"Il dramma di Maria Antonietta: lo scandalo della collana" - di Alberto Maira

Ci sono avvenimenti nella storia dei popoli il cui ricordo e la notorietà rimangono circoscritti in un tempo minimo e in uno spazio ristretto, altri avvenimenti, invece, appartengono alla memoria e tramandati nel tempo in uno spazio che va oltre i propri confini. Lo scandalo della collana appartiene a questa seconda categoria.

Questo evento è conosciuto come “L’affairedu collier de la Reine”. Un curioso quanto misterioso intrigo di palazzo veniva alla luce il 15 agosto del 1785 in una Versailles a festa, visto che era il giorno dell’Assunzione della Vergine Maria e dell’onomastico della Regina.  

Una sorta di spy story che vedeva implicati il primate di Francia, il cardinale de Rohan, uomo in disgrazia presso i sovrani, una nobile decaduta, Jeanne Valois, alla quale le veniva negato il riconoscimento, il conte di Cagliostro, considerato come uomo di grandi poteri profetici, sullo sfondo una preziosa collana considerata la più sfarzosa, bella e costosa d’Europa.

In breve tempo si sarebbero scoperte altre personalità con ruoli rilevanti nello sviluppo degli avvenimenti.

Il grande intrigo non era il primo, a Versailles i cortigiani facevano a spallate e a gomitate pur di accattivarsi   il favore dei potenti.  Una delle massime era che per ottenere ciò che si desiderava era di informarsi dei desideri altrui, tutto ciò consentiva ad assicurarsi la benevolenza e la protezione dei nobili.

Il libro descrive la vita di Maria Antonietta: dalla sua nascita al matrimonio con il delfino Luigi Augusto, dai vari intrighi di Versailles al contesto nel quale si dipanava lo scandalo, dalle notizie, così come si leggevano all’epoca, al  processo politico. I protagonisti imputati vengono citati mediante le loro testimonianze, ricavate dalle loro memorie difensive. Inoltre, testimonianze preziose ci sono state tramandate da personaggi come il principe di Talleyrande  madameCampan, utilissime per la ricostruzione degli eventi: prima, durante e dopo la scoperta dell’intrigo. 

 Dalla penna dei protagonisti si ricava come grande doveva essere l’impressione sull’opinione pubblica. D’altronde all’epoca ogni imputato aveva interesse alla divulgazione delle sue memorie difensive, era uno dei cavalli di battaglia per la propria difesa.

Il propagarsi dello scandalo, attraverso il dibattito e il processo che ne conseguiva, avrebbe provocato una caduta libera della popolarità della Regina, già comunque bassa: benché innocente veniva considerata colpevole.  Le passioni politiche si scatenavano e in breve tempo avrebbero portato alla Rivoluzione Francese. Si era verificata la massima che successivamente Napoleone    avrebbe proferito: “C'è da avere più paura di tre giornali ostili che di mille baionette”.

Infatti, nel momento in cui veniva scoperta la truffa, si assisteva alla trasformazione della diffamazione del singolo individuo in  demonizzazione dell'intero sistema politico e istituzionale. In un turbine di notizie tra giornali, libelli, ritornelli, memorie di ogni genere il grande affare si era trasformato in un processo politico. E come tale annunciava, visto l’interesse dell’aristocrazia e del popolo, grandi cambiamenti. D’ora in poi non più la sacralità del Re o della Regina ma il giudizio non più sotterraneo bensì ufficiale di critica nei confronti del potere apicale.

Lo scopo del libro è di dimostrare la vastità e complessità dell’intrigo, dei tanti colpi di scena, delle forze ora contrapposte ora convergenti che si sono mosse e della ricaduta in negativo che questo avvenimento avrà sulla legittimazione di Maria Antonietta come sovrana.

Le prefazioni sono curate dalla professoressa Vanessa Domenica Falci, docente di Lingua Italiana presso il Collège Notre Dame DesChamps di Romans-sur-Isère, e dal Dott William Di Noto, Presidente della Cooperativa sociale “Iopervoiperio” e giornalista pubblicista.

Alberto Maira

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