Myriam De Luca, “L’Invisibile Nutrimento” (Ed. Thule) - di Giovanna Sciacchitano

Nelle poesie della raccolta “L’Invisibile Nutrimento” di Myriam De Luca, edita da Thule, la riflessione esistenziale è strumento con il quale l’autrice dà significato alla sua creatività e affettività. Il risultato è l’inesauribile energia vitale con cui la De Luca trascende il quotidiano vivere e duetta con quell’oltre che la sorprende continuamente e la riempie ora di stupore-meraviglia, ora di pacata leggerezza, ora di gioiosa felicità, pur non negando emozioni legate alla sofferenza Piume e macigni si sfiorano/ nell’aria/ Vive le mie visioni/ libere dai limiti materiali/ dell’esistenza/ Sono più forte, più felice/ perché più essere. E ancora Tra specchi di cielo/ e pozzanghere di fango/…trovo un passaggio/ per terre asciugate dal sole.  Le 58 poesie della raccolta non sono sistemate nel volume secondo un ordine cronologico, l’autrice, infatti, non fa riferimento al tempo lineare: passato, presente, futuro, ma si riferisce al tempo delle emozioni, che è quello che, in vero, scandisce la nostra vita. L’importante è avere vissuto e vivere eventi, positivi o negativi che siano, che ci permettano di provare emozioni e aggiungere nuove tessere al mosaico della nostra storia personale, per raggiungere quella consapevolezza che ci fa vivere la vita in pienezza. Il messaggio poetico di Myriam De Luca è, dunque, un invito a conoscere sé stessi attraverso l’esistere, inteso come exsistere, essere fuori da… cioè andare “oltre”. Scrive Massimo Recalcati nel suo saggio “Ritratti del desiderio”, citando Lacan, “bisogna sospendere le certezze, rompere ogni forma precostituita del sapere, riavviare la ricerca, mantenere viva la tensione verso il non ancora detto, il non ancora visto, il non ancora conosciuto”.  La poetessa si dà con coraggio questa possibilità e scrive Sguardi rivelatori/ abbracciano l’ignoto/ Menti lavorano/ in continuo divenire/ oltre la somma delle parti. Questi versi presenti nella poesia Futuro hanno il loro incipit nelle parole iniziali Chissà cosa c’è là in fondo/ e testimoniano una profonda curiosità, non solo intellettuale ma anche e soprattutto emozionale, della De Luca. E’ il desiderio di trovare un equilibrio funzionale al bisogno di esserci ed esserci in modo autentico.  Curiosa rubo forme al mondo/, forme che calzano la grande sensibilità dell’autrice e trovano perfetta sintesi nella forma della poesia che si realizza nella parola poetica. Tommaso Romano, nella prefazione alla raccolta, scrive “Eccellente e maiuscola architettura che trova la sua ragione proprio nella parola che si fa verso e che si misura con uno stile sempre più inconfondibile verso l’approdo consapevole di un mistero, che diventa metamorfosi di conoscenza…”. L’ispirazione poetica di Myriam De Luca è forza che svela la sua essenza, è centro riequilibratore che dà armonia alla sua esistenza nel rispetto dell’altro, ma anche e soprattutto nel rispetto di sé stessa. Un  percorso segnato dall’amore, amore che diventa Invisibile Nutrimento, leitmotiv di tutta la sua composizione poetica. Versi di ampio respiro e di decisa musicalità, che nella struttura del verso libero e nell’uso appropriato della metafora trovano la loro esatta collocazione e offrono al lettore attraverso il susseguirsi di una infinità di sensazioni una “geografia di emozioni e di impulsi, di voci e di immagini”. Elemento vivificatore della Poiesis di Myriam De Luca è, ancora, la profonda relazione con l’universo tutto, è la capacità di interiorizzare le manifestazioni della natura e ritornarle al lettore come trascendenza salvifica del reale “Nella foresta dei violini/ io cerco musica per l’anima/Tutto vive e tutto ha occhi/ Odo tra gli abeti rossi/ il nugolo degli uccelli/ il leggero bisbigliare/delle foglie. Infatti, è la stessa natura, spesso, a sanare le disarmonie interiori dell’autrice Vibrante e potente/ è lo scorrere della vita/ nella terra, nell’acqua, nell’aria/ Rinasco nella luce/ che si posa sulle pietre/ vive d’argento/ nei sensi assetati di incanto/. La narrazione poetica di Myriam De Luca è un lungo e affascinante racconto pieno di accadimenti e di sentimenti autentici e ci concede l’intimità della scrittura diaristica  Apro gli occhi e sono già una donna/ cresciuta troppo in fretta/ Non ci sono castelli né cavalli bianchi/. E’ il difficile, ma non impossibile, cammino che conduce alla bellezza del riconoscimento della propria unicità. Nella grigia ordinarietà/ coltivo la mia rosa/ la curo, la proteggo/ con pazienza, senza fretta/. Tutta la raccolta conduce ad “un prendersi cura” di sé stessi, delle proprie tristezze, ma anche delle proprie gioie, una specie di riscrittura della propria vita, per ritrovare oltre lo “scrosciante e rovinoso flusso della storia…il gioco di una speranza”.                                                                                                                

 

 

 

 

 

 

 

 

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