Antonino Schiera, “Berenice" (Ed. Thule) - di Roberta Strano

Il filo invisibile del destino

 
Berenice è l'ultima opera pubblicata dal poeta e scrittore Antonino Schiera, edita dalla prestigiosa Thule Edizioni. Un racconto che a ogni capitolo, e sono 12, tocca le corde più profonde dell'animo, intrecciando con maestria le vicende personali dei personaggi, con gli eventi storici più tragici del XX secolo. L'opera, incentrata sulla figura di Berenice, una donna ebrea, ci immerge nell'orrore della Notte dei Cristalli, e precisamente ci riporta alla notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, quando Hitler inizia la fase più violenta della persecuzione antisemita, facendo bruciare centinaia di sinagoghe e di case ebraiche in numerose città tedesche. Un evento che segnerà indelebilmente la vita della protagonista e non solo!
L'autore, con grande sensibilità, descrive l'amore di Berenice per la sua famiglia: David, il marito e Amos, il figlio. Berenice ha paura di perdere David, segnato dal trauma della Shoah. David ha perso nel campo di concentramento di Bergen Belsen l'amata madre, che vuole vendicare a ogni costo. La vicenda personale di David introduce un'altra dimensione al racconto: quella della ricerca della giustizia e della difficoltà di superare il dolore.
La storia d'amore tra Berenice e David, pur intensa e appassionata, è destinata a scontrarsi con le ferite del passato. La decisione di David di dedicarsi alla caccia ai nazisti allontana la coppia, sottolineando l'impatto devastante che la Shoah ha avuto sulle generazioni successive...
¨Il colore della sua vita tendeva sempre più al grigio fumo di una delle tante domeniche invernali, quando sola volgeva il suo sguardo oltre le finestre di casa, cercando oltre i vetri un barlume di felicità. Il silenzio della campagna circostante era interrotto dal gracchiare di qualche corvo in ritardo nel suo emigrare verso sud e dal rombo degli aerei che atterravano e decollavano dal vicino aeroporto. “Chissà dove ti trovi” - pensava Berenice in quei momenti, mentre una lacrima spesso le scendeva sulle gote.ʺ
La scrittura, fluida e coinvolgente, rende il racconto appassionante e difficile da abbandonare.
Quasi drammatica, potremmo definirla, la scena in cui Berenice sogna il suo David, e che al lettore in prima battuta potrebbe sembrare un reale “ritrovarsi” tra i due.
¨Ma quello era un giorno diverso dagli altri, David dormiva accanto a lei e avevano in programma una giornata tutta per loro. David l’aveva chiamata al telefono per dirle che quel fine settimana sarebbe stato libero da impegni di lavoro e che sarebbe subito tornato a casa.
Rigirandosi sul letto sentì il calore di David e pian piano ricordò che quel giorno poteva e doveva sentirsi felice. Amos dormiva profondamente, decise di svegliare David, il suo viso era disteso e sereno, gli occhi semichiusi lasciavano intravedere la possibilità di una profonda esplorazione nel suo mondo. Si amarono con passione, come non succedeva da tempo. Berenice si addormentò profondamente era rilassata e si sentiva felice, ma come grigie nubi all’orizzonte si palesarono nella sua mente domande che la turbavano, ma alle quali non sapeva dare risposte.
Il risveglio le rivelò qualcosa di spiacevole. Guardò l’orologio per l’ennesima volta come spesso le capitava nel terrore di non alzarsi per tempo. Capì che l’aurora non l’aveva colta in un momento d’amore con David, in realtà era sola, era entrata in un sogno che, una volta svanito, aveva assunto un gusto molto amaro... ”
Un porto sicuro è per lei il figlio Amos, un ragazzo, legato profondamente alla mamma e che detesta vederla soffrire, rendendolo triste e taciturno. Ma Berenice, nonostante i suoi 50 anni è ancora una donna avvenente, che crede ancora nell'amore, nell'amore reale.
Il testo si conclude con un vero colpo di scena e che qui, per ovvi motivi, non sarà svelato ma che è davvero emozionante. Sarà dato solo sapere che Berenice, questa donna tenace e bellissima, avrà una meritata svolta nella sua vita, una rinascita, un tentativo di ricominciare a vivere dopo aver affrontato l'inferno. È un finale che lascia il lettore con un senso di amara dolcezza, consapevole che le ferite del passato non si possono completamente sanare, ma che l'amore può offrire una nuova prospettiva.
Berenice è un racconto che commuove e fa riflettere, un monito a non dimenticare le atrocità del passato e a continuare a lottare per un futuro di pace e giustizia. L'autore ha saputo descrivere in modo vivido e realistico le conseguenze della Shoah, rendendo il lettore partecipe delle sofferenze dei protagonisti. I personaggi sono ben delineati e credibili, ognuno con le proprie fragilità e le proprie forze. L'amore, in tutte le sue sfaccettature, è il filo conduttore del racconto, dimostrando come possa essere un potente strumento di salvezza e di rinascita. Il romanzo ci invita a riflettere sull'importanza di tramandare la memoria della Shoah alle generazioni future, per evitare che simili atrocità si ripetano. Da evidenziare in ultimo, come dal testo, emergono le tradizioni, le festività e i piatti tipici del mondo ebraico ma anche della Germania, di cui l'autore ha una reale esperienza avendoci abitato per diversi anni.
In conclusione, Berenice è un'opera che merita di essere letta e discussa. È un racconto che lascia un segno nel cuore e nella mente del lettore.
Pin It

Potrebbero interessarti

Articoli più letti

Questo sito utilizza Cookies necesari per il corretto funzionamento. Continuando la navigazione viene consentito il loro utilizzo.