Guglielmo Peralta, "Il paradiso e la scrittura" (Il Convivio ed.) - di Gery Scalzo
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- Category: Scritture
- Creato: 25 Novembre 2023
- Scritto da Redazione Culturelite
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Mi piace iniziare a parlare dell’ultimo libro di Gugliemo Peralta con l’ultima frase che leggo nel primo capitolo :“Nel grande teatro del mondo, dove l’essere si rappresenta, Il sipario resta aperto, perché lo spettacolo della vita sempre ricomincia. ”Il fantasma dell’io appare sul palco della memoria e l’essere e il non essere si annullano con la presenza certa del protagonista “colui che tutto move” e “con l’amore move il sole e le altre stelle”, Questo concetto che travolge i limiti del tempo e dello spazio apre l’universo della visione poetica di Guglielmo Peralta che spesso si interroga sul mistero della creazione. Da artista, riesce ad aprire il varco con la chiave dell’amore, e accedere al crogiolo universale delle idee e “rubare” lembi di materia intelligente all’universo per cercare di decodificarne il mistero . Non a caso, questo bisogno è sempre stato il sogno di ogni artista, scienziato, filosofo, inventore, forse per capire il miracolo della sua presenza nel mondo ed il perché.
La materia intelligente contiene comunque già il seme della particella divina destinata all’uomo, ora, sta al libero arbitrio separare il bene dal male mentre gli opposti vivono la catarsi. Il bene si manifesta con la scrittura-parola che apre, al paradiso della creazione, l’immagine, l’invenzione, l’equazione quantica, la poesia ” soale”.
Il male costruisce il suo totem ed affonda le sue radici nei cuori di pietra mentre l’animale uomo, ebro del suo totem, non controllando più i suoi istinti, accecato dalla sua naturale ferocia, sordo e cieco, continua a produrre guerre, povertà, ed ignoranza. Ma sull’arroganza, sul totem, si erge la cattedrale della bellezza e nel suo giardino l’uomo visionario, l’artista, ha piantato i semi dell’amore, tirandoli fuori dall’oblio del sogno, per una nuova “piantagione”. L’amore farà sbocciare le diverse essenze, i fiori-parole del paradiso mentre le radici continueranno a crescere all’interno dei nostri sogni, nell’impalpabile “sognagione” della nostra identità rubata ai frattali dei ricordi gioiosi. Il nuovo fiore si donerà all’uomo nei molteplici petali: la bellezza, la parola, il suono, il segno, l’equazione toroidale del quanto, il tutto. Ed è in questa parabola che l’uomo circolare partecipa alla creazione . Auspichiamo che la bellezza possa fagocitare il mondo per raggiungere l’equilibrio interiore, non tutti hanno la sensibilità di acquisire il dono, ed il ”paradiso” resta confinato tra pochi eletti. Il poeta soffre e vaga nella sua solitudine ma un nuovo sogno compensa lo sconforto con una nuova visione.
Nel sogno ad occhi aperti, Guglielmo Peralta, dalle percezioni, dalle vibrazioni emanate dalla realtà, dai silenzi dell’immaginario grazie al dono della ricezione in cui il suo spirito è immerso, trarrà le indicazioni che porterà sulla ”scena dell’iride” dove la realtà, diario visivo delle proprie emozioni, si declina attraverso la luce della scrittura mentre la sua eco, la parola va alla ricerca dell’eden perduto e del ”varco”. A dire il vero l’artista ha sempre avuto la possibilità di poter accedere al varco, quasi in maniera automatica, partecipe di quella luce che avvolge tutte le cose dell’ universo, immerso e naufrago consapevole, in una sorta di aurea comunicante con la bellezza interiore ed esteriore, nella quale è unico, pur restando parte del tutto. Nella scrittura “soale” di Peralta, la sinestesia trova la comunione con le sonorità prodotte dai versi innamorati e la dolce musica accompagna l’autore verso il paradiso della scrittura dove alberga la bellezza interiore, l’amore, la giustizia, la fratellanza, l’odio per la guerra. Peralta dona al fruitore attento il suo paradiso ed auspica una pandemia della bellezza “che possa salvare il mondo”. Ultimo don Chisciotte, attraverso la scrittura, Peralta rinnova il verbo ed auspica il canto che precede una nuova alba dove il nuovo giorno potrà far germogliare il seme della bellezza e dell’ amore. La frequenza della gioia prodotta creerà la risonanza corrispondente verso nuove scoperte e nuovi paradisi emozionali. Ancora una volta Guglielmo Peralta con il suo canto d’amore ci dà le indicazioni e la strada per distruggere i mulini dell’indifferenza e della cecità e per far parte del paradiso della scrittura che si traduce nei vari linguaggi, diventando parola, grido di salvezza per un’umanità lacerata e per certi versi votata alla distruzione della propria coscienza.