"Terremoto a Milano" di Carmelo Curro’ Troiano

Anche a Milano, qualcuno ha detto con un certo stupore; in realta’ niente di nuovo pure in questo caso, dal momento che le cronache registrano eventi sismici anche nel Milanese e nella Lombardia. Si tratta, pero’, di terremoti che pur avvertiti con estremo vigore e talvolta con numerose repliche, sembrano essere intervallati da lunghi spazi di tempo. Devo dire “sembrano” perche’, ovviamente, in quello che chiamiamo Medioevo e nel successivo Cinquecento, non abbiamo altri elementi di ricordo e valutazione se non le antiche cronache, senza che sia possibile avere alcuna informazione su quelle che oggi definiamo scosse strumentali o dalle altre che pur essendo avvertite, non  produssero danni o non generarono paura.

Possiamo considerare i terremoti di Milano a partire dall’890 quando gli antichi Autori accompoagnano i fenomeni con la consueta messe di fatti spaventosi o inspiegabili che sembravano anticipazione o corollari degli scuotimenti del suolo. Cosi, vengono registrate pestilenze e fame in gran parte d’Italia, parti mostruosi (una donna che diede alla luce un bambino con due teste, due vitelli nati attaccati), pioggia di sassi, lana, sangue, fuochi nel cielo. Si tratta di fenomeni che evidentemente contenevano a volte fatti naturali, come i lampi che spesso accompagnano i terremoti e che sono dovuti alla fuoriuscita di gas innocui a causa dello sfregamento delle rocce; ma le voci ingigantivano o registravano casi di cui si parlava a lungo e che erano annotati dalla memoria di predicatori, mercanti, pastori da un capo all’altro della Penisola. Sara’ necessario aspettare il 940 per avere un’altra notizia di terremoto a Milano. In quest’anno il milanese Paolo Morigia, nel settimo libro del suo Sommario Cronologico, ricorda che vi furono “gran terremoti” (quindi un fenomeno con repliche violente), accompagnati da una “fame crudele” che causo’ la morte di alcune migliaia di persone. Lo stesso Autore informa che un nuovo violento terremoto avvenne nel 1007, rovinando gran parte della citta’. Qui, poco prima, un altro terribile fenomeno aveva provocato il crollo di molte case e la morte di numerose persone, ossia la caduta di un fulmine di incredibile violenza, cosi come era avvenuto in Puglia.

Il terremoto del 1027 sara’ ricordato nel Sommario cronologico di Girolamo Bardi che parla di molte repliche. Il terremoto del 1117, le cui scosse principali durarono per circa 40 giorni, contiene ancora un caso leggendario riportato da Pietro Diacono. Secondo l’Autore, mentre i patrizi milanesi erano riuniti in consiglio, un personaggio rimasto ignoto sarebbe entrato nella torre dove si svolgeva la riunione, invitando i nobili ad uscire prontamente. Chi usci fu salvo; ma gli altri morirono a causa del subitanbeo crollo dell’edificio.

Tranne l’evento del 1120 e il terremoto del 1182 che rovino’ la vicina Lodi, l’evento piu’ rovinoso si ripresento’ il giorno di Natale del 1122 quando Cesario Heisterbarbachiense, nel decimo libro del suo Trattato dei piu’ famosi miracoli, scrive che la citta’ fu colpita quale punizione per aver rifornito di viveri gli eretici che si erano asserragliati nel Bresciano.

A parte qualche altro fenomeno ascrivibile ancora al XIII secolo, sara’ l’anno 1471 a registrare uno spaventoso terremoto per Brescia e il 1473 per Milano, “quanto un altro fosse simile al tempo de li viventi”, aggiunge Bernardino Coiro nella sua Storia di Milano. Nuovo lungo intervallo, ed ecco una serie di scosse nel 1567, con danni e il solito commento a proposito di una cometa apparsa in contemporanea nel cielo della citta’(Marcello Bonito, Terra tremante, IX, 1691). Quindi, terremoti nel 1652, 1802, 1755, 1855, con danni ma senza morti (Giovanni Flores, Il terremoto, Milano 1981).

Dunque, la storia ci insegna che effettivamente il terremoto a Milano colpisce con fenomeni distanziati nel tempo ma in grado di produrre danni anche rilevanti. Vi sono periodi in cui l’evento sismico si “raggruppa” ed altri in cui sembra scomparire, uscire dalla memoria collettiva, specialmente in epoche in cui la vita media degli abitanti era piu’ breve rispetto a quella di oggi, e quindi la difficolta’ di trasmettere i ricordi orali da una generazione all’altra era maggiore. Il terremoto dunque veniva ad essere cosi estraneo al territorio da venire considerato piu’ quale segno di punizione divina che come fenomeno naturale..  

Esso si dimostra invece elemento caratteristico della storia geologica, meritevole di attenzione, di studio e di mappatura, in modo da compiere un lavoro di prevenzione da sottoporre all’esame degli amministratori e dell’opinione pubblica.

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