Robert Poulet scrittore “male-detto” e controcorrente – di Francesco Paolo Pasanisi

Robert  Poulet
Pensatori e scrittori controcorrente nel XX secolo
 
Nel XX secolo numerosissimi furono i poeti, scrittori, saggisti, critici d’arte, aforisti, editorialisti, intellettuali, pensatori e uomini di cultura che per le loro idee vennero relegati dal pensiero ufficiale all’oblio forzato, poiché si ponevano agli antipodi del conformismo universale. Essi hanno rigettato i valori comuni della società, essendo ribelli e rivoluzionari; queste persone che appartenevano a un mondo letterario oggi non molto noto al pubblico,  sono state ripudiate dai salotti buoni poiché remavano controcorrente, quindi spesse volte in contrasto anche con gli stessi regimi che alcuni di loro avevano sostenuto ideologicamente. Tanti sono i dimenticati, molti i perseguitati, epurati, proscritti, inviati in manicomio, condannati all’ergastolo, oscurati e di conseguenza  segregati nelle nicchie costituite dagli intellettuali, loro sostenitori, che amano veramente la cultura senza se e senza ma. Queste persone di fervido pensiero e di azione vennero poste in isolamento più per le loro posizioni o orientamenti politici e quindi non si è tenuto conto di ciò che hanno prodotto dal punto di vista letterario e umanistico. Gente che ha pagato per le loro scelte, con pene di morte, carcere, suicidio, confino, campi di concentramento e processi che duravano solo poche ore ( vedi quello di Robert Brasillach, cognato di Maurice Bardèche, condannato per “crimini intellettuali”, azione giudiziaria durata solo sei ore e sentenza deliberata in venti minuti, processo conclusosi con la fucilazione dello scrittore nonostante una petizione di tantissimi intellettuali, principalmente di parte  avversa contraria a quella pena capitale, come Albert Camus, Paul Valéry, François Mauriac, Paul Claudel, Jean Cocteau … ). Quindi direi scrittori male-detti da non confondere con i  Charles Baudelaire (1821-1867), Paul Verlaine (1844-1896), Stéphane Mallarmé (1842-1898), Arthur Rimbaud (1854-1891) e Tristan Corbière (1845-1875) del secolo precedente. Comunque sia e nonostante tutto, le opere di alcuni di questi “emarginati” vengono pubblicate periodicamente in Europa e fuori dal nostro continente con successo, anche perché già i loro libri giravano abbondantemente prima degli ostracismi vari del dopoguerra.
Fra questi autori, che hanno espresso lo <Zeigeist>, si ricordano: Robert Poulet (1893-1989), Louis Ferdinand Céline (1894-1961, morto poche ore prima di Ernest Hemingway ma i giornali non riportarono l’evento), Maurice Bardèche, (1907-1998 al quale fu proibito di tenere lezioni all’università), Robert Brasillach (1909-1945), Paul Rassinier (1906-1967, comunista/socialista), Drieu La Rochelle (1893-1945), Yukio Mishima (1925-1970), Knut Hamsun (1859-1952 premio nobel per la letteratura nel 1920), Ezra Pound (1885-1972), Charles Maurras (1868-1952), Julius Evola (1898-1974), Pierre Andreu (1909-1987), René Vincent (1879-1936, illustratore), Jean d’Azémar de Fabrègues (1906-1983), Roland Laudenbach (1921-1991), René Gillouin (1881-1971), Henri Massis (1886-1970), Jean Turlais (1922-1945), François  Sentein (1920-2010), Antoine Blondin (1922-1991), Roger Nimier (1925-1962 maggior rappresentante del movimento letterario degli “Ussari” nato in opposizione all’esistenzialismo  e alla figura dell’intellettuale alla J.P. Sartre; altro rappresentante fu Félicien Marceau <1913-2012> al secolo Louis Carette), Raoul Girardet (1917-2013), Louis Salleron (1905-1995 padre del corporativismo agricolo), Jean Bernier (1894-1975), Pascal Fieschi (1908-1980), Kléber Haedens (1913-1976), Marcel Jouhandeau (1888-1979), François Mauriac (1885-1970 nella prima fase della sua vita), Paul Sérant (1922-2002), Willy de Spens (1911-1989), Georges Laederich (1898-1969), Pierre Boutang (1916-1998), J. M. Aimot (1901-1968), Emmanuel Berl (1892-1976 in parte), Giovanni Papini (1881-1956), Ardengo Soffici (1879-1964), Pierre Hubermont (1903-1989 proletario e assertore di un nuovo socialismo) ……….  
 
 
Movimenti fascisti o parafascisti in Belgio
 
Per meglio capire o conoscere lo scrittore belga Robert Poulet bisogna rammentare la situazione sociopolitica della sua nazione prima del secondo conflitto mondiale. Qui, come in tutto il mondo, si andava affermando una nuova concezione ideologica e visione del mondo in chiave nazional-rivoluzionaria in continuazione ed evoluzione in senso moderno della Rivoluzione Nazionale di stampo risorgimentale. I movimenti fascisti o parafascisti di natura antidemocratica e illiberale comparvero sullo scacchiere della nuova politica degli anni venti e trenta e in chiave movimentista abbracciarono queste concezioni che portarono poi a dei regimi autoritari in quasi tutte le nazioni europee.
In questa situazione, ( il Belgio era uscito vincitore nella prima guerra mondiale acquisendo le colonie del Ruanda-Urundi), si svilupparono ed ebbero consenso le nuove tendenze politiche e si rafforzarono grazie a questo humus post nazionalista. Diversi furono i movimenti che si ispirarono a questa nuova ideologia che si rifaceva ad un passato glorioso. Spesse volte la recente propensione cercò di superare la rivalità fra fiamminghi e valloni. Riuscendoci in parte in un primo momento ma in contrasto anche durante la breve occupazione tedesca della seconda guerra mondiale. I movimenti nacquero dall’organizzazione politica “Frontpartij” prettamente nazionalista. Da questa associazione si svilupparono tre correnti: quella mistica-politica dei Verdinaso (Vereinigung < o Verbond > Dienst <Dietsche> National-Solidaristen: sindacato unitario di ispirazione fascista, nato nel 1931), quella nazionalista e l’altra prettamente fascista di Jef François, che successe all’altro fondatore dell’associazione, Joris van Severen, che era stato ucciso nel 1944 da avversari politici. Questi aveva respinto qualsiasi collaborazione con la Germania anche se questa aveva sovvenzionato il Verdinaso nei primi anni della sua costituzione. L’ala nazionalista aderirà alla resistenza lottando il nazionalsocialismo, durante la guerra, l’ala fascista collaborerà con la Germania.
Il movimento si estese anche all’Olanda fra il 1931 e il 1941. Tutti erano convinti, fino al 1934, della rinascita della Grande Borgogna, Patria già appartenuta nel passato all’imperatore Carlo V, nato a Gand in Belgio, ( composta da Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo con la giunta eventuale delle  Fiandre francesi e della Svizzera). L’altro fondatore fu Wies Moens. Nonostante tutto il partito nelle elezioni del 1939 su posizioni corporativiste, raggiunse il 15% delle preferenze, portando in parlamento 17 deputati. Nel 1931 il Verdinaso confluì nel VNV (Vlaams Nationaal Verbon), Alleanza Nazionale Fiamminga, su posizioni separatiste. Nel 1937 darà luogo ad un patto di azione parlamentare con il più famoso “REX” (da Cristo Re), partito cattolico di estrema destra, con sezione fiamminga: <Rex Vlaanderen>. Il movimento venne fondato nel 1935 da  Léon Degrelle (1906-1994), l’anno successivo già era  forte di 12 senatori e 21 deputati al Parlamento, con l’11,5% dei voti, prese il nome di “Front Populaire de Rex”. Di natura corporativista  e di ispirazione fascista. Degrelle fu seguace fervente di Charles Maurras, ideologo agnostico e assertore di una  <monarchia tradizionale, ereditaria, antiparlamentare e decentralizzata>. ( Cfr. Ch. Maurras, “Enquiête sur la monarchie”. L’A.F. era nata nel 1899 in reazione alla massoneria, al liberalismo e in chiave antitedesca). Successivamente la Chiesa prese le distanze dai rexisti, anche dopo la condanna dell’A.F. del 1926. Infatti, nelle elezioni del 1937, il cardinale progressista Josef-Ernest van Roey, arcivescovo di Mechelen e Primate del Belgio, invitò i cattolici a non votare per il Rex, dichiarando che sarebbe stato peccato sociale e mortale, ma il movimento prese il 40% di voti in più della volta precedente.
Con l’invasione del Belgio da parte della Germania questi movimenti vennero affascinati dal nazionalsocialismo. Infatti nel 1941 venne costituita la Legion Wallonie e nel 1945 la Divisione SS Wallonie. I volontari belgi in quest’ultima raggiunsero la ragguardevole cifra di 20.000 uomini. (la 27^ divisione Lagenmark composta da fiamminghi e la 28^ divisione  Panzergrenadier da valloni; in seguito ci saranno anche  le divisioni Charlemagne, Nederland … facenti parte tutte delle Waffen SS). Altri 30.000 belgi si arruolarono nella Wehrmacht.
Altro piccolo ed ininfluente movimento filonazista fu il Parti National Economique, fondato nell’agosto 1940, da Henri de Man (1885-1956). Uomo politico, vicepresidente del partito socialista, sociologo e professore universitario a Francoforte e Bruxelles. Al governo dal 1935 al 1938 come Ministro dei Lavori Pubblici e delle Finanze, nominato anche senatore. Conosciuto per la sua opera “Il superamento del marxismo”del 1927. Direttore delle riviste “Peuple” e “Travailleur”. Alla fine della guerra venne condannato a vent’anni di reclusione per collaborazionismo. Altro gruppo filotedesco, composto da attivisti politici, fu quello di “Algemeene Schutz Scharen Vlaanderen”. (Cfr. “Daily Mail del 1 giugno 1942). Consimile era l’altra associazione comunitaria “Vlag” (Deutsche-Vlaamsgemeinschaft: Comunità d’amicizia germano-fiamminga) che chiedeva l’annessione al Reich. Nonostante tutto non mancarono i contrasti fra i simpatizzanti del nazionalsocialismo e la stessa Germania, come in tutte le nazioni alleate dell’Asse.
Gli eventi alla fine della guerra portarono ad una dura repressione legale, grazie anche alla legge speciale 123 sexies, e illegale da parte dei partigiani con l’uccisione violenta di più di mille filotedeschi: 650.000 persone vennero sottoposte giuridicamente a verifiche di collaborazionismo con il nemico e 238 furono le esecuzioni.
Robert  Poulet  (1893-1989)
Robert Poulet, scrittore, critico letterario, giornalista e noto polemista, ebbe i natali nella città di Liegi, capitale della Vallonia, il 4 settembre 1893, qui dieci anni dopo nascerà un suo celebre concittadino: Georges Simenon (1903-1989) il papà del commissario Maigret. Liegi, sulla Mosa, con l’atmosfera della Rue Léopold e con il suo provincialismo, però città ribelle ed eclettica, ha dato spunto creativo e riflessivo ad entrambi, al primo per la formazione delle sue idee, al secondo per dar luogo ai personaggi dei suoi romanzi e delle pièces teatrali. Poulet scriverà due volumi su Simenon.
Dopo gli studi presso la facoltà del Mines, ingegneria mineraria,  partecipò da volontario alla prima guerra mondiale. Cominciò a scrivere per varie testate giornalistiche e riviste: il quotidiano cattolico “Présent”, “Ecrits de Paris” e la più famosa rivista di estrema destra “Rivarol” dal nome dell’omonimo pensatore, poeta e drammaturgo controrivoluzionario (1753-1801). Poulet è stato un convinto anti illuminista e critico della Rivoluzione Francese, amante dell’ordine e delle élites culturali. Spinto quindi da un rigorismo cattolico derivato dall’influenza culturale dell’Action Française. Movimento nazionalista monarchico e cattolico fondato nel 1899 dal filosofo Henri Vaugeois (1864-1916) e dal giornalista, già intellettuale di sinistra e poi collaborazionista Maurice Pujo (1872-1955). Poulet fu poeta e romanziere, critico letterario come il celebre fratello Georges, era di natura antiegualitaria e antiborghese, rappresentante del puro cinismo filosofico, amante del dadaismo diede alle stampe il suo primo romanzo di natura surrealista “Handyi” nel 1931. Prese parte dal 1936 al 1941 al circolo culturale “Groupe du Lundi” fondato da Franz Helles ( Frédéric  van  Emenghem 1881-1972) con il proletario socialista Pierre Hubermont (Joseph Jumeau 1903-1989 passato poi al collaborazionismo). Poulet divenne presto il teorico del gruppo che il primo marzo del 1937 diede luogo al “Manifeste du Group du Lundi” (vedi Appendice). Questi si riunivano in cenacolo, in un ristorante della capitale, tutti i lunedì di inizio mese per i loro incontri culturali e letterari. Gli aderenti sancirono la fine della letteratura belga in lingua francese, facendo nascere una letteratura francese del Belgio. Rigettando ogni letteratura provinciale e regionalistica divenendo assertori del realismo magico, dando luogo così ad una visione attonita della realtà.
Collaborò ai giornali: “Vallonia”, “Nuovo Giornale”, “Voilà”, “La Légia”. Sempre su posizioni anticonformiste, da intellettuale controcorrente e da radicale di destra sostenne la differenza storica fra Sparta e Atene, la prima sostenitrice di una aristocrazia spirituale la seconda della democrazia considerata dallo scrittore come democraticismo egualitarista. Auspicava un partito autoritario e assertore del corporativismo fece parte del gruppo “Réaction”, in questo chiese il sostegno a Raymond de Becker (1912-1969), direttore de “Le Soir” il più prestigioso quotidiano del Belgio. Alla fine della guerra anche lui verrà condannato a morte per collaborazionismo intellettuale e nel 1951 inviato in esilio nella sua terra. Così Poulet si avviò verso il collaborazionismo culturale con la Germania, ricoprendo la carica di direttore politico del quotidiano “Le Nouveau Journal”. Però, per il suo acceso anticomunismo, avversò sempre il Rexismo di Léon Degrelle ritenendolo su posizioni alquanto subalterne al nazionalsocialismo. Egli era sostenitore dell’indipendenza del Belgio e della Monarchia, questa sua tesi venne ribadita sempre, anche subito dopo la guerra.
Lavorò, come lettore, per le edizioni Plon e per la casa editrice di Robert Denoël, ucciso nel 1945 da avversari politici.  Alla fine della guerra venne condannato a morte per collaborazionismo, pena che venne commutata a sei anni di prigionia.
Poulet  rivide lo scrittore Cèline, suo grande amico, tra il 1952 e il 1955. L’autore di “Casse-pipe” ritornato dall’esilio danese sembra molto affaticato. (Casse-pipe = pipa rotta deriva dal fatto che i soldati napoleonici avanzando in battaglia fumavano una pipa di terracotta, quindi quando questi venivano uccisi la pipa cadeva a terra rompendosi, divenendo così il termine metafora della morte).
Fra il 1956 e 1957 fece delle lunghe visite al grandissimo amico Louis-Ferdinand Céline che lo ricorderà in “Rigodon”. Il suo soprannome sarà “Il Céline belga”. Si recherà nella villa di Meudon, in un villino fatiscente, nella banlieu ovest di Parigi. Qui lo scrittore francese vive con i suoi cani Frieda, Yasmine, Balou, la moglie Lucette, i gatti ed il fedele pappagallo Coco (dal nome della celebre stilista Coco Chanel, anch’essa collaboratrice) che rovistava sempre tra le carte poste confusamente sulla scrivania. Poulet traccia un profilo inedito di Céline, che si mette a nudo come anarchico di destra, con lui ride, sornione e capace di allegria, parla delle sue avventure amorose, Louis-Ferdinand, dall’apparenza imprevedibile e scontroso, accenna ai suoi editori Denoël e Gallimard, che lo fece conoscere alla cultura europea, imitandoli nella voce e nella gestualità. Nel 1958 infatti uscì “Il mio amico Céline” come autobiografia di uno dei più grandi scrittori del XX secolo.
Anche Poulet sarà imprevedibile e scontroso, ma con eccessi più evidenti di Céline. Si scaglia contro il socialismo reale definendolo una “schifezza”, da cattolico reazionario contesterà aspramente la Chiesa del concilio Vaticano II con le sue aperture progressiste. Quindi, sempre critico, figura complessa, in modo sovversivo, contradditorio e anticonformista. Da intollerante e inclemente nei primi anni sessanta scrisse dei saggi autobiografici e antimodernisti che lo renderanno più famoso e che ancora oggi si pubblicano: “Contro l’amore” del 1961/62, dove critica l’erotismo e la sensualità dilaganti contrapponendogli il matrimonio e il coito considerati  cose serie, (quest’opera vinse il Prix Sain-Beuve), “Contro l’automobile” del 1963, “Contro la gioventù”  e “Contro la plebe” del 1967. Tutti rivolti contro il conformismo universale che rende l’uomo appiattito sulle abitudini borghesi. Argomento ribadito anni dopo nel “J’accuse la borgeoise” del 1978.
Robert Poulet morì in Francia il 6 ottobre 1989 a Marly-le-Roi.
 
 
 
 
APPENDICE
 
 
 
Le Manifeste du Groupe du Lundi (1937)
 
Le 1er mars 1937, est publié le Manifeste du Groupe du Lundi. Ce texte concis de six pages va être associé à un tournant dans le débat identitaire : il marquerait la fin définitive d’une « littérature belge de langue française » en tant que littérature nationale francophone et inaugurerait l’ère de « la littérature française de Belgique ».
 
Après guerre, il n’y a pas d’édition importante en Belgique ni d’institution littéraire à laquelle on puisse se référer, qu’elle statue sur la condition d’écrivain ou promeuve l’avant-garde ; l’Académie de Langue et de Littérature, qui s’est créée en 1921, consacre les traditionnelles valeurs françaises. Michaux s’exile en France ; certaines revues s’annexent idéologiquement à la France en espérant atteindre ainsi le prestige littéraire. C’est le cas de Franz Hellens et de Charles Plisnier.
 
Le groupe du Lundi est ainsi nommé parce qui rassemble des écrivains qui, entre 1936 et 1941, le premier lundi de chaque mois, se réunissent dans un restaurant bruxellois. Ces écrivains sont Franz Hellens (l’initiateur du groupe), Pierre Hubermont (écrivain prolétarien) et Robert Poulet (un des intellectuels les plus en vue de l’entre-deux guerres et qui deviendra bien vite le théoricien du groupe). Le rôle de secrétaire est assuré par Arnold de Kerckove (critique). Ils se croient l’élite littéraire du moment mais ils sont constitués de membres (élus par cooptation) représentants un ensemble assez hétérogène d’âges et de tendances socioculturelles que réunissent l’amitié et la considération (donc pas de projet littéraire bien défini). Plisnier lui-même en parle de façon quelque peu ironique : il dénomme le groupe de « Syndicat des grands hommes ». Le groupe fera l’objet de critiques et certains s’interrogeront à son propos : « Quels étaient ces gens qui prétendaient restaurer dans les lettres de ce pays, les valeurs de création et de critique ? Ces valeurs se trouvaient-elles menacées ? » Le groupe intervient donc dans le débat autour de la définition d’un modèle littéraire légitime. Il se profile comme garant et dépositaire d’une qualité littéraire et critique à rétablir en Belgique.
On distingue plusieurs parties dans le Manifeste. La première pose la question suivante : « Qu’est-ce que les Lettres belges ? » Pour le Groupe du Lundi, le concept de « littérature nationale » constitue une « erreur radicale ». De là, découle une critique d’un état d’esprit particulariste et du groupe Jeune Belgique Il est finalement « absurde de concevoir une histoire des lettres belges en dehors du cadre général des lettres françaises ». Il est toutefois important de comprendre que cette revendication est envisagée comme élément discursif, parmi d’autres, enchâssé dans le texte du Manifeste, et non comme enjeu prioritaire du groupe des signataires.
La question du régionalisme est aussi abordée. Si le régionalisme au sens large s’inspire d’un lieu déterminé pour donner naissance à des œuvres « parfaitement viables sur le plan universel », sa variante négative, le régionalisme étroit, ne peut jouer qu’un rôle d’ « exercice préparatoire, à la limite de l’art et du folklore ». Or, comme l’esthétique particulariste est érigée en idéal en Belgique, la « prédilection pour le régionalisme au sens étroit est sans contredit une des anomalies qui empêche notre littérature de revêtir l’aspect qui lui convient et de tenir la place qu’elle mérite au sein des lettres françaises. »
 
« L’art nouveau a permis à beaucoup d’entrer dans les courants européens, de dépasser les cadres étroits des frontières régionales où se complaisent tant de nos littérateurs. » (G. Linze, La vie du littérateur)
 
 Il y a jusque là une assimilation entre littérature nationale et régionalisme. Il faut en effet reconnaître que l’Académie (constituée des anciens Jeune Belgique et leurs successeurs) prône « le patriotisme et le régionalisme » et leur esthétique réaliste comme « valeurs cardinales ». En revanche, avec les Lundistes, on est face à cette volonté de rendre à la littérature « sa naturelle ambition d’universalité ». Les nouveaux modèles doivent réserver une plus large part à l’imagination, aux problèmes psychologiques et sociaux.
Par ailleurs sont aussi prises en compte les questions suivantes :
  • la condamnation du dilettantisme littéraire (et, par là, professionnalisation de la figure de l’homme de lettres),
  • réclamer une instance de consécration critique : en 1910, la revue Le Livre ouvre une consultation visant à mettre en évidence les carences de l’institution critique, notamment à travers le système des services de presse. Parmi d’autres membres du personnel interrogé, Franz Hellens se montre déjà insatisfait de l’activité des critiques nationaux, peu professionnalisés et trop enclins à signaler exclusivement les productions françaises ;
 
Petit à petit, les Lundistes entreront à l’Académie (Plisnier en 1937, Gevers en 1938, Thiry en 1939, etc.). Avec le passage du temps et la succession d’une génération à l’autre, les remous autour du régionalisme disparaîtront graduellement. Dans les années suivant le Manifeste, Robert Poulet surtout poursuit son opposition à ce qu’il appelle alors le « réalisme social », qu’il considère comme asservi à la cause prolétarienne. Cette opposition est liée au glissement idéologique de l’écrivain, qui finit par soutenir les projets fascistes.
En 1958, Marcel Thiry, dans l’entreprise de Hanse et Charlier (L’Histoire illustrée des lettres françaises de Belgique), dit que les Lundistes sont devenus les représentants de « la génération contemporaine » qui, « en condamnant le régionalisme », voulaient « proposer une orientation nouvelle ».
 
Ce manifeste est signé par vingt et un écrivains dont ,entre autres, Marie Gevers, Charles Plisnier, Pierre Hubermont, Robert Poulet, Marcel Thiry, René Verboom, Robert Vivier, Michel de Ghelderode, Eric de Hauleville, Franz Hellens (le nouveau « maréchal des lettres belges »). La signature individuelle rompt avec le « nous » d’une signature au nom du collectif, propre au genre du manifeste.
 
 
 
 
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P.R., “Ce n’est pas une vie”, Paris, Denoël, [texte imprimé], 86 Ligugé impr. Aubin, 1976 (14 aprile)
P.R., “Dis-moi qui te hante”, Paris, Nouvelles Ed. latines, 61-L’Aigle, impr. R. Boudet, 1977
P.R., “Poème de la mort de Dieu”, [texte imprimé], Liège, P. Allberts, 1978
P.R., “J’accuse la bourgeoisie”, [Paris],Copernic, [texte imprimé], 63-Marsat impr. des Editions la Source d’or, 1978 (1 gennaio)
P.R., “La Conjecture: mémoires apocryphes”, Paris, La Table Rond, 27 Mesnil-sur-l’Estrée, impr. Firmin-Didot, 1980/1981 (1 gennaio)
P.R., “Peélude à l’Apocalypse”, Lausanne/Paris, l’Âge d’homme, [Centre de  diffusion de l’édition], 33 Artigue-près-Bordeaux, impr. Delmas, 1981
P.R., “La Conjecture: Mémoires apocryphes”, La table ronde, 1981 (22 gennaio)
P.R., “Contre l’amour”, Paris, Denoël, 1981 (29 dic.)
P.R., “Contre la plèbe”, Paris. Denoël, 1981 (29 dic.)
P.R., “Contre la Jeunesse”, Paris, Denoël, 1981 (29 dic.)
P.R., “La porteuse de thé”, [texte imprimé], Liège, P. Aelbert, 1981
P.R., “Flèches du Parthe”, [texte imprimé], Liège, P. Aelbert, 1981
P.R., “Robert Denoël ou L’édition à qui perd gagne”, [texte imprimé], Liège, Editions nationales, 1981
P.R., “Pierre Louys personage balzacien”, [texte imprimé], Liège P. Aelbert, 1982
P.R., “Le Caléidoscope: Trente-neuf portraits d’écrivains: (suivi de) Flèches du Parthe”, Collection Contemporains, [Paris]-[diffusion C.D.E.], Lausanne, l’Âge d’homme impr., 25 Levier Franche-Compté impr.,1982 (1 gennaio)
P.R., “Quatre poèmes classiques”, [Masle], Edition Pan, 16-Mansle impr. J. Joulé, 1984
P.R., “L’Homme qui n’avait pas compris”, [texte imprimé], Bruxelles, Didier Hatier, 1988
P.R., “Où l’on voit poindre un faux Bardamu, [texte imprimé], [S.I.], VanBagaden, 1988
P.R., “Prelude à l’Apocalypse”, l’Âge d’Homme, 1990 (19 febbraio)
Chevalier Aude, “L’écriture de l’histoire entre les deux guerres mondiales: le cas de Robert Poulet, 1993
Rimeize Jean, “Rober Poulet”, [texte imprimé], Saint-Marcel-par-Argenton, Bergeron, 1996
P.R., “L’homme qui n’avait pas compris”, M. Didier Hatier, 2000 (1 gennaio)
P.R., “Adieu au fascisme”, Institut d’histoire des identités nationale et regional, 2002 (1 gennaio)
Delaunais Jean-Marie, “Dans la mêlée du XXe siècle: Robert Poulet, le corps étranger”. Erpe: Ed. De Krjger, DL,  2003
Aron Paul-Vanderplen-Diagre Cécile, “Verités et mensonges de la collaboration: trois écrivains racontent <leur> guerre (Raymond De Becker, Félicien Marceau, Robert Poulet)”, Loveral [Belgique]: Ed. Labor, coll. Quartier libre, impr., 2006
Delaunois Jean-Marie, “Robert Poulet”, <Coll. Qui Suis-Je?>, Paris, 2007
Delaunois Jean-Marie, “Nouvelle Biographie nationale, t. IX, Paris, 2007
Delaunois Jean-Marie, “Poulet Robert”, Grez-sur-Loing, Pardès, 2008
P.R., “Il mio amico Céline”, a cura di Massimo Raffelli, Roma, Elliot, Stampa Isola del Liri (Fr), 2011
P.R., “Contro l’amore”, [ a cura di G. Zastrow ], Castelvecchi, 2012 (30 maggio)
P.R., “Handji: roman” postface de Benoît Denis, [Bruxelles], Les impressions nouvelles, imp. (Espace Nord impr.Paris Impr. Pulsio), 2013
P.R., “Handji”, Espace Nord, 2014 (7 gennaio)
P.R., “Il mio amico Céline”, a cura di Massimo Raffaelli, Castelvecchi, 2015 (31 maggio)
P.R., “Contro la plebe”, Medusa, Prefazione di Armando Torno, [ traduzione di Luigi Emery ], Viserba di Rimini, 2016
P.R., “Handji: roman”, postface de Benoît Denis, [Bruxelles], Les impressions nouvelle, 2016
P.R., “Contro la gioventù”, (Prefazione di Luigi Mascheroni-Traduzione Luigi Emery), Oaks Editrice, 2018
P.R., “Les tenebres”, Edito da Plon (riédition numérique Feni XX), 2019 (4 marzo)
P.R., “Le livre de quelques-uns”, Plon, (riédition numérique Feni XX), 2019 (7 marzo)
P.R., “L’enfer-ciel: journal d’un condamné à mort”, Edito da Plon, riédition numérique Feni XX,2020
 
PREFAZIONI
 
Dubois Humbert, (1903-1965), “La neige et les blés, poèmes”, Preface de Robert Poulet, [texte imprimé], Bruxelles, les Cahiers du journal des poètes, Paris, P. Magné, 1937 (31 agosto)
“Les possédés … [texte imprimé],  [Paris]: les Amis du Club du livre du mois et de la Bibliothèque mondiale, DL, 1960
Cèline L.F., “Le pont de Londres: Guignol’s band II”, Paris,Gallinard, 1964 e 1972
Pierre Aelberts (1899-1983): [texte imprimé], éditeur d’art et bibliophile éclectique: avec le catalogue complet de son oeuvre et de nombreuses illustrations … Anhél (Belgique), Dismas, 1990
Dostoevskij Fedor Mihailovič (1821-1881), Angie Brond, 1990 (31 agosto)
 
MANOSCRITTI
 
Lettere di Robert Poulet a vari destinatari
Lettera a Max Jacob del 10 maggio 1934, Biblioteca letteraria Jaques Doucet
Lettera da S. Germain en-Loye del 18 marzo 1956, Università della Costa Azzurra
Quattro lettere all’Istituto di Francia (1963-1965), Archivio Michel Déon
Lettera a Emile Cioran da Marly-le-Roi del 18 marzo 1974, Biblioteca letteraria Jaques Doucet
 
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