“Visita alla «Casa dell’ammiraglio» e alla sua città” - di Domenico Bonvegna

Finalmente dopo diversi inviti ho trovato l’occasione di incontrare personalmente l’amico professore Tommaso Romano, figura poliedrica del panorama culturale e storico della città di Palermo e della Sicilia e perchè no di quello italiano. Ricevuto nella sua sede di tante battaglie in via Ammiraglio Gravina a Palermo, ho potuto ammirare “La casa dell'ammiraglio”, che è anche il titolo del suo ultimo e recente libretto (Culturelitedizioni, pagine 111, e.15, 2022).

“Tutto sembra immobile ne la Casa dell’ammiraglio, dominata da una quantità immensa di sculture, porcellane, gessi, quadri, stampe, arazzi e tappeti, mobili…”. Per certi versi una raccolta che ricorda un po ' quella del Vittoriale di D’Annunzio. Una dimora privilegia, esclusiva, un piccolo museo. Una casa costruita a immagine di un ideale superiore, dove si raccoglie e si conserva ben più che semplici oggetti, non solo cose ma vere e proprie presenze, essenze. E’ diventata una “casanima”, con mille abitanti inanimati. Una casa rivestita da migliaia di libri che fanno da cornice ai numerosi oggetti. E qui il professore Romano cerca il bello, cerca di costruire un mosaico o di ultimare un affresco. E’ qui che l’ammiraglio passa il suo tempo, fra poltrone, merletti e sofà. Il mio rammarico è quello di non averla potuto visitare con attenzione. E’ stata una fugace visita, ospite per qualche ora, giusto il tempo per scambiare qualche riflessione sul nostro mondo politico, storico e sociale, religioso, ma soprattutto per ricevere in dono i suoi recenti lavori storici e letterari.

E a proposito di libri il professore oltre a scrivere è anche un grande editore, nel lontano 1971 ha fondato la mitica e leggendaria Thule. A suo tempo ho letto e recensito alcuni suoi libri, ora ho promesso di farlo anche per questi recenti lavori pubblicati. Per il momento mi limito a evidenziare il variegato percorso culturale, editoriale e civile del professore palermitano. Per farlo mi avvalgo di un pamphlet di Fabrizio Giampaolo Nucera, “Fedeltà e Rinnovamento”, sottotitolo: “Il cammino letterario, editoriale e civile di Tommaso Romano”. Testo edito dai “I Libri di Croce Reale”, Pianezza, (To), pubblicato nel 2020.

Il testo ripercorre il cammino della sterminata cultura di Tommaso Romano e le sue molteplici attività a cominciare dall’avventura editoriale e culturale di Thule, iniziata un mezzo secolo fà. Una attività che può contare quasi mille titoli fra libri e riviste pubblicati.

Sottoscrivo le parole di Nucera: “Ritengo punto d’onore il poter rivendicare e far meglio conoscere tutto un vasto patrimonio di cultura e civiltà che Tommaso Romano incarna e propone con rara autonomia e fervida creatività”.

Effettivamente il testo di Nucera segue con pignoleria tutti i vari passaggi della vita culturale e politica del professore. Il testo di Nucera è suddiviso in due parti: “Il pubblicista” e il “politico”. Nella prima parte si ripercorre i numerosi interventi mediali di Romano, sui vari periodici culturali, letterari e storici, compresi quelli del mondo digitale, fino all'ultima sua creatura, un grande sito-magazine a cadenza quotidiana, fondato nel 2018, www.culturelite.com, con centinaia di collaboratori (tra cui il sottoscritto) e oltre un milione e mezzo di pagine visitate ad oggi. Non mi soffermo su altre collaborazioni del Nostro professore per non tediare i lettori.

Tuttavia per Nucera, non si può trascurare due costanti del suo impegno: quello biografico, bibliografico, editoriale e quello riguardante la Storia e le cronache di alcune istituzioni, con l’ampia metodologia della ricerca. Sarebbe lungo l’elenco degli autori, studiosi, storici, letterati a cui fa riferimento Tommaso Romano. Potremmo iniziare da Lucio Annea Seneca, quelli giovanili, Evola, Guenon. E poi Buttitta, Mortillaro, a cui ha dedicato una eccellente biografia. In “Profili da Medaglia”, con la preziosa prefazione di Gennaro Malgieri e con un esemplare saggio di Maria Patrizia Allotta, Romano ricorda una innumerevole schiera di uomini e donne della cultura italiana. Faccio qualche nome: Del Noce, Eliade, Cattabiani, Rauti, Sciacca, Tangheroni, de Tejada.

 Sarebbe interessante soffermarsi su questi personaggi, mi limito a qualche precisazione ripresa dalla prefazione di Malgieri: “Sono grato a Romano di averci fornito non un elenco agli immemori, ma ha regalato una carezza affettuosa ed intelligente a quanti molto hanno dato e poco vengono ricordati, mentre dai loro libri, discorsi, pensieri e frammenti di vita potrebbero attingere giovani disorientati che non sanno più da che parte volgere lo sguardo”.

Un altro testo di profili biografici di pensatori, scrittori, saggisti, studiosi più o meno conosciuti (mi onoro di avere una mia scheda) è “Antimoderni e critici della Modernità in Sicilia dal ‘700 ai nostri giorni” ( Pag. 212, ISSPE, Palermo 2012)

Infine un altro testo denso di biografie è “Le altre culture. Storie del Sindacato Libero, Scrittori italiani 1970-2020”, con prefazione di Francesco Giubilei (Thule Spiritualità e letteratura 2020). Scritto dal professore Romano insieme a Pierfranco Bruni. “E’ uno strumento prezioso - scrive Giubilei - perché non solo ripercorre la storia del Sindacato Libero Scrittori Italiani ma tratteggia il profilo di alcuni dei suoi protagonisti corredato da una preziosa antologia di scritti e da preziosi documenti…”. Nucera non fa riferimento solo ai libri ma anche ai numerosi convegni di studio organizzati dal professore Romano e poi soprattutto con la pubblicazione degli Atti che diventano libri con le interessanti relazioni dei vari partecipanti.

Gli altri volumi che intendo segnalare in questa sede sono il “Mosaicosmo nell’infinito. Testi dal 2008 al 2021”, (Fondazione Thule Cultura 2021) di 500 pagine. Inoltre “La Tradizione Regale. Singolarità fra Autorità e Libertà” (Fondazione Thule Cultura 2021) anche questo volume fa parte della Collezione del Mosaicosmo, giunta al numero 22. In quest'ultimo volume sono presenti saggi di diversi studiosi tra cui Malgieri, Sala e Primo Siena.

Il professore Romano oltre ad essere un insigne scrittore è stato un illustre uomo politico, Nucera fa un elenco dettagliato dei vari passaggi della sua lunga militanza e impegno nel bene comune. Cresciuto in una famiglia notabile di solide tradizioni giuridiche e religiose, di idealità conservatrici, liberali e patriottiche (il padre Ignazio, fu tra i fondatori dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini e poi del Movimento Sociale Italiano). Fin da giovane partecipa alle attività politiche. Aderisce alla “Gioventù Monarchica Italiana” del Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica e al Fronte Monarchico Giovanile dell’UMI. Poi rientra nel MSI al tempo del successo politico dell’onorevole prof. Dino Grammatico (storico assessore regionale all’Agricoltura) che sarà sempre un suo punto di riferimento insieme al deputato regionale Giuseppe Tricoli.

Le ragioni forti porteranno Romano a frequentare gli ambienti del Tradizionalismo, piuttosto quelli partitici. Da ricordare la sua frequentazione del Centro Siciliano di Studi Tradizionali che si ispirava alla figura allora vivente del filosofo e pensatore di origine siciliana, Julius Evola. Successivamente fonda la prima Agenzia di Stampa Tradizionalista ed evoliana, dal titolo “Rivoluzione Tradizionale” che lo porterà a conoscere diversi pensatori e studiosi come Boschiero, Giovanni Cantoni, Giovanni Volpe, Marcel de Corte, Gustave Thibon, Vintila Horia, Augusto Del Noce, Marco Tangheroni.

Da notare che partecipa anche ai primi ritiri di Alleanza Cattolica.

Nel 1973 a Napoli prende parte al Convegno della rivista napoletana tradizionalista “L’Alfiere”, diretta da Silvio Vitale, noto avvocato saggista, consigliere regionale e poi deputato europeo. Con lui instaura una fervida collaborazione, continuata poi con il figlio, il magistrato Edoardo, continuatore dell’opera identitaria meridionalista e tradizionalista del padre. Nel convegno napoletano incontrerà per la prima volta lo scrittore e saggista genovese Piero Vassallo (che sarà sodale di quasi tutte le intraprese di Romano) e Pino Tosca, esponente del tradizionalismo pugliese. Ritornato alla fede cristiana, in quella sede stringe amicizia con uno straordinario personaggio spagnolo, cattedratico e teorico del Carlismo dottrinale: don Francisco Elias de Tejada Spinola, autore del fondamentale volume “La Monarchia tradizionale”. Intanto nel 1976, Romano organizza a Palermo il terzo convegno, dedicato ai Movimenti Popolari Antigiacobini, la prima lettura storico-dottrinale dell’antigiacobinismo in Italia.

Per quanto riguarda il percorso politico del professore Romano, Nucera evidenzia che la sua attività si fondava sulla classicità, sulla romanità e sulla cristianità, coniugata con la regalità intesa come principio e idea forza e, quindi, con la visione metapolitica della Monarchia e dell’Impero.

Inoltre Romano è ideatore di un pensatoio che prende il nome di “Empire International Club”, un luogo di incontro di élites operative pensanti, a tutti i livelli, sui valori dell’imperium, riproponendo il pensiero di Dante Alighieri espresso magistralmente nel De Monarchia e poi nell’umanesimo cristiano.

Il testo sottolinea il costante riferimento del Club al pontificato di Giovanni Paolo II, al suo pensiero e azione fecondi, tanto che i fondatori Cionini e Romano furono ricevuti in udienza del Sommo Pontefice in Vaticano, il papa polacco mostrò di gradire i contenuti culturali e l’ispirazione spirituale dell’Empire.

Negli anni ‘80 Romano è ancora protagonista fondando un soggetto politico-culturale, il “Raggruppamento Cattolico Tradizional Monarchico” (RCTM), da dove nascerà successivamente Tradizionalismo Popolare.

Nel 1997 Romano rientra nella scena politica partitica in vista del Congresso Nazionale di Sorrento del MSI-DN. Tuttavia Romano rimane sempre con la sua linea culturale, quella della tradizione italiana, classica, nazionale e cattolica che non coincideva con la linea di Pino Rauti. Da questo momento fino al 2007 si apre per Romano una lunga e feconda stagione di impegno politico e civile che lo vede operare prima come Consigliere Provinciale, poi per ben tre volte come Assessore alla Cultura e all’Istruzione della Provincia di Palermo, nonché vicepresidente dal 1998 al 2002 (presidente Francesco Musotto) con ulteriore deleghe, e infine, quale Assessore alla Cultura della Città di Palermo (2006-2007). Naturalmente il testo di Nucera non può fare a meno di elencare tutte le numerose iniziative culturali intraprese in quegli anni da Romano in qualità di assessore alla cultura. Fare un bilancio di quegli anni è assai complesso. Basterebbe sfogliare le annate della rivista dell’Ente, “Palermo”, o della rassegna Stampa quotidiana di allora. Conclusa la stagione istituzionale alla Provincia e al Comune, Romano continuerà a insegnare e ad impegnarsi nella sua quotidiana azione culturale, producendo in proprio volumi significativi, specie quelli legati alla sua visione del Mosaicosmo. Mi piace concludere questo veloce itinerario sulla figura, l’azione e sul pensiero politico e metapolitico di Tommaso Romano con l’iniziativa del Comitato, poi diventato “Real Compagnia della Beata Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie”, che svolge a Palermo e non solo, una costante opera di apostolato laico e al contempo religioso, di formazione e di esaltazione della figura, veramente nobile e santa di Maria Cristina.

Una Compagnia nata nel 2000 in occasione dell’indimenticabile Te deum di ringraziamento svoltosi nella Reale Cappella Palatina di Palermo, presieduta da S.E. il cardinale Paolo Romeo. Concludo con le significative considerazioni di Nucera sulla figura del maestro Romano.

“Non è superfluo il sottolineare che Romano ha sempre avuto una visione sacrale e dantesca, universalistica della regalità che ha proposto, attualizzandoli - specie riferendosi ai simboli trascendenti e imperituri, dell’Imperium- e rielaborando la visione organica, non statalista, libera, decentrata e religiosa (e, tuttavia, sempre, nel tempo più lontana dal clericalismo e dal collateralismo, con la stigmatizzazione della secolarizzazione, che ha - a suo avviso - colpito anche la Chiesa Cattolica Romana, negli ultimi anni e con il pontificato Bergoglio, assai diverso da quello, invece ammirato di Benedetto XVI), un cristianesimo vissuto, ‘ghibellino [...]”.

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