“Mutamenti epocali” di Antonio Saccà

Non sarà la fine del mondo, un cambianto d’epoca sostanziale di certo, sostanzialissimo. Quale?Al presente la difficoltòà o l’impossibilità o pericolosità di padroneggiare da parte occidentale; in un furturo approssimato  l’affermazione della robotica intelligente e della fusione nucleare. Ne scrivo da anni, ma la cecità persiste.  Gli Stati Uniti non sono competitivi economicamente in ampie sfere produttive, né lo sono gli europei. Non basta tale affermazione. Stati Uniti ed Europei hanno spostato molto della loro produzione dove i costi sono minori rispetto ai costi occidentali o hanno spostato i servizi. Ne viene un fenomeno contorto: mettere barriere su paesi che producono a minor costo vale mettere barriere  su noi  giacchè sfere della produzione occidentale sortiscono dai nostri capitali all’esterno, vulneriamo dunque anche nostre imprese attivate in altri paesi.. Ma lasciare i nostri capitali impiegati all’estero vale non tenerli in casa, quindi meno lavoro da noi, meno produzione da noi. I dazi, ormai celeberrimi ,hanno la finalità di equilibrare,la merce prodotta a minor costo all’estero,ma daziata, costerebbe quanto la merce del paese da cui provengono i capitali investiti all’estero, quanto le merci del paese importatore,dunque inutile investire in altri paesi o importare da altri paesi,impossibile farlo a minor costo..Nei fatti: un capitalista americano che produce in Cina ,daziato ,venderebbe merce dello stesso prezzo della merce statunitense, e perderebbe il vantaggio dei costi e dei prezzi minori, addirittura gli converrebbe spostare i capitali in America. Ed il consumatore statunitense non avrebbe interesse a comprare merce cinese, daziata. .Questo nei propositi americani. La realtà è più aggrovigliata delle formulazioni ipotizzate. E la viviamo. Se traiamo i capitali ad esempio dalla Cina nel settore Big Tech ,negli Stati Uniti, i costi produttivi sbalzerebbero così ampiamente da farlo escludere dalla sanzioni, per qualche tempo, a quanto afferma il Presidente americano. La Cina comunque interrompe il commercio di elementi  indispensabili a riguardo(terre rare) Inoltre, se la Cina, svolgo questo rapporto rfondamentale, svaluta la moneta o addirittutra mercanteggia con altra moneta che non sia il dollaro accostando paesi che non si inchinano ai voleri statunitensi ,non soltanto i dazi perdono efficacia ma debilitiamo l’importanza del dollaro e suscitiamo  consorterie avverse,dico:agli Stati Uniti.. Ancora, se la Cina ferma le esportazioni di taluni elementi necessari che gli Stati Uniti non possiedono, Terre Rare, gli effetti si inasprirebbero. Vittime esclusivamente gli Stati Uniti? No! La Cina perderebbe o sminuirebbe un mercato volumetrico, quello statunitense, e non sarebbe male da poco, gli Stati Uniti erano acquirenti eminentissimi dei prodotti cinesi. La Cina potrebbe compensarsi con altri mercati? Gli Sati Uniti riporteranno i capitali in patria, saranno mercato di se stessi, non accrescendo il  costo delle merci per i loro cittadini, e se  frenassero  le importazioni non rischierebbero di indebitarsi  fino all’insolvenza? Al dunque: se commerciano non daziando i cinesi e non  soltanto i cinesi diffonderebbero la loro merce negli Stati Uniti, se daziano i cittadini americano non acquistano dall’estero però acquisteranno presso che certamente, a maggior prezzo all’interno. O la produzione interna, vastamente diffusa, scemerebbe i prezzi? Comunque, il mercato esterno declinerebbe….

In un testo recente, Noam Chomsky, studioso del linguaggio con risultanze conosciute e celebrate, e però animosamente attivo nella politica da intellettuale, (Un altro futuro è possibile,in dialogo con C.J. Polychroniau, Edizione Ponte alle Grazie) dà peso allo scontro degli Stati Uniti con la Cina e al conflitto tra la Federazione Russa e l’Ucraina(l’Occidente), Chomsky riconduce  il conflitto Stati Uniti/Cina al tentativo americano di conservare il dominio e reputa che occorrerebbe ormai cambiare mentalità e tentare di convivere, rinunciando a proseguire un Occidente ancora e sempre superiore. Che bisogna, bisognerebbe riconoscere i cambiamenti epocali e rigenerare i nostri comportamenti ,è obbligo inevitabile,altrimenti i rischi conflittuali potrebbero degenerare.. Che dobbiamo, dovremmo coesistere è sensatissimo. Però sta accadendo un fenomeno mai accaduto: paesi in ogni angolo del mondo che intendono svilupparsi con indipendenza, valorizzare le proprie risorse per se tessi, importare ma anche esportare, inondare il mercato mondiale, avere costi produttivi e materie prime a radicale competitività, tanto nelle merci, quanto nei salari. Difficilissimo fronteggiarli. In passato li usavamo a nostri fini, ormai intendono produrre a loro fini. Un suggerimento starebbe quello dell’economia classica, precisare un territorio nel quale agli altri conviene comprare ,da noi, a noi comprare dagli altri, i “costi comparati”, non  conviene produrre quanto gli altri producono a costo  minore. Quindi produrre nel proprio paese quanto vale produrre ed esportare eventualmente(Muddy Waters Research) ,sarebbe dannoso cercare di produrre tutto. Di sicuro, tentare di richiamare i capitali in patria e bloccare le merci esterne e produrre tutto da sé oltre che dannoso è impossibile. MA ABBIAMO A CHE FARE CON PAESI, SEGNATAMENTE LA CINA,CHE SONO ONNIPRODUTTIVI , ritagliarsi vasti spazi produttivi per un grandioso Paese come gli Stati Uniti, difficilissimo che non susciti sconro con la Cina, innanzi ad altri, anche l’Europa.Oltretutto gli Statin Uniti non hanno offerte convenienti se non in specifici campi,.. Eppure occorre tentare la convivenza, non il dominio(Chomsky), le guerre commerciali sfociano nelle guerre militari. Bisogna riconoscere che né gli Stati Uniti, né la Cina appaiono scatenati oltre il territorio economico. Un assestamento nei costi comparati sarebbe, è la soluzione fisiologica, difficilissima:tu esporti questo, io esporto quest’altro secondo vicendevole convenienza.

Diverso il caso della Federazione Russia, anche di questa vicenda si interessa Chomsky. Condanna la mossa militare russa ,ma precisa che niente è stato fatto per confortarla  di una Ucraina non ostile , anzi ostilissima, suscitando nella Federazione Russa la secolare sospettosità di un Occidente invasivo e voglioso di prendere le sterminate materie  prime  o impedirne i vantaggi. In realtà, la Russia avvantaggiava oltre sé soprattutto la Germania e l’Italia, e con il Nord Stream 2 il vantaggio comune sarebbe accresciuto a dismisura. Ciò che gli Stati Uniti non accettavano dichiaratamente, volendo rendersi distributori di energie, e provocando una elevazione dei costi, e in fatto il Nord Stream 2 fu distrutto. A conferma. Anche in tal caso le evenienze si complicano. Tornare a commerciare con la Russia? Fare guerra ad oltranza nel tentativo di sfiancare la Russia ma con il rischio di un conflitto nucleare? Gli Stati Uniti cercheranno accordi con la Federazione Russa facendosi loro addirittura gli stimolatori delle stupefacenti risorse di quel Paese non adeguatamente utilizzate(si ipotizza il riemergere del Nord Stream 2 ma sotto regime statunitense). E l’Europa che sorte avrebbe se effettivamente Stati Uniti e Russia si stringessero e la Cina dllagasse con merci a prezzi sminuiti?

In recenti volumi , curati da Antonella Colonna Vilasi, me ne occupo ampiamente, ne tratterò a parte , estesemente. Adesso, soltanto per concludere. La guerra commerciale presente, di un mondo che ha sviluppato in breve tempo potenze economiche di elevatissima tecnologia e penetrantissima competitività in prodotti di uso corrente  suscitando  un disagio di competitività che non supponevamo , è tuttavia poca roba nei confronti  della vera terrificante modificazione che accennavo all’inizio: LA SOCIETA’ROBOTICA INTELLIGENTE E L’ATTUAZIOINE DELLA FUSIONE NUCLEARE. Tutto, proprio  tutto verrà modificato. E SE NON AVVIENE UNA INTESA MONDIALE CHE SAPPIA GESTIRE LA SOVRABBONDANZA PRODUTTIVA CON LA ELIMINAZIONE, SMINUIZIONE DEL LAVORO, IL MONDO AVREBBE MILIONI E MILIONI DI INOCCUPATI PRIVI DI SALARIO. ASSURDO. Me ne occuperò .I due testi, a cura e prefati da Antonella Colonna Vilasi, acquistabili su Amazon, riguardano i molteplici aspetti della Complessità, Contributi di livello: Franco Ferrarotti,  Giuseppe Sanzotta, Tommaso Romano, Enea Franza, Rodolfo Ragionieri, Angela Ales Bello, Anita Valentini, Luigi Campanella, Isabella De Paz, Antonio Galloni, Carlo Alberighi, Giorgio Fabretti, Antonio Saccà.

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