“Estetica dell’arte di fine ’900 al Nuovo Millennio che diventa pensiero in Europa, negli Stati Uniti e in Italia: Beuys, Warhol e il Transrealismo” di Renato Mammucari
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- Category: Arte e spettacolo
- Creato: 24 Gennaio 2023
- Scritto da Redazione Culturelite
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L’arte contemporanea non la si può intendere se non si ha il cammino culturale dell’Europa. L’Europa è sempre stata attiva con la massima disponibilità nella civiltà dell’arte, in cui tanti hanno attinto accostandosi alle varie componenti intellettuali. Nelle diverse epoche il patrimonio di conoscenze europeo è divenuto cultura del progresso, nel concetto che parti nodali dell’identità europea si sono propagate nel pianeta generando una diversificata, progredita cultura trans-europea, in particolare negli Stati Uniti. La cultura americana scoprirà nel Vecchio Continente la ricchezza storica delle arti così come le qualità ideali dell’essere umano. Di fatto, l’arte europea è connessa alle ideologie della storia, alle lotte sociali e all’ideale per una vita superiore. Invece la cultura artistica americana è senza illusioni, priva di apprensioni e di cambiamenti sociali. È come se riesumassimo gli ideali della cultura europea che hanno associato da sempre il corso degli eventi storici dell’umanità. Nella moderna cultura filosofica europea, non si vuole prediligere il realismo a sfavore dell’idealismo, o all’opposto, ma nel sollecitarsi dell’uno e dell’altro. Precisare un’ideologia come benessere delle comunità europee, e provvedere alle risorse per conseguire i bisogni per questi obiettivi, riesce quando questo giunge, ponendo in atto il confronto derivante dallo sviluppo e dall’insieme tecnologico e scientifico. Oggi si ha l’impressione che la politica, la cultura e la finanza soffrissero di nessi con il mondo reale, per questo sfuggono ai bisogni della vita; come tanti quesiti della filosofia ancora oggi permangono insoluti: l’arte Transrealista di pensiero con un’accensione tutta italiana, si pone interrogativi sulle problematiche esistenziali, sulla stessa cultura e sulla politica finanziaria dello Stato nella maniera in cui interagiamo e la percepiamo.
L’arte può veramente esprimere il pensiero sulla realtà che viviamo?
L’arte può esprimere il pensiero sulla realtà perché attraverso l’arte che appressiamo a riconoscere quelle realtà oggettive che sono a volte celate, denunciando e provando a riorganizzare un nuovo assetto sociale per la ricerca di quelle verità dei fatti che la storia spesso azzarda a non apprezzare. Vertendo così l’opportunità di poter vivere la consapevolezza e la competenza costruttiva nella ricerca di validità di quello che ancora è appartenente al nostro patrimonio. Per capire questo è necessaria la comparazione di ciò che è autentico e ciò che è falso, anche se si tratta di giudicare una dimensione di siffatta inquietudine del mondo o delle tante miserabilità prodotte dal genere umano. Solo da quel momento si avrà la forza di plasmare un mondo fiducioso nel cogliere l’essenza vitale del genere umano e orientare la possibilità del percorso in condizione meno inquietante per trovare quel minimo di serenità tanto desiderata, ancor di più oggi che siamo entrati nel Terzo Millennio. Rivolgendo in questo modo l’attenzione all’evoluzione umana verso un parametro di ‘intelletto sociale’ che sappia affrontare le sfide della vita di ogni giorno, perché superarle, vuol dire darle valore. Da questo importante supporto sarebbe impensabile ancora oggi di essere soggetti a dover vivere una gretta realtà, ma dobbiamo comprendere la considerazione di vivere in una grande realtà sociale dove nessuno è escluso e viverla nell’assoluta convivenza pacifica. Da questo valore si trae un forte impegno civile portandoci alla necessità di una relazione risolutiva con i complessi sistemi politici e sociali del nostro tempo. Riuscire a questo significa una grande rivoluzione culturale dell’era delle comunicazioni, nell’unificare le divergenze culturali della storia contemporanea.
L’arte di pensiero in Germania, negli Stati Uniti e in Italia
Nell’ultimo ’900 l’arte di pensiero è persistita in America con Andy Warhol e in Germania con Joseph Beuys che hanno raccontato, in scelte differenti, la maniera di interpretare le realtà della vita. Warhol ha raccontato una società malata, svuotata in oggetto di consumo, invece Beuys la società va curata come anche vanno salvaguardati natura e ambiente, due esempi che hanno usato l’arte per fare filosofia. In Italia è nel Transrealismo di Francesco Guadagnuolo che formula, con espressioni molteplici, le esegesi del mondo reale mettendo in rilievo una creatività, che congiuntamente è percezione e comprensione, anche quando fa rivelare un’entità di origine trascendentale.
Joseph Beuys
Beuys ha sostenuto argomenti che puntavano sul mutamento umano pensando ad un’espressione di “scultura sociale” per personificare, attraverso i mezzi dell’arte, un cambiamento della società. La “scultura sociale” comportava l’operosità antropica che cerca di organizzare società e habitat. Per cui la sua indagine artistica si muoveva per il miglioramento dell’essere umano e così della società. Beuys s’immaginava come uno sciamano che aveva la capacità di condurre la società in una moderna rotta: a tal modo si occupò di riformare l’aspetto morale dell’essere. Tale concetto ha tentato di trovare un’arte che sia il fulcro della società moderna che servirebbe a rinnovare più adeguatamente l’esistenza con l’ambiente naturale. Beuys estese un’arte di rievocazione sul medesimo tracciato di movimento che comprende anche l’oggetto com’è accaduto in Warhol. Infatti, è da tenere presente che la ricerca è più o meno la stessa, ma il contenuto è diverso nel commentare la società: scettico Warhol, speranzoso Beuys.
Andy Warhol
Warhol intuisce il declino dell’arte. Il mondo non è più quello di prima, ciò che è importante è il denaro, egli preannuncia il sistema economico capitalistico dell’arte. Con Warhol si ha l’icona realista della superficialità, il tutto ambientato in un’America, traslata di simultaneità inesorabile, mutata ad oggetti di culto della produzione seriale industriale, del frenetico logorio al consumismo a basso costo. Inoltre all’osservazione idealizzata dall’esibizionismo degli attori del cinema o degli emarginati travestiti di colore, visti in egual modo degli attori, sino agli argomenti di cronaca. Il successo di Warhol sta nel racchiudere gli andamenti di un popolo alienato dall’esaurimento del prodotto pubblicitario come anche del deterioramento visivo delle star del cinema, e lo fa per mezzo della tecnica serigrafica che ben si addice alla produzione seriale consentendone di moltiplicare l’identica rappresentazione privandola del suo contenuto culturale. Insomma un prodotto artistico disumanizzato messo a confronto della maschera sociale contemporanea.
Il pensiero del Transrealismo in Italia
La cultura italiana ha una stimata importanza nel mondo, connessa all’interesse educativo-culturale per la ricchezza delle opere d’arte, come anche la competenza di svolgere tecniche e procedimenti appropriati per il restauro nella difesa delle opere d’arte e nel generare inedite opere moderne e ben applicate in diversi campi com’è stato nel passato, nel presente e per la cultura futura. In Italia è nel Transrealismo di Francesco Guadagnuolo, valutato nel 1995, da Antonio Gasbarrini che lo notifica il principale artista per vocazione, che regola, con formulazioni composite, le interpretazioni della realtà, ponendo in risalto un’inventiva, che annessa è conoscenza e apertura, anche quando esprime un’essenza spirituale. Guadagnuolo ha instaurato una competenza creativa nell’arte per parlare di contrapposizioni che percuotono uguaglianza e democrazia da cui partire sul piano culturale, per la ragione che ancora persistono decadenza e inciviltà ritenute essere connesse alla storia umana. É nella ricerca dell’identità umana come valore che s’identifica nell’ammettere e assicurare politicamente e legittimamente i diritti innati dall’uomo per una vera collettività progredita, ponendo l’epicentro nell’essere umano e la sua libertà. Tale attività si rappresenta in forma di pensiero che auspica esporre la ricerca come valori umani-etico-politici. Ma la filosofia di Guadagnuolo è anche condizione umana che indaga contro chi è sfavorevole a questa ricerca di valori, prediligendo le contraddizioni delle malvagità della vita, che si avversano in agitamenti rivoluzionari determinati nell’irrompere in certi territori, per poi diventare percorsi senza uscita, in quanto vengono causati dall’avverso e nell’offensiva all’uomo trainati dal funesto. Gli archetipi che contrastano a questi valori umani sono a sfavore: della libertà, della responsabilità e della moralità. Se si pensa che ancora nel Terzo Millennio ci sia chi organizza guerre per conquistare non si sa cosa? Immaginando, così facendo, di estendere il proprio potere, o macchinando come arricchirsi facendosi corrompere e così via... Secoli di storia hanno insegnato cosa? L’avidità umana acceca l’individuo a scapito dell’essere umano che scade nella grettezza. Tutto questo pagato a quale prezzo e a quale proposito? E dopo bisogna chiedersi cosa rimane? Nulla! Rimane il grave peccato della soppressione dell’uomo e della sua dignità. Invece non dovremo dimenticare il valore del modello umano di quello che erano gli obiettivi dei fondatori storici dell’Europa: il “principio benevolo dell’identità cristiana europea” innalzata ai valori umani, che ancora oggi si chiamano:’crescita umana’ e ‘serenità sociale’. Oggi che il Papa emerito Benedetto XVI non c’è più fisicamente, ma lo sentiamo presente nel rivolgere “…un’ultima volta all’Europa intera e all’Occidente perché, solo riscoprendo la propria anima, possano salvare se stessi e il mondo dall’autodistruzione”.
Contraddittorietà Culturale: Arte e mercato
Di questa sorta di estensione è quello che riconosce l’arte di Guadagnuolo differentemente da quella degli altri due artisti Beuys e Warhol. Peraltro s’impone a sfavore di quello che viene contrassegnato mercificazione del prodotto artistico, nel quale valore non viene più dalla storia dell’arte, ma dal costo commerciale (più costa e più importante diventa l’opera). Ciò genera il nulla nel rappresentare la cultura dell’arte, rendendo l’attività artistica dannosamente vana, declinando qualunque pregio ad essa appartenente. In un mondo contrassegnato da tale irrazionalità e da tale mercificazione dell’arte, poco si parla dell’importanza culturale, invece è ricorrente nel portare avanti il cosiddetto: “sistema dell’arte” che vincola unicamente all’investimento finanziario. Questo succede dalla bramosa voglia speculativa nell’arricchirsi e dall’altra dall’incapacità ‘culturale’, pertanto è urgente e necessario opporsi a tale idiozia.
Questa irrazionalità contro l’arte ha alterato le mostre e le opere degli artisti che vengono esposte a fini commerciali e ad operazioni finanziarie. Così facendo l’arte risulta sempre meno nel poter renderci migliori ed a testimoniare le realtà della storia. L’anomalia è avvenuta con Andy Warhol, sino a quel momento l’arte ed il traffico mercantile erano due ambiti dissociati. Andy Warhol trasforma questo in capitalismo commerciale, inizialmente si pensava all’arte come ricerca culturale, attualmente si pensa all’arte come fare business finanziario, perché come diceva Warhol la vera arte è fare business. Guadagnuolo, non è il solo, altri e tanti artisti rifiutano tale contraddittorietà culturale e del mercato che hanno preferito porre in opera certe tattiche per proteggere e vigilare le loro opere a sfruttamenti e a speculazioni finanziarie in cifre gonfiate per effetto di un complesso sistema delirante. L’arte è divenuta merce, prodotto commerciale, è come se si parlasse di un bene immobile o di una tenuta pronta alla speculazione edilizia o di un prezioso gioiello o altro da sfruttare all’inverosimile e mettere in vendita al migliore offerente facendo credere ad un investimento economico sempre più smisurato. Il grande storico dell’arte Federico Zeri denunciava le conseguenze negative nella vendita di opere d’arte in tempi moderni con somme spropositate richiamando queste connotazioni immorali. Si tratta di un mercato spesso non trasparente e non regolamentato di cui si apprendono alla fine soltanto gli effetti delle vendite, specie quelli che hanno luogo nelle aste internazionali. La saggezza in termini di valore dell’arte ci dice che è giusto che i quadri debbano avere un valore economico e quindi essere venduti, ma senza eccedere con importi sproporzionati, purché sia in funzione di una regolamentazione nella costituzione di un ‘ordine’ degli operatori di mercato caratterizzata principalmente da valori etici e culturali, perché l’arte pone valori universali, esponendo così l’artista e le opere nella qualità di teste legittime, reali e garantite del valore artistico in relazione ai fenomeni e vicissitudini della storia contemporanea.
Le società contemporanee sono carenti di principi etici?
Guadagnuolo ci dice che l’arte agisce con la storia. Arte e vita si muovono unitamente e di conseguenza hanno unità con le realtà storiche, esaurientemente argomentato da un saggio “Guadagnuolo, ovvero Arte come Vita” del filosofo Rosario Assunto del 1986. Dunque l’arte grava sul mondo reale e condiziona il mondo sociale.
La Storia e la Società convivono nei fatti della storia e nella scienza economica ed al loro impegno sul sostentamento della vita di tutti i giorni. Artisti come Guadagnuolo che vive nella società, con il suo pensiero espone nella sua produzione artistica l’inquietudine e le controverse della realtà sociale. Le società contemporanee sono carenti di principi etici, laddove i comportamenti sono divenuti monotonia, in cui l’uomo, esegue la sua azione di assuefazione, dovuto ad un sistema ormai inaridito. Guadagnuolo accusa con la sua arte siffatta società passiva, che va contro la stessa esistenza di libertà della vita, per cui l’artista ricerca nell’individuo ragionatore e avverso il confronto con un mondo che non riesce più a riconoscere, Guadagnuolo ci incita a prendere in esame la realtà, convertendo in arte ciò che non è più palese alla nostra percezione, con un Transrealismo capace di inoltrarsi oltre nel visualizzare una degna realtà da vivere scartando tutto ciò che è diventata offuscata da cataratta cronicizzata. Guadagnuolo fa l’esempio con le sue opere, come se guardassimo le sequenze dinamiche di fotogrammi in movimento continuo, con potere immaginifico particolarmente ricercato nell’impressionare la nostra retina nella vera lecita percezione, portandoci a riflettere che abitiamo in un mondo che sembra più spesso a noi estraneo, diventato pericoloso, governato dall’individualismo, dal capitalismo e dall’oligarchia nonché dal cinismo (temi politici trattati da Guadagnuolo nel 1983 nella Cartella ispirata all’Alfieri: “L’uno, I Pochi e i Troppi”) contro quello che vogliono farci pensare un mondo discorde, ma per fortuna esiste ancora un mondo fiducioso che ci ritrae superiori ed a sfavore di tutte quelle passive società contemporanee dove permangono burocrazie, accentramenti e mercificazioni giacché per una certa classe dirigente fa comodo così per quel fiume di denaro che riescono a fare scorrere (l’opera di Guadagnuolo ‘in dialogo della centralità guttusiana nei fatti del realismo’-“Burocrazia” del 1972 appena sedicente ne denunciava il rischio). Un’altra piaga delle società è l’indifferenza. L’indifferenza è la zavorra bruta della realtà. Assenteismo e indifferenza portano ad insufficienti coscienze poco vigilate favorendo chi vive di sommerso, demolendo così, l’esistenza sociale in modo che la collettività rimanesse all’oscuro portandola sfavorevolmente a soffrire di moralità e di svantaggio economico. Ci chiediamo come mai questa collettività non se ne allarma? O forse si pensa che le vicende non siano altro che una cosa comune che arrivano perché devono arrivare, del quale chiunque resta imbrigliato dal sistema e nulla si può fare. Non nascondiamoci del chi non sapeva, o di chi non aveva visto, perché la maggior parte conosceva ed aveva veduto, ma nessuno ha mai fatto niente, rimanendo nella spenta abietta indifferenza.
Questo non è più ammissibile in una società moderna progressista. Pertanto la necessità è anche l’urgenza di costruire un’organizzazione politico-istituzionale disposta a erigere un complesso di elementi sociali corretti nel rispetto della vita, del lavoro, e benevola nel trasmettere qualità all’essere, nell’investirlo come risorsa di capitale umano, in quello che diremmo riuscire a trarre le risorse che l’umanità del XXI secolo potrebbe aspettarsi. Fortunatamente nel mondo ancora reggono certi obiettivi che cercano affannosamente di portare al progresso culturale, politico ed economico come anche la salvaguardia dell’ambiente naturale. Dunque individuare e produrre nella cultura, le metamorfosi delle arti, come profondo cambiamento per aprire le coscienze a nuove opportunità logiche che derivano dal mondo reale del lavoro operoso delle città, dagli oggetti in uso, dai linguaggi tangibili; ovvero, dalla creazione di configurazioni al modo di compito-analisi sulla realtà che ci circonda che implica naturalmente quella ‘filosofica’ nonché dalle nuove, vere, affidabili costruzioni di pace dell’opportunità politiche. L’arte, non è più solo appartenente all’occidente, ma è diventata attività umana nel mondo, non bisogna fermarsi all’arte del passato, ma a tutta l’arte che appartiene al nostro tempo perché attraverso l’influenza dell’arte, il nostro tempo politico-sociale lo si può migliorare investendo sulla modernità e sul progresso per il bene dell’uomo e dell’ambiente.
La caduta del Muro di Berlino chiude un’epoca
San Giovanni Paolo II, cambiò il corso del XX secolo ha promosso un apporto all’argomento Europa e alla sua identità conseguendo una funzione considerevole nello sviluppo dell’attuale storia: il Pontefice proveniente dall’oriente sostenne la confederazione nazionale di sindacati indipendenti guidata da Lech Wałesa nell’inizio di Solidarnosc in Polonia, che ha trascinato al cedimento dell’organismo comunista, dell’Europa orientale e nell’Unione Sovietica nei fatti del 1989.
Infatti, il 9 novembre 1989 veniva giù il Muro di Berlino che ha chiuso un’epoca facendo riflettere nella ricerca dell’identità europea. Finisce un mondo con lo sgretolamento dell’Impero Sovietico creato da Stalin nei Paesi dell’Europa dell’Est invasi dai Russi nel secondo conflitto mondiale. Lo scioglimento dell’Unione Sovietica implicò l’eliminazione del Patto di Varsavia e il 26 dicembre 1991, il Soviet Supremo pone fine all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, finendo così un tempo storico definito ‘il Secolo breve’, che nessuno avrebbe mai pensato che accadesse. L’Unione Europea deve e dovrà ancora lavorare per rimuovere le ombre del comunismo, dei nazionalismi o del nuovo sovranismo e imporsi nell’opportuna fermezza, assieme al sentimento dell’individuare un’identità comune a tutte le nazioni europee.
Terzo Millennio e le problematiche Ambientali
Una nuova materia su cui l’arte sente di esprimere è l’ambiente, con l’aiuto, della scienza, dell’architettura, della letteratura e della cinematografia, tutti a sostenere la difesa dell’ecosistema come bisogno primario della vita, in scopi di elaborazione ed ideazione nella ricerca di nuovi equilibri benefici di convivenza tra l’essere umano, la società e l’ambiente.
Con l’avvento del Terzo Millennio, le comunità terrene speravano in un po’ di pace nel rispetto umano, dell’ambiente e su un certo benessere, invece è cominciato tragicamente con l’attentato a New York alle Torri Gemelle, l’“Isis” con la distruzione del loro patrimonio culturale, la crisi finanziaria del 2007-2008, la crisi dell’area Euro, poi la pandemia da Covid-19, catastrofi ambientali, crisi energetica, una guerra alle porte dell’Europa tra Russia e Ucraina. Riguardo a questo ed altro ravvisiamo un mondo in pericolo che va sempre più a dissolversi. Il pianeta Terra è sempre più sottomesso dall’essere umano con nuove implicazioni politiche, morali e sociali. Ben sappiamo che l’essere umano è sottoposto alle regole della natura, ma può anche trasformarli, è quello di cui ci si è accorti ormai da lungo tempo, ma forse adesso è troppo tardi. Per questo si debba considerare che il futuro potrà pericolosamente esternarsi in maniera irreversibile sull’ambiente naturale e lo scontro diventerebbe letale, rendendoci sempre più incapaci di affrontare la vera emergenza che si chiama: “sopravvivenza del genere umano”. Consapevolmente dice Guadagnuolo: “dobbiamo prendere in esame il pericolo ed agire subito. È finita l’epoca del capitalismo, dobbiamo uscire dall’ottica del consumismo e pensare all’ambiente per le nostre difese salutari, nell’opporsi a tutto ciò che impedisce alla riorganizzazione nell’impegnarsi ad operazioni decise e rigorose, incominciando a desumere, ad elaborare, obiettivi urgenti, per condurre innanzi l’idea di procedere sull’importanza della salvaguardia del genere umano, per una vita che sia degna ancora di essere vissuta per il motivo che siamo nati”. Si discute di arte filosofica con Guadagnuolo, di espressione estetica dell’epoca presente perché il mondo si sta gradualmente dirigendo alle prese di una trasformazione totale della realtà e particolarmente alla comprensione e alla definizione di questa realtà, in quanto pronta ad esplorare la percezione dell’arte e lo fa nella ricerca trans-reale come passaggio al Terzo Millennio, con un interesse al legame uomo e ambiente, un’indagine artistica che vede una meditazione dell’uomo anche della sua incorporeità per tutti quei contenuti vitali che unificano le realtà naturali all’essere umano. É in virtù dell’Arte che oggi è ancora possibile comunicare una certa convinzione che non tutto è finito come rischio inesorabile, ma ancora c’è un margine di possibilità di rigenerazione, grazie all’utilità del progresso scientifico in cui l’arte Transrealista di Guadagnuolo ne fa il suo principio ispiratore, e noi tutti dovremmo essere fiduciosi nei confronti della scienza ed investire per il futuro generazionale.
Un umanesimo artistico-religioso tra scienza e filosofia
Da questo appare la visione del mondo di Guadagnuolo, attento osservatore dei mutamenti delle società dal secondo dopoguerra e al passaggio nei primi vent’anni del Nuovo Millennio, che manifesta con la sua arte la nostra storia contemporanea prestandosi a considerare da una parte la condizione dell’uomo e mirando ad un’era progressista che include umanesimo artistico ideale e religioso tra scienza e filosofia. In una cartella di incisioni del 1980 intitolata “Humanitas” Guadagnuolo manifestava i suoi ragionamenti sulla condizione umana, la cui caducità è avvolta dal tempo che inesorabilmente passa e tutto estingue, ma fortunatamente rimangono i fattori positivi. Nondimeno l’arte possiede un proprio “tempo” che è rappresentato dall’estensione e ravvicinamento, fra tempo trascorso e tempo contemporaneo, proiettando nel futuro un segno assoluto, perché nel percorrere e nel manifestare s’immortalano le esperienze reali e le verità immesse nel profondo di ciascun essere umano. Questa è la via indicata da Guadagnuolo nel porre verità e salvezza al genere umano.
L’anno 1988 rappresenta la consacrazione artistica di Guadagnuolo, quando l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana ha programmato nella sede romana una sua mostra antologica, in segno di riconoscimento per la sua operosità nel mondo culturale. All’inaugurazione l’allora Presidente Giuseppe Alessi congratulandosi con l’artista ha detto: ‹‹L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana “Giovanni Treccani” è ben felice di avere dato ospitalità a Francesco Guadagnuolo perché nella sua pittura, che è di “cultura”, vi è una certa omogeneità di fine con quelli propri dell’Istituto. Io sono un fruitore della cultura altrui ma debbo dire che per l’universalità delle opere, ossia il momento in cui l’artista esprime quello che le persone comuni non riescono ad esprimere, e per la varietà delle soluzioni plastiche delle immagini, possiamo collocare il Guadagnuolo non solo nella storia della pittura contemporanea ma nella storia del pensiero. Egli è un pittore che fa il filosofo attraverso il pennello››.
Nei suoi soggiorni parigini Guadagnuolo ha avuto l’opportunità di ottenere diretta cognizione della filosofia di Jacques Derida, un pensatore libero, che con la sua osservazione ha provveduto a dare forti segnali al pensiero attuale, inoltre l’artista è stato attirato dal pensiero di Jean Pepin; ciò gli ha consentito più adeguatamente intendere quello che i pensatori greci abbiano avuto efficacia sull’origine del Cristianesimo. É stato inoltre particolarmente partecipe alla filosofia di Jean Guitton che annunciava un cattolicesimo alto a tutti i valori, idoneo ad accostarsi a religione e scienze umane.
Attraverso l’arte Guadagnuolo fin dagli anni Ottanta sviluppava soluzioni diverse per la comprensione della nostra epoca, invece per i linguaggi, l’artista pur usando i nuovi media, la pittura non è mai sparita, semmai la muta impostandola e diversificandola nella ricerca di nuove espressività del mondo reale. Osservando certe opere deghi anni ’90 Guadagnuolo coglie l’uniformazione nella sintesi tra arte astratta e figurativa in dialogo con la scrittura autografa, a prima vista potranno sembrare lontane, esteriormente differenti, ma approfondendole comprendiamo che possiedono una logica conduttrice che le coalizzano ad un contenuto finalizzato, presentando quel delineato filosofico che lo fa essere al di sopra delle parti. In tale senso mi pare utile esporre certe analisi d’insieme tra quelle che più adeguatamente si accostano alle sue riflessioni, ai suoi argomenti, indicando una maggior misura dell’apprensione da cui essa ha origine e viene vivificata. L’espressione di Guadagnuolo nei raffronti dell’arte si orienta principalmente ad una sostanziale disposizione di indagine sull’essere umano e sulla capacità a manifestare nei confronti di importanti dimostrazioni della storia e della politica, connessi nell’epoca attuale, come la complessa globalizzazione ed ai consequenziali turbamenti politico-culturali che ne sono derivati, esempio il fallimento energetico producendo una forte crisi nell’Eurozona. Con il suo operato interviene alla discussione sull’estetica e al confronto sull’umanesimo contemporaneo, impegnandosi ad analizzare l’arcano dell’esistenza e sulla sua transitorietà, riguardo alla quale, in ogni caso, egli riconosce un’aspettativa nell’indagine tra estetica, etica e trascendenza . «Non è quest’ultima – scrive lo storico Sante Montanaro – un’incongruenza concettuale, semmai la traccia di una sostanza etica che soggiace all’opera dell’artista, là dove la tela accoglie gli elementi in percorsi innestati su una cifra realistica e spirituale, in una raffigurazione, non riproduzione dell’esistente ma tensione gnoseologica e al tempo stesso evocazione simbolica». Così scrive anche il filosofo Ennio Innocenti: «... L’adesione convinta, interiore, a quei temi implica una visione metafisica realistica (non idealistica), trascendentistica (non immanentistica), una visione della storia in cui l’intreccio tra libertà e Provvidenza esclude il dominio del caso; c’è da aspettarsi, coerentemente, che tale visione privilegi un’espressione artistica dove la rappresentazione e il simbolo abbiano una parte preponderante: tale ci pare la scelta estetica di Francesco Guadagnuolo. Nella rappresentazione, poi, egli ha scelto – in forza d’una padronanza tecnica che gli è stata autorevolmente riconosciuta e con la quale ha ottenuto risultati anche raffinati ed eleganti – un aggancio sempre realistico: grazie ai suoi riferimenti ideali, egli non oblia nella realtà espressa né l’orma della bellezza né il “senso” del vivere…». Conclude il critico d’arte Renato Civello dal volume “Artisti del Novecento a Roma” – Rendina Editori, 2003: «Non c’è dubbio, sotto molti riguardi, che le motivazioni creative di Francesco Guadagnuolo – il modo di riconnettere gli esiti d’arte ai suggerimenti più o meno dichiarati della coscienza – sono da riferire all’estetica ruskiniana: senza che per questo si possa ipotizzare un paradigma univoco e costruttivo, sia per l’ampiezza stimolante, in chiave spirituale, del grande scrittore cristiano, sia perché l’artista siciliano, uomo di privilegiata cultura in una fungaia di presenze spesso caratterizzate dall’ignoranza, ha messo a frutto la sua capacità di filtro e ha operato, fra gli opposti fantasmi dell’hegelismo e del ‘tattilismo’ berensoniano, con una sua lucida interiore certezza. La sua visione, rispettosa dell’esigenza assolutamente prioritaria del ‘buon mestiere’, è varia ed insieme correlata ad un’invidiabile unità morale e poetica, classica e moderna ad un tempo, al di là di qualsiasi canone schematizzante... ».
Le incertezze del vivere del genere umano
Guadagnuolo, malgrado tutte le incertezze sul senso vitale del genere umano, possiamo dire, ha raggiunto e mantenuto, una visione di profonda costanza di risolutezza, ancora coesa, con l’essere umano. Da siffatti principi critici, peraltro l’artista ha cominciato a osservare al di là dei confini italiani per giudicare gli interessi sociopolitici finanziari che si appurano nel mondo, per di più s’impegna sull’ambiente, sull’indipendenza sociale e sulla ricerca sociopolitica dei popoli occidentali ed orientali, trasmettendoci indicatori quali: sui diritti umani, sul rispetto della donna, sulle guerre inutili, sull’importanza della morte, sino alle ricerche delle verità storiche, presentando questi temi in modo trans-reali, nel trapassare le problematiche su cui ragionare. Ne sono documento, le sue composizioni pittoriche, le sculture, le installazioni e, le sue esperienze costanti nella ricerca di sempre nuovi complessi elementi realistici. Basti ricordare cicli di opere su il Golpe in Russia nel 1991, il Crollo delle Torri Gemelle negli Stati Uniti dell’11 Settembre 2001, il ritorno al potere dei talebani nella tormentata Afganistan nel 2021, Europa ed Emigrazione, la piaga del Femminicidio, sino alla Guerra Russia-Ucraina del 24 febbraio 2022, un ciclo di opere che comprende anche l’installazione: “L’energia: principio di vita o espediente di guerra”.
Oltre ciò, nei suoi argomenti si elaborano immagini e coinvolgimenti umani che incrociano molte dottrine tra cui la fisica e la cosmologia. Di fatto, Guadagnuolo con la sua indagine interdisciplinare fa apparire una sua realtà totalizzante e visionaria nei molti punti di vista e stati sociali, nelle evoluzioni culturali, come esempio sono le tante intersezioni con l’arte: dalla letteratura alla musica, dal teatro al cinema, dalla religione alla politica e all’economia. Insomma un Transrealismo simultaneo aperto alla rivalorizzazione degli ideali che si esplicita in molteplici progetti perfino attraverso le scritture, basterebbe indicare i suoi piani di lavoro di alcune singolari collezioni de “ I Luoghi del Tempo” ed “I Luoghi del Corpo” o “Gli iperspazi e l’energia del segno” e ancora “Segno, Suono, Luce”, arrivando a unificare sinesteticamente composizioni pittoriche con il verso poetico o il pentagramma musicale, oppure formule della fisica, inimitabili connubi pittorico-testuali con cooperazioni di manoscritti originali dei più importanti poeti-scrittori, musicisti e scienziati. Enumerando una pittura/poesia/musica/formule-scientifiche in stretta comunione, che si converte in un codice unico nell’interazione fra scrittura e rappresentazione; analizzando da un lato le complementarietà tra arte grafica e grafologia, dall’altro evidenziandone i significati reciproci attraverso l’intersecarsi delle immagini con la parola scritta, che rivelano un avvincente modernizzatore. Definendo peraltro un invito a ripercorrere, attraverso le visioni dell’arte, tutto lo scibile umano della vita contemporanea, in attesa di ubicare l’uomo al cospetto dei problemi ancora insoluti, mai in uno stato condiscendente, ma nella piena libertà e coscienza. Oggi, lo storicizzato e riconosciuto Transrealismo, considera, nel nostro secolo, una crescita morale dell’essere umano e, visualizza nell’opera d’arte la comprensione e l’urgenza contro ogni forma di ingiustizie, vessazioni e violenze sarebbe come ricercare quell’insieme di bene di cui, ancora l’umanità ha tanto bisogno per il nostro futuro. É attraverso l’arte transreale che si ha la forza di creare e ricreare, dare un nuovo assetto alle cose e alla nostra vita perché l’arte di Guadagnuolo origina pensiero, consegnando ai posteri una storia documentata e riconosciuta. Con tutta quest’argomentazione credo che l’arte di Guadagnuolo non finisce di essere approfondita c’è ancora da comprendere e da studiare.