“Dall’insegnamento di San Paolo VI un decalogo per i giovani del terzo millennio” di Francesco Guadagnolo

Domenica 14 ottobre 2018 Paolo VI è stato Canonizzato da Papa Francesco durante la Messa in Piazza San Pietro; il pittore Francesco Guadagnuolo ha dedicato una serie di ritratti in occasione del grande evento mondiale.
I ritratti di San Paolo VI trattano il progetto artistico-culturale ”Testimoni del nostro Tempo” 
ideato da Francesco Guadagnuolo; personalità del mondo culturale, politico e religioso rendono testimonianza, a vantaggio dei giovani di oggi, della vita, dell’opera e dell’insegnamento di alcuni tra i più noti personaggi della Chiesa e del mondo cattolico che più hanno inciso negli avvenimenti e nella storia del ventesimo secolo. Infatti, questa collezione è dedicata a Papa Paolo VI dal titolo: «Paolo VI: dieci parole ai giovani» un decalogo per i giovani del Terzo Millennio tratto dall’insegnamento di Paolo VI scelti dal compianto Mons. Pasquale Macchi che Guadagnuolo ha conosciuto personalmente. Giovanni Battista Montini succede a Papa Giovanni XXIII prendendo il nome di Paolo, che è già indicativo per il Suo Pontificato, perché come l’Apostolo Paolo, desiderava ricollocare la Chiesa nel cuore del mondo e far arrivare la Parola del Vangelo in qualunque posto, così anche Paolo VI fu il primo Papa che incominciò a viaggiare alla scoperta di uomini e momenti nel segno della pace e del bene. Scriveva Mons. Elio Venier «Ci resta ora di assolvere ad un doveroso compito. Quindici anni di Vescovo di Roma hanno consacrato Papa Montini tra i grandi Pontefici d’ogni tempo e tra i più generosi benefattori della nostra città di Roma.         
La storia avrà molto da dire su Giovanni Battista Montini, il nuovo San Paolo della chiesa attuale, come lo aveva definito il Patriarca Atenagora». Nelle opere pittoriche con dieci pensieri e ritratti del Pontefice, Guadagnuolo ha scoperto un modo originale nello sviluppare il legame tra parola e immagine, creando novità nell’espressione artistica, per la realizzazione del ritratto papale. Non si possono leggere questi pensieri senza pensare alla Croce e alla Risurrezione, temi fondamentali della teologia paolina. Il Volto di Cristo, interpretato da Guadagnuolo con la sua pietà, svela il senso e la completezza della missione redentrice. Dai ritratti di Guadagnuolo esclusivi e nuovi, non certo facile nell’affrontarli, ne è uscita un’immagine di San Paolo VI sorridente e pieno di umanità. Un Papa che sino alla fine ha avuto bisogno di dare, come ha sempre fatto, a quell’umanità che ha amato profondamente. Il Maestro così è riuscito a cogliere la vera anima del Papa, spesso incompreso davanti ad un mondo tormentato come sono stati gli anni del Suo Pontificato. Guadagnuolo ha rivelato con la serie di ritratti l’aspetto meno visibile e più riservato del Papa, coniugando la parola all’immagine nei principi artistici di bellezza e verità. Spiega Francesco   Guadagnuolo:   «Ho   voluto   dedicare   dieci   tavole   a   Papa   Montini   collegandole   a   dieci meditazioni selezionate da Mons. Pasquale Macchi, Segretario personale del Papa. Queste riflessioni di San Paolo VI sono rivolte ai giovani del terzo millennio, a cui il Papa desiderava consegnare il nucleo vitale del suo magistero fondato non solo sui valori della fede ma anche sulla coscienza dell’impegno sociale e civile nel nome di Gesù Cristo Redentore, colto nei due tempi essenziali della Croce e della Resurrezione.
Per questo motivo nelle tavole il Volto di Cristo è interpretato nel segno di una ricerca al senso dell’esistenza   e   della   imperscrutabilità   del   mandato   del   Padre.   E   allo   stesso   modo   si   è   cercata un’immagine inedita di Paolo VI, colui che, come scrisse Giovanni Paolo II “è stato il Papa dell’Umanità: se Egli ha amato intensamente la Chiesa, con non minore sincerità ha amato, rispettato, esaltato e difeso l’Uomo”.   Quell’umanità   amata   profondamente   da   Paolo   VI   che   non   sempre   è   stata   capace   di comprendere la pena del Papa, le sue azioni di altissima misericordia. Per questa ragione nella Collezione ho cercato l’aspetto meno visibile e più riservato del Pontefice, la bellezza nel silenzio della verità»
«La  capacità  artistica  di  Francesco   Guadagnuolo  -  scriveva  Giulio  Andreotti   -  in  questi   ritratti   è straordinaria». Mons. Sante Montanaro nella presentazione ha scritto: «Parole e immagini, amalgamate insieme in un affettuoso abbraccio, hanno dato vita ad un unico, suggestivo e magico affresco donde è emersa l’opera d’arte vera del Maestro Francesco Guadagnuolo, che ha reso giovani e uomini maturi partecipi di quello che è stato il sublime Magistero e il grande insegnamento di un indimenticabile Papa del XX secolo».
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