"Collezionista? Possesso per amore" di Antonio Saccà
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- Category: Scritture
- Creato: 28 Luglio 2023
- Scritto da Redazione Culturelite
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Occorrerebbe un volume, se la narrazione della mia vicissitudine di collezionista rispecchiasse la realtà. Realtà drammtica, o, meglio, umoristica, il dramma che fa ridere, sorridere ,e piangere. Collezionare:ossia mettere insieme, prendere, irrestibilmente(Hoarding), fissati anche in robette minime, la cui mancanza tuttavia angoscia quasi una perdita di non so che. Proprio ieri, domenica 23 luglio, dei piatti e una grattugia elettrica,che non ho acquistato perchè indeciso sul costo, mi disturbano come un'occasione perduta, e vorrei tornare, e vorrei rivedere, e vorrei darmi la felicità di quelle inezie, che però gonfiano in noi (in me) e diventano necessità, urgenza. E lo farò, tornerò, e se non li trovo ne sentirò rimpianto(!). Chi è il collezionista?Nel mio caso, la ricerca, un ricercare felicità, sposto questa passione dalle persone alle cose. Niente o poco di strettamente economico, quand'anche il pagare convenientemente non è da svalutare: l'occasione, il colpo di buona sorte, ma è soprattutto l'attrazione secondo bellezza, pcculiarità, simpatia.Le “cose” diventano oggetti individuti, quella tazza, quel piatto, quel disco, e via, e via, ed ancora, come raccogliere fiori, come numerare le stelle. Il collezionista è dipendente dai mercati. Un inquilino fisso. Per decenni, in qualsivoglia condizione la giornata, temporali, calda bruciante, gola irrespirante, vento da spogliare, niente, irresistibilmente, compulsivamente, per dire al modo clinico, andavo a Porta Portese, Roma, se in altre città, mi informavo, a Messina, a Palermo , in occasione di viaggi, ho acquistato sicilianità, dipinti su legno di carretti, rusticani, ma lo stesso a Londra, a Mosca, a Pechino, dove comprai, spero di non averle perdute, opere musicali cinesi,con la caratterizzata solennità di quel popolo tradizionalista e ritualistico nella cultura teatrale. Se non vi era mercato ne pativo(e ne patisco) come il silenzio di amici. Da tutto ciò ne vennero complicazioni, assai malrisolte, un cumulo pandemonico, un bazar personale, un putiferio intanato, cravatte a centinaia, forse migliaia, come ho potuto sceglierle una ad una, fissandole,una ad una, mi appare allucinazione, quanto tempo, quanti giorni, come è stato possibile? E invece, sono davanti a me. Centinaia di scarpe. Quanti anni ho dedicato a questa congregazione, presso che non usata, se ne sta ammonticchiata, dio sa perchè, eppure ho scelto io , e c'è stato un motivo! Quale? E le cinture? Cassetti, da fornire i fornitori. Mai indossate. Perchè le ho acquistate? Camicie, giacche, calzini, dischi a cataste, ed altri modi per udire musica e canto, no, stavolta ho udito,riudito,di talune musiche assoggettato, decine, decine di ripetizioni. La musica è indispensabie quanto il fiato. L'abitazione si sgomenta, gli spazi non esistono, l'ordine fallisce, libri, dischi, vestiti, cravatte, scarpe dove stanno stanno. Posso dire con mesto orgoglio che non conosco luogo da me vissuto che non si trasfiguri in deposito confusionale. Con drammi di convivenza, se convivo, perchè non tutte le donne anzi nessuna accetta questo panico alluvionale che oltretutto affatica,soffoca e fa vivere come profughi dal bagaglio afferra e scappa. Vorrei capire, voglio capire, capirmi:perchè non soltanto ho la passione degli acquisti ma del caravanserraglio, un disordine panico,radicato, perchè acquisto ma non uso, perchè a toglier via un minuscolo oggetto che, ripeto, non uso, mi sento privato?Fossi un raccoglitore -dispensatore sarebbe, sarei nel ciclo della regolarità. Acquisto, compro inutlmente, inutilmente trattengo, e se per caso vi è l'occasione di dare,magari do, però come donare un prezioso nonnlla che persino ignoravo di avere. E ' l'istinto di conservazione, la formica che ripiena la sua casetta per l'inverno? E' il vanto del possesso? E' il bsogno di stabilire un rapporto di amore con le cose? E' l'attenzione a ciò che può servire, all'utile? Per me, credo, prevalentemente la ricerca del bello, di quanto dà gioia a vedere, toccare, udire. Allora, perchè non disporre in maniera da godere? La questione si contorce. Il vero collezionista,o il collezionista a modo mio, non dispone le “cose” in vetrine ben ordinate. Mai! Significa sterilizzare, raggelare , le “cose” devono trionfare nella loro massa babilonica, come “cose” non oggetti da esposizione a puntino. Il vero, onesto collezionista compulsivo è sotto l'incubo di un pessimsmo inquaribile, che l'esistenza è irrimediabilmente caotica, confusionale, vano tentare di darle senso, sddirittura meglio non darle senso, giacchè il senso scoperto della vita è avanzare verso la morte. La confusione è una distrazione, un labirinto senza uscita che ci distrae dall'ordine ossia dalla morte. Ma la complicazione mentale del collezionista si complica. Il collezionista sa che esistono paradisi infiniti,lontani, vorrebbe accumulare tutto, moltissimo, “distrarsi ”dalla morte con la confusione e le “cose”, spostare l'attenzione su confusione e “cose”, obbligarsi a fronteggiare il marasma, restare nel labirinto senza uscita (l'uscita è la morte) niente da fare, non potrà acquistare universi di “cose” per accrescere la confusione(fondamentale:il collezionista compulsivo è confusionario!)nè barricarsi di osracoli volontsri.Solo la totalità sconquassata,il ritorno alla caoticità lo sanerebbe dalla vista ossessionante della morte, a cui si volge l'ordine. Ma la totalità caotica è irrangiungible, allora, una trovata, il collezionista accumula simbolicamente, come a dirsi, io vorrei contenere tutto ciò che mi piace, , non riuscirò, però sento questa esigenza e la soddisfo come posso. Malinconicamente. Il collezinista è la dimotrazione dei limiti dell'io. Di quanto sia scarsa la capacità prensile dell'indviduo sulla realtà. Non possiamo mettere le stelle nelle nostre case. Ogni volta che mi reco ai mercati, acquisto, acquisto, ma tutto ciò che non ho acquistato mi sta di fronte e mi irride:Tu, collezionista con quella robetta, tu non possiene un bel nulla!Allora la domenica a venire, ancora acquisto, ed ancora la stessa irrisione. Intanto la casa soffoca. Il collezionista:la volontà di potenza nella coscienza dell'impotenza.
Il collezionista non acquista per il valore economico, non quale scopo determiante, men che mai per vendere, acquista per circondarsi di “cose” che lo traggono irresistibilmente, è possesso di amore. Ma, dicevo, inevitabilmente, desolatamente scopre che non riuscirà ad avvincere tutto ciò che ama, vuole comunque possedere. Ed inventa un capovolgimento , possiede guardando, lo sguardo è un modo di possedere, il collezionista si rende “Flaneur”, scorribonda , curioso, incuriosito, e si volge essenzialmente a quanto in un momento oltre può svanire, cerca il passato non ancora passato,il tramontare , tovaglie di lino, posate d'argento, lumi: come al tempo che fu, l'odierno gli ripugna, ama quel che sparirebbe o sparisce. Charles Baudelaire doveva vivere questa animazione, ha concepito il Flaneur, la Parigi di un tempo nella Parigi mutata all'epoca di Napoleone III, stradine, vicoletti, fiori, negozietti, cianfrusaglie, Il capovolgimento dal possesso è radicale ma con il medesimo fine:cogliere, raccogliere, amare, avvincere, possedere in varie forme, accompagnarci a quanto amiamo, ed amiamo soprattutto il tramontare per il suo sparire, per tenerlo in vita, per non soccombere solo alla sparizione. Il collezionista, possessivo o flaneur, è terrorizzato dalla sparire, vorrebbe che il passato non passasse sapendo che passa. Questa doppia situazione lo coinvolge intensamente: come possedere l'impossedibile, fermare l'infermabile, inchiodare il tempo. Colleziona, guarda per trattenere una apparenza di eternità?
Dicevo: il collezionismo:possedere guardando proprio il tramontre, lo sprire, il divenire, il tempo . Io me ne resto seduto su di una panchina sotto casa, giornate. A che fare?A guardare negli occhi il tempo che scorre,la gente che corre, i bambini stesi con le gambe aperte in un sonno rassicurato, i bambini sul collo del padre che si credono piccoli sovrani, i bambini mano nella mano dei genitori che si fanno alzare e altalenare, il vecchio con la stampella, la grassona agile, la ragazza dai seni prepotenti, il giovane che fa mostra della muscolaglia, intanto le ore scorrono, ed io ho perduto tempo? Il tempo è sempre perduto. Io sono stato collezionista di vita, in tutti i modi possibili, acquisto, sguardo. A casa mi aspettano la confusione e quadri da suscitare gelosia ad una chiesa ortodossa, non c'è spazio senza un quadro, incredibilmente presso che tutti di raffigurazione sacre,io, non credente! Perchè?Perchè sono un cattolico culturale, al modo stesso che amo stare nelle chiese. Perdere questa “collezione” sarebbe impoverirmi. Poi ,sculture in terracotta di una artista che non si mostrò pubblicamente ma valeva, Sissi Malzone Maiuri, candelabri con figure femminili, di uno slancio vitale che pare mi vengano incontro. Vita perenne. Un suo busto femminile, senza volto, monco, seni alti e concentrati, ventre possente, pube in rilievo ,al modo greco.romano, in bronzo, che ho in immagine, regge le creazioni dei maggiori scultori. Ma c'è dell'altro, e vi sarà occasione per dirne.
Allora?Perchè colleziono, perchè acquisto, perchè guardo, perchè sento ogni istante come tramonto, perchè non mi interessa il presente, perchè pongo tutta la realtà sotto l'insegna della nostalgia, della fatalità di dover perdere quanto esiste?Ma perchè tale è la realtà dell'esistenza!Saper di morire, saper che tutto muore, saper che non c'è scampo, tentare di possedere, acquistando, guardando,suscitare confusione, fingere che dobbiamo interessarci a tali situazini complicate e complicare la situazioni per sfuggire, distrarci dal pensiero della morte. In questa “distrazione” facciamo l'incontro che se non ci salva ci distrae efficacemente: incontriamo l'arte. L'arte , il labirinto, la confusione, la memoria,antiveleni alla morte. Non la uccidono ma ci fanno vivere finchè viviamo.Drappeggiano la morte. Forse per comprendere il collezionista bisogna ricorrere, semplicemente, semplificando, all'amore per la vita, legarsi, avvincersi a qualcosa, per evitare di mantenere lo sgusrdo ed il pensiero nel nulla. E' una forma di amore, finchè siamo attratti da qualcosa la vita ha valore, pur sapendo, l'ho detto, che possediamo minimamente e fuggevolmente. Ma possiamo anche possedere guardando. E suscitare confusione, ammassi, labirinti. Che altro fare se non amare qualcosa nella vita per continuare a vivere? Il collezionista vuole amare la vita attraverso le cose. “Cose”?No! “Amore” per le cose. Amore per la vita.