In memoria di Alfonso Giordano. Pubblichiamo la prefazione di Alfonso Giordano a “Diritto e legalità in Sicilia” (Liceo Statale delle Scienze Umane “Regina Margherita”, Luce del Pensiero n. 6, Palermo, 2014)

da sinistra Alfonso Giordano, Pia Blandino, Tommaso Romano, Pippo Madè

 

Ho sempre pensato che la figura di Ugo Foscolo non avrebbe meritato quel posto di rilievo che gli è ordinariamente riconosciuto nella nostra storia letteraria se, pur avendo già scritto “I sepolcri”, cioè l’unico carme nel gran signif

icato pindarico del termine, come scrisse il Carducci, che vanti la nostra letteratura, egli non avesse pronunciato il 22 Gennaio 1809 a Pavia la magnanima, mirabile prolusione alla cattedra di eloquenza intitolata “Dell'origine e dell’uffizio della letteratura”. C’è in quella dottissima orazione il senso profondo della nobiltà della funzione letteraria, che trascende la meschinità delle umane vicende ed eleva gli animi verso mete di superiore respiro. Ma v’è anche la necessità di perpetuare la memoria delle opere dell’ingegno, ricordando e rispettando coloro che le hanno create. Chi non ricorda l’accorato, fremente monito, “Oh Italiani io vi esorto alle storie...”.

Questo il grido magnanimo che prorompe nella parte conclusiva della prolusione in uno squarcio di quel testo che è rimasto giustamente celebre e che continua a entusiasmare tutti coloro che a quelle parole si accostano con bianche mani e cuor puro col proposito di giovare alla società, alla patria, al miglioramento dell’umanità. Ma meno conosciute sono le parole che seguono e che pure contengono quella che potremmo chiamare la chiave dell’allocuzione: «Ma, nelle storie, tutta si spiega la nobiltà dello stile, tutti gli affetti delle virtù, tutto l’incanto della poesia, tutti i precetti della sapienza, tutti i progressi e i benemeriti dell'italiano sapere».

Quindi, in realtà, un’endiade: storie e personaggi da ricordare, liberandoli non tanto da una naturale obsolescenza, quanto da un colpevole oblio. Oblio che, purtroppo, per coloro che hanno l’avventura di nascere in terra di Sicilia è la regola, non l’eccezione.

E sono anche convinto che (ben conoscendo il cammino intellettuale di chi l’ha avuta) da questa classica tradizione ha preso le mosse la felice intuizione che mi offre la possibilità di partecipare in qualche modo, prefazionando, a questa nobile e importante iniziativa.

Sicché, come non riconoscere onestamente che l’intrapresa condotta già a buon punto trovi il suo antecedente storico nella mirabile orazione sopra indicata ed abbia in qualche modo influenzata la coerente scelta di Tommaso Romano, ispiratore del progetto realizzato dall'Istituto Regina Margherita di Palermo sotto la cura del medesimo Romano e di Maria Patrizia Allotta.

Questo che mi onoro di presentare è il sesto volume dedicato ai giuristi, mentre i quattro precedenti riguardavano il primo i filosofi, pedagogisti e liberi pensatori siciliani; il secondo, i naturalisti di Sicilia; il terzo i musicisti siciliani; il quarto/quinto gli scrittori e i poeti. Mi sembra che gran parte della cultura siciliana, limitatamente ai non viventi, sia stata passata in rassegna tramite la diligente opera di schedatura alla quale nel volume di cui ci occupiamo hanno provveduto gli alunni del triennio del corso E del Liceo delle Scienze Umane nell’anno scolastico 2013/2014. E questo ultimo «Dizionario» affronta un campo nel quale la cultura siciliana ha certamente inciso in modo spesso determinante attraverso l’attività degli operatori del Diritto: Professori universitari, Magistrati, Avvocati. Spesso la sapienza giuridica e le esatte premesse ricche di sagaci osservazioni, fomite all’interpretazione dottrinale e giudiziaria da giudici e da patrocinatori hanno illuminato le decisioni della Corte di Cassazione contribuendo alla retta ermeneutica della legge e vivificando di umanità precedenti deliberazioni che apparivano lontane dalla realtà e frutto di valutazioni poco meditate e, comunque, contrarie allo spirito della legge.

Invero, l’indole medesima del Siciliano, favorendo per sua natura un’analisi minuziosa di fatti e circostanze e una pragmatica sostanziale valutazione degli accadimenti, facilita il compito del giurista che deve tendere all’adeguamento della norma in modo da rispecchiarne le necessità pratiche ed integrarne la funzione assegnatale dal legislatore quando ha deciso di emanarla.

Ma bisogna anche necessariamente aggiungere che l’opera diligentemente fin qui compiuta dai citati curatori obbedisce a regole il cui rispetto rappresenta certamente un altro fatto estremamente positivo di cui va pertanto fatto conveniente cenno. Nella informatissima prefazione di Salvatore Di Marco al volume dedicato ai poeti e scrittori siciliani è stata sapientemente messa in luce la teorica sottostante che ad un osservatore superficiale sembrerebbe estranea ad un’opera di sostanziale catalogazione. Per contro, quest’ultima non può non presupporre la determinazione di preventivi criteri e la scelta che deve avvenire in modo coerente con le premesse. Si tratta in fondo di delineare una biografia e di mettere a fuoco un personaggio spesso poco conosciuto; e prima ancóra individuarlo frammezzo le difficoltà create, ad esempio, dalla mancata partecipazione ad una «casta» che a guisa di una sorta di manto massonico protegga e metta in evidenza soltanto i suoi componenti più in vista. Sotto questo aspetto la struttura dominante universitaria in materia giuridica soleva inserire come giuristi da ricordare in talune enciclopedie (Si veda “Il novissimo Digesto” italiano) soltanto i professori universitari di ruolo ignorando del tutto i tanti Magistrati, anche se di chiara fama, ovvero i professionisti dell’Avvocatura non cattedratici. Tommaso Romano, per contro, propugnando la biografia come scienza, vale a dire una nuova teorizzazione metodologica-disciplinare atta a fornire “una più ampia e urgente articolazione e sistematizzazione scientifica e accademica atta a porre in risalto l'organicità e l'opportunità imterdisciplinare che la biografia è in grado di produrre” (V. il suo saggio intitolato “La biografia come scienza” premesso al “Dizionario biografico” pubblicato dall’editore Primosole di Palermo) dimostra perspicuamente di proseguire nella sua opera di ricerca e di catalogazione senza obbedire a preconcetti diversi da quello fondamentale di assicurare il ricordo di chi lo ha meritato, lasciando di sé una traccia feconda. Ma ciò non toglie che la ricerca nel campo del giure incontra notevoli difficoltà di reperimento dei dati essenziali Che consentano la redazione di una scheda. Sono, tuttavia, ricordati in modo adeguato nel volume Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Antonio Caponnetto, Ciaccio Montalto, Rocco Chinnici tutti collegati nella tragica lotta nei confronti del fenomeno mafioso e insieme le tante vittime della mafia con l’indicazione dell’anno di morte. In definitiva, con questo quinto volume l’opera si profila in tutta la sua imponente utilità per il grande numero di schede che l'iniziativa ha permesso di donarci, rivelando così personaggi che meritavano d’esser conosciuti e che sono stati strappati a un oblio immeritato.

Tommaso Romano, Maria Patrizia Allotta, la Preside Pia Blandino, vicinissima sempre ai giovani, i loro alunni, meritano certamente il più caloroso ringraziamento da parte di tutti i Siciliani che apprezzano la cultura ed amano la loro terra.

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