La ‘tragicità’ di Guadagnuolo nel testo di Antonio Saccà per “La Pace in Terra Santa”
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- Category: Arte e spettacolo
- Creato: 03 Dicembre 2024
- Scritto da Redazione Culturelite
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La presentazione dell’opera "Pace in Terra Santa" di Francesco Guadagnuolo, presso lo spazio GENERART delle Generali di Aprilia, ha riscosso un enorme successo nel mondo dell’arte contemporanea. Questa imponente opera, che misura 175 x 400 cm, annovera oltre 50 figure, ed è esposta fino al 10 dicembre 2024.
L’evento ha attirato l'attenzione di molti critici d'arte e appassio
nati, confermando l’importanza del lavoro di Guadagnuolo nel panorama artistico internazionale. L’opera promuove un messaggio di Pace e cessazione delle guerre, ponendo l’accento sulla convivenza civile e la riconciliazione in Medio Oriente.
Nel testo di presentazione di Antonio Saccà si legge:
«Conosco Francesco Guadagnuolo da decenni, quando egli era giovanissimo ed io giovane. Animato da voglia di fare nell’ambito dell’arte visuale. Ha mantenuto il dinamismo e la vocazione estendendo la pittura alla scultura e all’incisione.
Guadagnuolo ha una caratteristica, oggi desueta, non soltanto per le arti visive, ma in ogni ramificazione estetica. La tragicità. Oggi la tragicità esiste nella realtà, ma non esiste nell’arte. E direi che non esiste nell’arte perché esiste nella realtà. Le persone hanno timore della realtà. A nominare la morte, il dolore, si viene considerati pessimisti, eccessivi. Invece dovrebbe essere l’opposto. Chi ama la vita vede la morte, odiandola. Tuttavia la rappresenta e Guadagnuolo compie questa dominanza del dolore e della morte affrontandoli ed esprimendoli. La sua realtà è realtà raffigurata in tragedia, è realtà tragica che Guadagnuolo rende ancora più tragica, quasi a misurare la forza dell’uomo, nonostante il dolore e la morte. In un’epoca che gira il volto altrove, non scorge il dolore e la morte, non c’è posto per la vita. Chi ama la vita soffre la morte, ed il suo contrario. Chi non sente la morte tragicamente, non ha amato la vita appassionatamente.
Ciò che Guadagnuolo ha dipinto sulle vicende di cronaca, di guerra, corpi smembrati, addossati, un carnaio, un bestiario al macello, insorge la voglia di lottare la guerra e di amare la vita. Vedo le sculture, i volti morenti tristi ed anche stavolta Guadagnuolo suggerisce l’opposto, la voglia di salute e di felicità. Vedo città in penombra quasi immersi in un cimitero senza tombe ma sepolcrale comunque e, Guadagnuolo suggerisce la luce, il sole, la vita.
Per concludere, queste brevissime notazioni Guadagnuolo è il pittore che domina l’oscurità ed ha il coraggio di sopportarla per amore della luce. Ossia della vita».