SULLA BELLEZZA

La voce saggia delle Cose si affievolì fino a spegnersi e mutarsi in una lunga nota musicale. Un sentimento di sfavillante bellezza s’impossessò delle Ombre compensando il loro turbamento. Fu Sonja a prendere la parola interpretando il tumulto dei loro sentimenti di fronte al destino degli uomini e del mondo minacciati da una genìa di creature artificiali, da entità crudeli e imprevedibili.

      «C’è Bellezza, dunque, nelle nostre sventure, nelle nostre tragiche vite raccontate!...Perché, come le Cose hanno voluto farci intendere, le nostre lacrime versate e raccolte nei libri bagnano gli occhi di qualche gentile lettore, ne innalzano l’anima e la purificano. E se molti altri lettori si lasciano solo distrarre senza immedesimarsi, se le nostre storie li sollevano anche solo un poco dalla pesantezza del vivere, ebbene, cari amici, ciò è pur buono e serve a ripagarci, a farci sentire affrancati dal dolore e da tutte le sofferenze patite per volontà altrui. Sì. La Bellezza paga ancora. Ed essa potrà salvare il mondo se non mancheranno le nobili Opere, sue ancelle; se essa avrà, tra i suoi messaggeri, Personaggi come noi, così travagliati e perduti eppure pronti a riscattarsi per risorgere; oppure come il buon Myškin[1] per il quale, purtroppo, mai si apriranno se non per un miracolo le porte del mondo. Perché il mondo non accoglierà mai un’esistenza così inverosimile, essendo ad esso tanta bontà infinitamente estranea e avendola in passato già disconosciuta e negata nel Figlio dell’uomo! Se un uomo come Myškin non potrà esistere nella realtà, non importa. C’è Bellezza in lui e la sua luce può accendere nel mondo la notte più profonda e illuminare all’improvviso un’intera esistenza! Abituiamoci a “vivere” in questa luce debole ma salvifica che è, insieme, la nostra consolazione e la testimonianza che le nostre vite, seppure inconsistenti, non sono inutili! Esistere, per noi, è donarci attraverso la lettura a invisibili occhi e sperare che questi, godendo della luce delle nostre tenebre, si accendano come fiaccole sopra il moggio e mettano in fuga i cattivi sogni sostituendoli con la bella visione del vero. Perché c’è verità nella Bellezza se, per suo tramite, si realizza il prodigio della creazione; se, attraverso quegli occhi che ci leggono, essa apre dentro di noi un vago sentimento d’amore che ci fa sentire meno soli e ci dà voglia del mondo. C’è Bellezza nei libri!… E i libri, non sono forse il corpo con cui abbracciamo il mondo?...».

 

(da "H-OMBRE-S")

 

[1] Personaggio de L’idiota, di F. M. Dostoevskij

 

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