerà a sorprenderci.

 

FRANCESCO ANASTASI

Di Francesco Anastasi hanno detto e scritto tantissimi critici e quindi potrebbe essere un lavoro complicato parlarne… eppure così non è: infatti la sua arte, così fresca, è sempre in grado di sorprenderci; ed è come una necessità raccontarne.  Facile rimanere ammaliati dalla bellezza delle sue immagini. Filtrate dalla sua memoria eppure la sua abilità le rende perfettamente attuali e vivide. La tavolozza è fresca e gli accostamenti di colore sono sicuri ma mai scontati. Possiede una profondissima sensibilità unita a una grandissima delicatezza, qualità che gli permettono di trasformare in immagini quasi oniriche ciò che proviene da una realtà che viene da lui fotografata in modo sintetico.

Altro discorso è quello delle opere dedicate ai fatti dell’attualità, come la violenza sulla donna o altri fatti drammatici. Questi vengono invece trasfigurati e riportati, viceversa, ad un universo come mitologico, così come è sua caratteristica: astrae e porta in una dimensione atemporale  gli stimoli che invece provengono da un mondo reale, che osserva con attenzione e intelligenza.

E nelle sue opere l'intrigo di linee nere si chiarisce in una nitida suddivisione geometrica degli spazi, che però non diventano rigidi e statici ma (e questa è la sua vera magia) continuano a mantenere freschezza e originalità, se pure contenuti all'interno, appunto, di una rigorosa geometria.

Ogni sua opera è un delicato oggetto artigianale, caratterizzato da una grandissima perizia e anche dalla  grandissima sensibilità estetica che la rende un racconto delicato. La cosa che mi stupisce è l'aspetto di indispensabilità che rivestono le sue immagini; così sembra che quella parete abbia aspettato lui per essere ritratta, e quella trave di sbieco sia stata piantata soltanto perché lui un giorno la potesse descrivere… ci conduce nel suo mondo nel quale il tempo più non scorre ma è fissato in istantanee della memoria, che risvegliano nitidamente il ricordo di fatti analoghi in chi osserva.  Infatti altra sua caratteristica straordinaria è nella capacità di fare diventare universale ciò che invece è personale.

Ottiene questo attraverso la trama delle sue geometrie, che, seppure rigorosa e nitida, continua ad essere libera e briosa. In questo consiste la sua serenità e magia, e il fascino del rigore assoluto che si coniuga con una grandissima libertà espressiva, la sua dote principale. 

 

 

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