Elite e Distinzione/ 60 - Ludwig Tieck

Uno Stato, se è di qualche estensione e se è degno di questo nome, non può sussistere senza differenze del popolo, senza ceti. Nel modo più diretto si riproduce qui l’eterna e fondamentale legge delle stelle e delle altre nature; l’inferiore non esiste senza il superiore è; e soltanto il folle domanda: perchè? Infatti questa domanda non è una domanda, e soltanto a un folle può venire in mente di voler rispondere. La nobiltà, quella ereditaria, tra tutte le istituzioni è, per la sua mitezza, la più idonea a rendere possibile il benessere dei ceti inferiori. Come essa sia decaduta, come ci si sia resi colpevoli nei suoi confronti, come sia degenerata e come possa nuovamente essere aiutata, sono problemi troppo vaghi e troppo ampi perchè si possa discuterli in fretta. Se barbari conquistatori pongono la loro forza di usurpazione nel distruggere, tuttavia anche il loro regno non può essere fondato sulla distruzione; essi devono ricostruire e cercare di ripristinare, a loro modo, quell’inderogabile ordine matematico. Chi distrugge la nobiltà ne deve costruire un’altra, sia essa fondata sul denaro, sulla forza militare o sul privilegio. Abbiamo avuto modo di sperimentare anche questo, e non con nostro diletto. Ogni società deve osservare un qualche ordine, una legge dominante, se non vuole distruggere se stessa.

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