"Il mare di Barbarotto" di Anna Maria Esposito
- Dettagli
- Category: Arte e spettacolo
- Creato: 01 Marzo 2023
- Scritto da Redazione Culturelite
- Hits: 604
Esseri umani eterni, che calcano il suolo del tempo. Alzano verso l'orizzonte sguardi larghi carichi di sogni. Alzano verso l'orizzonte iridi trasparenti, che riflettono aria e vibrazioni, cercando il punto che concentra l'infinito.
Anime che viaggiano nei secoli, riconoscendo come i loro corpi siano provvisori.
È faticoso vivere nella carne, la quale è satura di desideri imperiosi e monotoni.
Lo spirito tende all'espansione e quando ancora riscopre i confini della sua prigione è nuovamente incredulo.
Allora attendiamo il momento nel quale potremo essere ciò che già siamo, e le anime si incontreranno, schioccando come scintille.
Mentre attendiamo l'intima ispirazione, impariamo a comprendere il codice: sapienza che richiede anni di dedizione costante.
Le anime elette attraggono dietro sé il resto dell'Umano, che riconosce loro il compito di indicare le strade.
Poeti, danzatori, esploratori, missionari, scienziati e tutte le forme della ricerca (pardon, volevo dire “dell’Arte”)… anime nobili che ostinatamente allargano i confini, spingendo all'estremo la potenzialità dell’ uomo. Qual è il fondamento di questa tensione?
Benedizioni sugli artisti che spesso di questo universo, sostrato del mondo, sono sentinelle, e cavatori. L'artista vero non sa perché dovrebbe fermarsi. Ignora, appunto i confini.
Chi vive immerso nelle fami di riconoscimento sociale, ricchezza da sfoggiare, desiderio di divorare gli altri per nutrirsene, lui no, non è in grado di leggere l'Arte.
Cerchiamo l'l’infinito. E ne traiamo significazione nel ventre tiepido e rassicurante del mare, dove vive un mondo altro, che respira acqua. Come visitatori, entriamo in esso.
Nasce ora il problema della rappresentazione. Un tema trattato infinite volte con infinite tematiche e stili.
Gaetano si avvicina con rispetto e amore a questo mondo e, nella sua sensibilità estrema (la sensibilità è il dono dei bambini e richiede un incredibile impegno costante, forza e testardaggine per serbarla nell’età adulta), lo ripropone per mezzo delle capacità tecniche acquisite con ferma certezza negli anni di formazione, poi rafforzate nella sua carriera.
Una sensibilità estetica fortissima, unita ad una rara signorilità, di cui l’artista è geloso e che deve essere scoperta per riconoscerla. Ma quando ciò accade ti accorgi che non si tratta di un atteggiamento della scorza, come avviene quasi per tutti.
È invece una dote dell’anima che l’artista ha avuto l’opportunità di coltivare per mezzo dei fatti della vita, opportunità che ha afferrata e custodita con forza e saggezza.
Qui sta la sua originalità: ha afferrato le idee, le ha rielaborate, fatte sue e amate con gelosia.
Per cui, se uno sguardo non è privo di pregiudizio, e non è aduso alla grandezza, non vede immediatamente certe caratteristiche che si rivelano soltanto all'interesse di chi cerca davvero.
E quando le scopri, comprendi l’originalità del percorso: egli è un uomo che approfondisce ogni settore della sua ricerca artistica. E uno di questi riguarda il mare, amato svisceratamente nelle sue trasparenze e nelle sue creature; ed esse appaiono come fantasmi, come rivelazioni che si disvelano in forme provvisorie colte dall’occhio di chi cerca con un’attenzione in un certo senso adorante.
Epifanie misteriose, appunto. Meraviglie del mare: ogni essere e bagliore di luce che a un’osservazione più attenta mostra colori nascosti che appaiono inaspettati e stupefacenti; creature al cui interno palpitano anime segrete che attingono a sistemi di pensiero primitivi ma assoluti ed immutabili. Trasparenze che diventano iridescenze accarezzate con amore dell’artista che della sua perizia tecnica sviluppata in anni ed anni, sua fonte di sostentamento, attinge le abilità per mostrare ciò che a noi, creature di terra, è precluso.
E poi, il guizzo che rivela il biancore abbagliante e subito inghiottito dall’oscurità blu che copre e oscura.
Certi doni sono riservati soltanto ad alcuni privilegiati, che con vero tremore osservano il mistero che eppure trapela ovunque volgiamo lo sguardo, che rinunciamo a indagare per incapacità e incredulità.
Per questo racconto, egli ha scelto nelle sue opere un medesimo formato. E come avviene anche per le opere di Monet disposte lungo le pareti dei luoghi di esposizione, esse ci avvolgono con le loro vibrazioni, lasciandoci gustare atmosfere umide e subacquee. Pesci e coralli come apparizioni, e il silenzio e il fresco del mare. Insomma, un gesto di freschezza consapevole, con la nobiltà dell’arte vera.
Aspettiamo, curiosi, i suoi nuovi racconti. Nel frattempo, assaporiamo l’eleganza sofisticata e concisa di questa serie.