Profili da Medaglia/61 - "Aurelio Pes" di Tommaso Romano
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- Category: Scritture
- Creato: 06 Dicembre 2018
- Scritto da Redazione Culturelite
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Esteta e gentil uomo, dandy senza stare in posa nel piedistallo, ama Goethe e Cagliostro, Pound e Balzac, Lucio Piccolo di Calanovella senza identificarsi in nulla se non con la propria conclamata e levigata discrezione sincretistica.
Un pò alchimista e un pò gran maestro, Pes conosce il linguaggio dei simboli e quello esoterico dei colori, come un antroposofo alla corte di Rudolph Steiner a Dornach.
Quando passeggia pare librarsi in danza, eppure è stato anche gran visir degli eventi della regione sicula.
Concilia e filtra l’altissimo e il minuto, concede con gentilezza e si ritrae - a volte - inorridito dalla plebe e dal mondo.
Pubblica i suoi distillati e ha scelto per la Novecento di Dominila Alessi i libri più belli, per lettori ricercati e rari.
Si illumina di fronte a scoperte e pure l’effimero l’intriga.
Poeta senza tempo delle mode, filtra la parola come godimento epicureo e la bellezza come difficile e pur intravisto orizzonte.
Il fuoco è la materia impalpabile dei suoi sogni elitari ed aristocratici. La sua genealogia del fuoco, un poema.
Sa di essere sprecato rispetto alla mediocrità dei tempi, ma sopporta con finta letizia le afflizioni dell’ora presente.
Ogni tanto scompare, in letargo per qualche tempo e ricompare come in epifania.
Il timbro della voce porge erudizione in quantità e magnificenza del dire in qualità.
Aurelio è unico come voleva Max Stirner, la sua biografia è la sua opera, la sua opera è la sua biografia.
nella foto da sinistra: A. Pes e T. Romano