Engels: l’Universo non può avere fine… nè inizio
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- Category: Scienza ed economia
- Creato: 08 Marzo 2018
- Scritto da Redazione Culturelite
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di Francesco Agnoli
Friedrich Engels, l’amico di Karl Marx, riteneva anch’egli di avere “la scienza” dalla sua parte. Per questo leggeva molti libri ed articoli di chimica, fisica, biologia… cercando poi di dare a tutte le scoperte una lettura materialista. A costo di forzature ed incomprensioni marchiane.
Nel suo La dialettica della natura (1883), affermava l’impossibilità della morte termica dell’Universo, di cui a quei tempi si cominciava a discutere, in nome del principio ateistico: poichè l’Universo è tutto ciò che esiste, non può avere nè inizio nè fine.
Scriveva: “Clausius (uno dei padri della termodinamica, ndr), se comprendo corettamente, dimostra che l’universo è stato creato, ergo che la materia è creabile, ergo che essa è distruttibile, ergo che anche la forza ossia il movimento sono creabili e distruttibili, ergoche tutta la teoria della ‘conservazione della forza’ è assurdità, ergo che tutte le sue conseguenze sono assurdità. Il secondo principio di Clausius ecc. può essere formulato come si vuole: comporta la perdita di energia, qualitativa se non quantitativa. Dell’entropia non può essere per via naturale distrutta ma solo creata. L’orologio dell’universo, per camminare, deve essere prima caricato; e cammina finchè non si riduce all’equilibrio, dal quale solo un miracolo può farlo uscire e rimetterlo in moto di nuovo. L’energia impiegata per caricarlo è scomparsa, perlomeno qualitativamente, e può essere ristabilita solo da un impulso esterno. L’impulso esterno era quindi necessario anche al principio; quindi la quantità di movimento (o energia) presente nell’Universo non è sempre la stessa, quindi l’energia deve essere stata creata, quindi dev’essere creabile, quindi distruttibile. Ad absurdum!” (Friedrich Engels, Dialettica della natura, Editori Riuniti, Roma, 1971, p. 294).
Come Engels condannava Rudolf Clausius, per i motivi sopra spiegati, così i marxisti ed i comunisti del Novecento, sempre impegnati nel sostenere un presunto conflitto tra scienza e fede in Dio, condanneranno la teoria del Big Bang, colpevole di proporre l’idea di un inizio temporale dell’Universo: un’idea, diranno, diffusa dal Vaticano e dai preti per mettere in dubbio l’eternità della materia e suggerire l’idea di un Creatore della materia stessa.
Vedi anche: http://www.filosofiaescienza.it/le-persecuzioni-dei-mendeliano-in-urss/