“A Montevergine la mostra “Fede e devozione nell’arte minore dimenticata” con tesori di culto recuperati dai Carabinieri” di Giuseppe Massari

Tesori di culto, oggetti liturgici espressione dell’arte minore dimenticata, che sono state trafugate e nel corso degli anni, dopo minuziose ricerche, a volte anche senza riscontro di relative denunce,  recuperate. Sono 130 le opere di natura liturgica: reliquiari, ostensori, calici, crocifissi…, in mostra nel salone del Capitolo dell’abbazia di Montevergine (Avellino). Sono beni recuperati nel corso dell’operazione denominata “Start-Up”, condotta dai Carabinieri TPC di Napoli, coordinata dalla Procura di Isernia, finalizzata allo smantellamento di un sodalizio criminale, operante in varie regioni italiane, dedito al furto ed al traffico illecito di beni culturali di natura ecclesiastica. L’esposizione, dal titolo “Fede e devozione nell’arte minore dimenticata”, inaugurata alla presenza dell’abate di Montevergine Riccardo Luca Guariglia, del Procuratore della Repubblica di Isernia, Dottor Paolo Albano, del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc), Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, del Prefetto di Avellino, Maria Tirone e del direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI, don Valerio Pennasso, è la prima nel suo genere e raccoglie, tutto ciò che i Carabinieri sono riusciti a recuperare. La mostra, non sarà solo occasione per far conoscere questi pregevoli tesori artistici, ma darà anche la possibilità di scoprire da dove sono stati trafugati, così da restituirli ai legittimi proprietari. Si tratta infatti di manufatti di cui ancora oggi non si conosce la provenienza. Per questi motivi, è una mostra di cui non si conoscono i termini legati alla loro conclusione. Anzi, lo scopo importante, principale essenziale, soprattutto per gli investigatori, che continueranno le loro operazioni di indagini, è “smantellare” la mostra quando ci saranno tutte le condizioni per far rientrare ai legittimi proprietari il maltolto. Uno scrigno all’interno di un altro scrigno”., ha definito la mostra il padre Abate di Montevergine.  Il Procuratore della Repubblica di Isernia si è detto emozionato per come è iniziata e proseguita l’operazione, nata proprio da un piccolo furto di oggetti di culto in una chiesa di un paesino vicino Isernia. L’indagine si è allargata poi sul tutto il territorio nazionale e le perquisizioni effettuate in ben due anni hanno permesso ai Carabinieri di recuperare un vero e proprio tesoro dal valore immenso. Da ricordare una pala d’altare rubata in Belgio 30 anni fa. L’importanza e il valore di tali opere è stato sottolineato anche dal Generale Fabrizio Parrulli: “Oggetti dell’arte minore, ma molto belli ed importanti e con un grande valore dal punto di vista religioso. Verranno custoditi nel Santuario di Montevergine e mostrati al pubblico, tra questi ci sono ostensori risalenti anche al XV secolo e calici di grande valore storico. Questa mostra è stata allestita anche per dare possibilità di individuare i proprietari legittimi di queste opere che devono continuare a vivere e non solo essere esposte”.Il Prefetto di Avellino  ha ringraziato i Carabinieri per “l’elevatissima qualificazione che hanno raggiunto recuperando opere d’arte in tutto il mondo. La conservazione del patrimonio artistico, ha poi aggiuntonon ha solo valore economico, ma soprattutto storico e culturale e bisogna investire sempre più nella cultura di un territorio. Questa iniziativa avvicina il cittadino alla bellezza delle opere d’arte, anche quelle di minore importanza ma comunque di grande fascino. Creando, così, ulteriore conoscenza”. La mostra temporanea, sarà aperta al pubblico dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17 (dal lunedì al venerdì), mentre sabato e domenica l’apertura sarà fino alle 18.

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