"Le ragioni dell'arte" di Vincenzo Gennaro

Il fatto nuovo nel sistema dell'arte, dalle prime micro veneri e i graffiti paleolitici nelle grotte di Lascaux sino alle neoavanguardie pseudo-primitivistiche tedesche e statunitensi degli anni 50 sta nel nuovo modo di operare. I linguaggi dell'arte hanno testimoniato il pensiero prevalente delle società nelle quali si sono espresse, a volte anticipandone le pulsioni altre volte testimoniando fortemente il loro presente .Non parlo della pseudo arte dei sistemi dittatoriali in particolare quelli più recenti perche classificabile come mera propaganda di regime dove l'artista o diventava dattilografo ubbidiente o veniva esiliato quando non veniva mandato al rogo per eresia.

Il problema di sempre è che i poteri forti, ma anche i deboli, forse anche quelli più insignificanti sono intolleranti rispetto allo spirito libero che l'artista vero da sempre esprime. I poteri non tollerano lo spirito indipendente, amano quello servile, ubbidiente, lo sopportano solo se riconosciuto innocuo e questo dalla valle dell'Eden al mulino di Amleto sino ai nostri giorni.

Nulla è cambiato sotto il sole, ma nemmeno sotto i lampi e i tuoni, sotto le folgori e le tempeste perfette. Nel recente passato, gli artisti si sono organizzati in movimenti, scrivendo proclami e manifesti rivendicando il loro diritto ad esserci in questo mondo, grazie a loro, le civiltà continuano ad essere tali e il loro livello si misura dallo spessore e dalla qualità delle opere che sono riusciti a produrre malgrado la persecuzione a volte intollerabile e spietata dei poteri.

Oggi i movimenti sono stati o si sono polverizzati, nessuna aggregazione,  gli artisti conducono la loro battaglia di civiltà creando soli nelle loro botteghe le loro opere, elaborando filosofie dell'arte e strategie incredibili, facendo delle loro opere vere e proprie torri d'assedio e armi innovative, vaccini inediti per combattere il male oscuro che inesorabilmente penetra nei meandri più sottili della nostra fragile società, sempre più precaria, sempre più indifesa contro i quotidiani scippi di brandelli di libertà e dignità, sempre più esposta ed inerme agli attacchi degli eletti ai fastigi della gloria imperitura e gratuita, straziata dalle zanne di lupi famelici, arroccati a difesa dei loro privilegi medioevali. Così l'arte con i suoi strumenti si erige a difesa del diritto, della dignità, dell'onore della umanità debole, di tutti i deboli del mondo. Per questo sono inutili le esibizioni di intrattenimento comprese le biennali di Venezia, Dokumenta Kassel, quella di S.Paolo in Brasile, figuriamoci quelle parrocchiali di associazioni familiari,borghigiane  o di Roccacannuccia.

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