Nota critica di Tommaso Romano a "Divenendo terra e mare. Paesaggi dell'anima, opere 2001 - 2022" di Daniela Gargano

 

 

Il bello è soprattutto nella vista - dice Plotino - e Daniela Gargano ha fatto propria questa affermazione nella dimensione della cosmovisione del viaggio ideale e reale, da intendersi in lei con gnosi, esperienza soggettiva dei luoghi, delle persone ma, soprattutto, della profondità connotative che ella assegna a ciò che sceglie di rappresentare in piena libertà e autonomia.

La vista diventa, così, il tramite di una riscoperta della originarietà, delle qualità nascoste del vivere e dell'indagare, del senso del poter essere - dell’esserci come insegna Heidegger - oltre la raffigurazione e mai, esclusivamente, a favore del cartolinesco ripetitivo.
C’è in Daniela Gargano una liricità soffusa che si snoda su piani compositivi come un pentagramma nella combinazione di forme e di cromaticità inconfondibili che si mischiano al sogno, al suo sogno, degli sguardi, del cogliere del sapere cogliere gli attimi della metànoia, giungendo al cuore di una passione imperitura che si fonda sullo stupore, per la meraviglia della natura, di un volto o di un paesaggio, di una atmosfera colta nella essenzialità e, tuttavia, in un fare concertante, perché - ancora ricordando Plotino - ogni rapporto immediato con l’anima è bello e perché, continua il grande pensatore “forse tutte le cose sono belle di una sola e medesima bellezza”.
La pittura della Gargano è solare, senza artifici retorici, entra e trasfigura il reale evitando l’incomunicabilità delle forme, fissa con acribia e non concede trasgressioni sterili.
Il viaggio della Gargano è, soprattutto, entronautico, anche se, all’apparenza dei superficiali, può sembrare gloriosa raffigurazione, ornamento gradevole. La solarità, infatti, è la luce che illumina l’anima a dispetto delle sciagure, della violenza, del capovolgimento anche semantico del nostro tempo sciagurato.
Il linguaggio compositivo è così teso, in Daniela Gargano, verso una armonia possibile, amabile comunicazione efficace, un balsamo all’indistinzione, al volgere che è dolore, alla metamorfosi della sciatteria elevata come emblema.
Fra le espressioni più alte del proprio stare in autonomia rispetto alle mode, la pittura splendente di Daniela Gargano propone, a chi sa intendere, un ritmo di autenticità ed un passaggio necessario all’interiorità che si manifesta senza albagia, oltre le strettoie del moderno inteso come distruzione nichilistica della Tradizione che è, invece, consegna nova et vetera.
 
 
 
 
 
 
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