Profili da Medaglia/34- " Marco Tangheroni" di Tommaso Romano

Nato a Pisa nel 1946, vi morì nel 2004.
Storico medioevalista. Laureatosi a Cagliari e Cattedratico di Storia Medievale nelle Università di Pisa, Barcellona, Cagliari e Sassari, fu autore di numerosi saggi accademici e divulgativi.
Fra i più prestigiosi esponenti dell’area cattolica e tradizionalista italiana, esponente di “Alleanza Cattolica” e redattore della rivista “Cristianità”, fu anche relatore agl’incontri romani organizzati da Giovanni Volpe e Consigliere comunale a Pisa del MSI-DN. Collaborò a vari quotidiani, come “Avvenire”, “Il Messagero Veneto”, “L’Unione Sarda”, “Secolo d’Italia”, “Il Tirreno”, e ai mensili “Jesus” e “Percorsi”; inoltre curò l’edizione italiana di autori come il moralista francese Gustave Thibon, Jacques Heers, San Luigi Maria Grignion de Montfort. Venne insignito dell’Ordine del Cherubino dall’Università di Pisa.
A seguire, alcune sue pubblicazioni. Gli Alliata: una famiglia pisana nel Medioevo, Padova (1969); Politica, commercio, agricoltura a Pisa nel Trecento, Pisa (1973 e 2002); Aspetti del commercio dei cereali nei paesi della Corona d’Aragona. 1, La Sardegna, Cagliari (1981); Sardegna mediterranea, Roma (1983); La città dell’argento. Iglesias dalle origini alla fine del Medioevo, Liguori, Napoli, (1985); Medioevo Tirrenico. Sardegna, Toscana e Pisa (1992); Commercio e navigazione nel Medioevo, Laterza, Roma-Bari, (1996); Della Storia. In margine ad aforismi di Nicolás Gómez Davila, Sugarco, Milano (2008); Cristianità, modernità, Rivoluzione, Sugarco, Milano, (2009).
La limpida, adamantina e veramente cristiana figura di Marco Tangheroni ha non poco inciso in me e sulla mia giovanile formazione, restandomi indelebile il suo sereno magistero di storico e l’esempio di uomo che, pur afflitto da problemi di salute (fu in dialisi per anni), seppe stoicamente affrontare il dolore quasi fino all’eroismo della donazione.
Nel Seminario di Studi medievali e Moderni della Fondazione Gioacchino Volpe, che si svolse nel 1973 fra Sant’Arcangelo di Romagna, Monteleone e Milano Marittima, fui suo allievo in quegl’indimenticabili giorni. Miei colleghi – che voglio ricordare – furono, fra gli altri, Filippo Marotta Rizzo, Giovanni Davoli, Ugo D’Atri. L’altro direttore del corso di storia moderna era Roberto de Mattei, che diverrà anch’egli Amico e autentico paladino dell’ortodossia nella Chiesa e revisionista lucido nella ricerca storica.
La mia tesina, concordata con Tangheroni precedentemente al Seminario a Roma, si basava sull’opera di Gioacchino Volpe, Movimenti religiosi e sette ereticali nella società medievale italiana, nell’edizione del 1972, edita da Sansoni.
In quei giorni di quel corso intenso, Tangheroni ci consegnò un’indelebile lezione storica, di metodo e di necessaria contestualizzazione, nel cuore di quella luce del Medioevo (Régine Pernoud) che ancora in quegli anni era veramente coraggioso sostenere.
La serenità e pazienza di Tangheroni erano ammirevoli: correggeva, appoggiava, non dava a vedere la sua immensa cultura. La fede in Cristo e la fedeltà – sofferta, ma implacabile – alla Chiesa Cattolica erano il sigillo di una personalità ricca di autentico spessore e profondità.
Avanzai, in quella tesina scritta per il Seminario della Fondazione Volpe (che si era inaugurato andando a sentire e omaggiare un venerato Maestro come il professor Luigi Dal Pane), poi ampliata e pubblicata, una modesta ipotesi che piacque molto a Tangheroni: un filo rosso di tipo gnostico legava sette e movimenti ereticali, la svalutazione del valore del procreare. Influssi mai sopiti e anzi estesisi nella lunga stagione della modernità, che pure – nell’eterogenesi dei fini – continua nella nostra contemporaneità.
Mi suggerì, marco, di continuare a sviluppare la mia ricerca e mi diede una lista di testi italiani e stranieri da consultare. Dopo molti anni ho completato e pubblicato, partendo da quel lontano seminario, la mia ricerca, con il titolo: La radicale antitesi tra reale e artificiale. Considerazioni storiche e dottrinali sul pensiero e l’azione di Cristiani Libertari (2013).
Incontrai e restai in contatto, seppure in modo saltuario, con Marco Tangheroni. E da allora compio, ogni volta che mi occupo di storia, l’esercizio della buona memoria, proprio partendo dai suoi insegnamenti essenziali e dal suo metodo, dal suo modo inconfondibile di essere apostolo di verità e Cavaliere di Cristo, in tempo di barbarie e di apostasie.
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