“Il segreto della città medievale” di Ciro Lomonte

Mi si chiede un intervento che rischierebbe di essere descrittivo di fenomeni dolorosi. Un po’ come la famosa serie televisiva del momento, Adolescence, peraltro ambientata in ambienti urbanistici di una certa qualità, nello Yorkshire. In quel caso vengono accuratamente presentati degli adulti incapaci di capire e tanto meno di educare gli adolescenti, senza spiegarne le ragioni. Oppure potremmo rilevare la triste realtà di avere contemporaneamente le città storiche più belle del mondo e le città moderne (e le periferie) più brutte del mondo. Oppure ancora potremmo stigmatizzare la gentrificazione, l’abbandono dei centri storici da parte degli abitanti, degli artigiani, dei commercianti che li hanno resi belli, per consegnarli ai nuovi ricchi. Oppure infine potremmo lamentarci del turismo mutandaro (espressione coniata con acribia chirurgica da Vicky Alliata, la prima traduttrice de Il Signore degli Anelli), il turismo di massa che devasta i luoghi d’arte come se fossero oggetti di consumo usa e getta. Qui invece ritengo molto più efficace sforzarci di esaminare le radici di quelle meraviglie che sono i centri storici, per comprendere il “segreto” più essenziale della bellezza della città medievale.

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