Tommaso Romano, "Oltre il sopravvivere" (CulturelitEdizioni)
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- Category: Scritture
- Creato: 05 Aprile 2020
- Scritto da Redazione Culturelite
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di Vito Mauro
Tommaso Romano è come un vulcano imprevedibile, oltre ai saggi filosofici, alle biografie, alle poesie, dopo Tempo dorato. Raccontare e raccontarsi, edizioni Qanat, riesce a sorprenderci tornando al romanzo breve, un volume di piccola dimensione, ma con una storia di una grande amicizia e del confine, non definibile, con l’amore, Oltre il sopravvivere. La storia singolare di Marco e Maria Selene, edizioni culturelite.com.
Un libro emozionante che racconta di un’indimenticabile amicizia, che in fondo esiste anche per chi non ci crede. Parla dei rapporti di coppia che inevitabilmente si spezzano di fronte ai veri sentimenti al punto di farci smettere di vedere e di ascoltare, attraverso un testo intenso, rapido di straordinario equilibrio.
Le pagine entusiasmanti di questo testo sommesso, a tratti cinematografiche, sono quelle in cui lo scrittore descrive i personaggi femminili che suscitano brucianti passioni, nel senso che le parole, grazie alla spiccata comunicabilità dell’Autore, diventano immagini.
Una prosa illuminata da intensa grazia, che non lesina sorprese e tanta poesia nella costernazione del protagonista schiacciato dal peso di un’incolmabile “sostanziale solitudine”, da “illusioni ritornanti, … incapace di sentire il volo di una farfalla rossa,” fino “alla ricerca di un senso da scavare, come fra il filo spinato di un campo di sterminio o di un gulag.”
Un’opera notevole costellata di perle, come con un rimando letterario di grande fascino riprende le riflessioni sul concetto di “amore” e “innamoramento” dallo stupendo saggio di Francesco Alberoni facendoci provare empatia per i protagonisti, oppure l’assordante urlo di Cesare Pavese nella toccante Lettera a Pierina e ancora un’incomparabile poesia di Alda Merini, solo per citarne alcune.
In virtù della sua padronanza dello stile limpido sembra voler dimostrare al lettore come si possa scrivere della morte mettendo al bando ogni infingimento, con la consapevolezza di saperla parte intrinseca alla vita stessa e come tale da affrontare con rispetto e dignità.
Con un linguaggio chiaro ed essenziale pieno di profondità fin dall’impegnativo titolo Oltre il sopravvivere l’Autore ci invoglia alla lettura, tra sprazzi di felicità e cupezza della morte, ricca di spunti di riflessione come: “Le cicatrici restano comunque”, oppure “l’amicizia non può giustamente avere una pretesa di esclusività”, mentre si “dissipa … in ripetitivi schemi preordinati.”
Convinti che quando si scrive un romanzo c’è sempre qualcosa di biografico in ogni personaggio, l’evidente autobiografia che si coglie nel testo potrebbero essere le condivisioni storiche citate, le acute voglie collezionistiche, l’elenco d’immortali filosofi, scrittori, artisti, poeti e personaggi noti all’Autore, che rendono il contenuto di grande erudizione e danno l’impressione di essere una libreria con consigli di lettura e il comune parere dell’uso spesso improprio di termini anglosassoni “con orrendo violentare la lingua patria”.
La sua prosa accurata e l’orchestrazione singolare della trama lo rendono un testo “che richiede di essere letto una seconda volta” come afferma Franco Lo Piparo nell’essenziale e sapiente Nota introduttiva, inoltre, non si può non far caso all’opera di Ilaria Caputo, opportunamente intercalata nel punto clou di svolta della trama, che rappresenta la corpulenta dea Selene seduta su un masso, “una bella donna con il viso pallido, bianche vesti fluide o argentate,” con l’aria mesta e pensosa, come a riflettere della condizione umana, del suo lato oscuro, dell’antitesi tra amore fisico e mentale e dell’eterno oscillare tra la vita e la morte.
Una bella storia appassionante e drammatica, commovente e coraggiosa il cui stile snello e sicuro, anche dei momenti dolorosi, si rivela un fattore decisivo che ne esalta la delicatezza che si può sintetizzare con un aforisma del più volte citato Gabriele D’Annunzio “La tristezza è in fondo ad ogni felicità.”
A fine lettura chiudendo il libro non può sfuggire di attentamente osservare la paziente opera di grafite su carta di Giuseppe Alletto che raffigura l’Autore, in un chiaroscuro in cui si accende un profilo bianco accecante che ci consegna un’immagine tridimensionale esplicita.