Tommaso Romano, "L'Apocalisse e la gloria" (Spiritualità & Letteratura - Thule)

di Ester Monachino

 

 
 
Ben conosciamo le altitudini di scrittura poetica e saggistica di Tommaso Romano e anche, maggiormente, la sua rettitudine etica, la forza interiore, la capacità di giungere negli strati più intimi dell’anima facendosi, pertanto, faro di pensiero e degnissima voce da ascoltare.
 Le riflessioni di Romano nel saggio “L’apocalisse e la gloria”, pubblicato in “Spiritualità e Letteratura” (numero 88 gennaio-aprile 2016 anno XXX), più che mai in questi nostri giorni complessi e tormentati, si fanno “semi di meditazioni”, come leggiamo nella Premessa. Riproponendo il saggio sui social, è chiaro l’intento dello scrittore che urge esaminare la questione al tempo presente e con i sentimenti e la visione umana del nostri giorni; certamente proponendo una visione non soltanto religiosa o economica o geopolitica ma un tutt’uno integrante e ponendo sempre in primo piano  un uomo non soltanto di carne e ossa ma di corpo e anima.
I vari capitoli in cui è strutturato il saggio sono già un’indicazione di percorso: “Salvaguardarsi nella nuova Babilonia”, “Ritrovare il fondamento”, “Il tempo apocalittico”, “Credere oltre le infedeltà”, “Ritornare al senso dell’anima”, “Coscienza e Conoscenza”, “Modernità come dissoluzione e contemplazione”, “Il diritto e i diritti”, “Scegliere la nobiltà dello Spirito”, “Identità e logica della modernità”, “Scegliere di salvarsi”.
Senza alcun dubbio  ogni individuo ha il proprio modo di pensare e un proprio sistema di valori che ne determina le scelte nella vita  ma una maggiore conoscenza e consapevolezza renderanno più elevata ed equilibrata la risposta etica rendendolo  non più  esclusivamente e limitatamente terrestre ma essere cosmico, ovvero meno attanagliato da paure e tristezze e capace, con più largo respiro, di affrontare l’affannoso cammino, le inerzie, le tenebrose malattie,  i vuoti esistenziali e le miopie nei confronti di nuove o rinnovate visioni.
Un uomo che possa inserirsi più armoniosamente nell’Universo, nelle sue meraviglie, che non si autoconsumi “rifiutando il principio creaturale divino e l’ordine naturale, l’essenza vitale, la sorgente che non sa più trascendersi nell’Oltre” (pag. 2).
La visione globale del mondo di oggi, non più una visione della piccola valle, del piccolo borgo di una volta, auspica una maggiore presa di coscienza, la consapevolezza che ciascuno  -in piena libertà-  ha potere decisionale nelle proprie scelte in uguale misura alla responsabilità di tali scelte senza la dimenticanza che “il cosmo non è una concessione data, ma una conquista di totalità” (pag. 13).
Ritornare al senso dell’Anima è input primario in questo studio di Romano. Qui, nel profondo, è il luogo dove vengono risarcite le ferite, dove vengono risanate le contraddizioni e benedette le limitazioni se si fanno lievito di ascensioni interiori, capacità di comprensione e di amore per le creature. L’Anima non è dell’antichità o della modernità. L’Anima è nella circolarità della dimensione atemporale ed eterna: in questa profonda visuale va perennemente situata.
Così l’uomo potrà essere Profeta “in una palingenesi interiore verso un fine soprannaturale, /…/alba di salvezza nel cosmo” (pag. 14).
Profondamente grati a Tommaso Romano per queste pagine d’inestinguibile bellezza, perché con grazia e profondità sa farci ascoltare l’infinito sussurro di ogni cosa.
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