Con il suo monumento Guadagnuolo ricorda le vittime dell’alluvione in Emilia Romagna nella solidarietà del nostro tricolore

L’artista italiano Francesco Guadagnuolo, principale rappresentante del movimento del Transrealismo italiano, ha realizzato un monumento toccante immedesimandosi per la perdita delle 17 vittime nell’alluvione avvenuta nella Regione Romagna, nell’urgenza di un dramma che coinvolge l’Italia intera.

Guadagnuolo, nel suo monumento-installazione ha voluto interpretare nella sua ricerca visiva, le case coinvolte dall’alluvione con i terreni franati di un’Italia coinvolta nel dramma la cui energia di vita attraversa le vene del popolo romagnolo che lotta per la vita e per la ricostruzione.

La grande opera del Maestro vuole ricordare l’accaduto e coloro che non ci sono più, morti per lo più nelle loro case. L’opera intitolata: “Romagna mia… Italia mia” si presenta con un tronco d’albero che si innalza dai due grandi rami come braccia umane che trattengono le case mentre vengono trascinate dall’alluvione, esprimendo una sentita solidarietà dell’Italia al popolo romagnolo in segno di partecipazione e di cordoglio. Nei due rami-bracci d’albero sono incastrate tre case franate dall’acqua che si tingono dai colori della bandiera italiana innalzandosi fiduciosi verso il celestiale. In alto la prima casa verde con dentro il frumento in quanto l’Emilia è anche produttrice di grano, simbolo del pane quotidiano. In mezzo, la casa bianca che conserva uno scheletro all’interno, in ricordo delle 17 vittime con i loro nomi scritti all’interno della casa. In basso la casa rossa, con all’interno un grande cuore, il cuore degli italiani a cui non è mancato lo spirito di corpo e gli aiuti. Il tutto diventa simulacro per le migliaia di persone senza più la loro casa.

Guadagnuolo è molto legato all’Emilia Romagna poiché il suo bisnonno, il Musicista Luigi Cornia, era di Rubiera (RE). Ha interpretato l’alluvione attraverso la sua arte con spirito moderno. L’artista umanitario e Ambasciatore di Pace dell’Universal Peace Federation – ONG accreditata con “Special Consultative Status” presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite, presentando il suo monumento ha detto: «Questo è l’albero della vita, della resistenza e di speranza del popolo Romagnolo, nonostante le frane, le radici sono rimaste vive e riuscirà ancora a germogliare di luce verso il blu del cielo». É chiaro che l’installazione-monumento esprime un profondo effetto etico nel pensiero di pace e di libertà. Quando l’artista istituisce un monumento di Pace manifesta il suo parere onesto, comunicativo, per comprendere a tutti i costi, i modi per prevenire i disastri naturali, almeno evitando vittime innocenti. È il modo migliore, attraverso la forza dell’arte, lasciare una memoria di libertà nell’immaginario collettivo del popolo romagnolo, affinché ciò che è accaduto non avvenga più.

L’arte è sempre una giusta causa che traduce l’ideale all’emancipazione dell’intelletto, di fede, di concezione. Ecco che allora la grande scultura-installazione di Guadagnuolo interpreta un’azione artistica creando un’accentuata dinamica di energie vitali, nella composizione, negli accordi cromatici di significati simbolici e contro la morte violenta. Una convulsione motoria del gesto che vuole significare vita e lotta per la vita. L’albero di Guadagnuolo, potremo dire che, diventa simbolo della libertà che guida la resistenza di un popolol’artista mette così in mostra la forza del popolo romagnolo che lotta sino allo spasimo per difendere la propria Regione.  Un’arte pubblica, potremo dire quella di Guadagnuolo, deliberata all’educazione dei valori umani.

 

 

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