CLAUDE DEBUSSY, "Crisi del sistema tonale e dissoluzione del Romanticismo" - di Gaetano Celauro

La musica non ha bisogno di intellettualismo, non vi è la necessita di capirla ma occorre solo ascoltarla.  Ma alla musica si può essere iniziati, come lo si era per le grandi correnti esoteriche che erano presenti a Parigi nel periodo in cui operò Claude Debussy.

La musica prima proveniva dalle Corti, portata successivamente all’esterno per tutto il periodo romantico in cui si è voluto costruire una cosmogonia  musicale,  un insieme di regole per regolare qualcosa che non ha aveva bisogno di regole.

Debussy era nato a Saint-Germain en Laye, il 22 agosto 1862  e morì a Parigi il 25 marzo 1918,  questo l’arco temporale in cui visse il grande compositore francese considerato l’inventore del moderno linguaggio musicale. Per collocare nel quadro storico questo grande musicista, occorre ricordare che sono questi gli anni di importanti avvenimenti, quali la “Breccia di Porta Pia” (1870) , la battaglia di Sedan (1870) con la capitolazione di Napoleone III. La Francia perde la guerra con la Prussia e nasce il potere di Bismarck, la Germania e l’Italia e  con la fine del secondo impero francese  inizia la terza Repubblica francese.

La sconfitta francese determinerà  e accentuerà l’odio e l’ostilità  dei Francesi contro il mondo e la cultura germanica e con refluenze  anche sotto l’aspetto musicale. La grande figura di Richard Wagner che dominava incontrastata nel panorama musicale, venne disconosciuta  dai francesi ;nasce una nazione francese nuova con aspetti peculiari nella cultura e nell’arte e quindi pure nella musica.

A Bayreuth , per eccellenza luogo di diffusione della cultura musicale tedesca wagneriana, non verrà suonata  più musica di compositori francesi. Vi sarà  una rinascita della cultura francese ispirandosi all’antichità originaria con lai formazione di un nuovo canone.

Si appalesa  la c.d. “risonanza” , quel fenomeno per il quale un gruppo di persone  ad un tratto, d’insieme fanno la stessa cosa, risuonano cioè pensano tutti insieme nella stessa maniera. Si assiste all’emergere di un nuovo pensiero di un insieme di persone che senza che si conoscano, danno vita ad una nuova visione della realtà.

Sino alla metà dell’Ottocento, si reputava che la realtà fosse un oggetto da osservare. Chi guarda è fuori dall’osservabile e giudica quasi fosse un Dio. Questa visione crolla con una visione di spazio e di tempo nuova in una crisi che investe tra Ottocento e Novecento tutto il mondo scientifico e troverà espressione con un nuovo sviluppo tecnologico.

 Nel campo della scienza e della Fisica in particolare, Albert Einstein con la sua teoria sulla relatività e Max Planck con la sua legge,  si collegano a questa nuova visione del reale. Adesso la natura  non la si osserva  più come un “continuum”. Si comprende  e si prescinde  dal  pregiudizio che aveva guidato il pensiero legato unicamente  all’esistenza  del tempo e dello spazio. Crollano queste  antiche concezioni non solo nella scienza ma nelle altre realtà del pensiero umano in ogni sua manifestazione come la poesia . Ed in questo contesto che si esprimono tra gli altri , poeti e scrittori di vaglia come  Stephane Mallarmè (1842-1898) e Charles Baudelaire( 1821-1867) per i quali non è importante comprendere le parole ma è sufficiente ascoltare la loro musicalità, il loro suono. Ed ancora, non si deve ricondurre il significato solo al contenuto  ma occorre capire attraverso le parole, si inoltrano dei messaggi. In questo senso è importante  il simbolismo per cui occorre guardare sotto la apparente realtà; vi è dell’altro, un indicibile,  un inesplicabile che si vuole scoprire.

Come già detto,tutto ciò avviene indipendente dalla volontà di ognuno ed in ogni campo del sapere,come se vi fosse un demiurgo che orchestra il tutto e che attraverso la risonanza mette  insieme tutte queste arti e scienze e le fa parlare all’unisono.

Nel campo della letteratura  Victor Hugo nel 1862 realizza“I Miserabili” un romanzo storico moralistico ma in cui non conta solo il giudizio di valore. Dal romanzo alla Lev Tolstoj,  ora si passa al romanzo a quello alla  Fëdor  Dostoevskij dove in “ Delitto e castigo” non si distingue più la vittima dal carnefice che appare anche vittima di se stesso.

 Nasce quindi un profondo psicologismo ed una impulsione dell’io ed in questo movimento di pensiero non può non farsi menzione di  Robert Musil (1880-1942) altro grande rappresentante del Novecento con il suo “L'uomo senza qualità”.

Nella Psicologia il Grande Sigmund Freud scopre che nessuno è padrone a casa propria. “ Io non sono io”, diceva il  grande poeta austriaco Rainer Maria Rilke (1875-1926) “chi canta dentro di me? chi piange dentro di me? Vi è io ed un altro”. Ed  ecco che allora ci si chiede il  perché nella propria azione si persevera nell’errore? La vecchia psichiatria positivista vedeva la malattia mentale come organica in cui vi è cioè qualcosa che non funziona e si cercava di riparare ma non è così.

Si scoprirà  che vi è qualcosa di diverso a partire dal caso di Anna O. (1859-1936) è il nome letterario attribuito a  Bertha  Pappernheim, celebre paziente di  Josef Breuer che fu trattata mediante l’ipnosi per diversi sintomi di isteria, finché del caso non si interessò  Sigmund  Freud, dal cui interesse derivò un importante stimolo per la nascente Psicoanalisi.  Si scoprì  al fine che era lei che voleva soffrire, ma la sofferenza serviva a dare un senso alla propria esistenza.

Nella Filosofia, non a caso Nietzsche  quasi coetaneo di Debussy si collega anch’esso a questo rinnovamento culturale. Nel campo della pittura prosegue questa risonanza umana, questo desiderio di volere vedere più chiaro . E intorno al 1866 nasce il primo Saloon Monet dove si espone Impression, soleil levantche darà il nome  all’Impressionismo, quel movimento che  si propone di cogliere la realtà attraverso una impressione ,senza intermediari. Io l’ho visto così e l’ho fissato in tal modo. Non è il realismo imitativo che vi era prima di tipo raffaellita che doveva essere perfetto. In quegli anni vi sono anche altre correnti che rifiutano l’accademismo, il c.d. manierismo.

Quando nasce un nuovo fenomeno culturale , il mondo  accademico  tende ad impadronirsene, a farlo propria e questi progressivamente va a morire ed è necessario quindi un'altra rivoluzione.

 Anche a Bayreuth, dove regna incontrastato il mito dell’eroe romantico, Sigfrido, Parsifal del grande Wagner, il compositore tedesco  si libera pian piano della tonalità. Ma le nuove idee  arrivano a Parigi, allora centro del mondo dove opera  Satie, grande amico di Debussy, molto ritirato e silenzioso ma eccelso musicista pur se suonava il pianoforte nei bar dove la musica era trattata come tappezzeria, da sottofondo.

A Parigi, dove nel 1849 svettava Tour Eiffel  emblema dell’Esposizione Universale,  il movimento assunse il carattere di una rinascita francese contro l’odiato tedesco nell’ottica di quello che fu denominato revanscismo . Quel periodo assunse anche dei caratteri esoterici con il riemergere della dottrina rosacrociana che aveva affascinato la sensibilità di Debussy.

Erik Satie, molto vicino a Debussy, era stato anch’egli influenzato da movimenti di  pensiero collegati agli antichi miti  come mostra nelle sue “Gnosserie” come titolò alcune sue composizioni in cui la musica pare avere un rapporto intenso con la “Gnosi”, la conoscenza reale delle cose poiché non si sa nulla di ciò che la natura nasconde.

La musica seppur per brevi istanti attenua e allontana lo sgomento , la sofferenza dell’esistere  come affermava Arthur  Schopenhauer ( 1788-1860) che la colloca al vertice di tutte le arti come espressione massima dell’intima essenza del mondo. Schopenhauer riteneva che solo attraverso la musica si può avere a che fare con la volontà e quindi con quel mondo più vivibile.

"La musica oltrepassa le idee, è del tutto indipendente anche dal mondo fenomenico, lo ignora, in un certo modo potrebbe continuare ad esistere anche se il mondo non esistesse più: cosa che non si può dire delle arti. La musica è infatti oggettivazione e immagine dell' intera volontà, tanto immediata quanto il mondo, anzi, quanto le idee, la cui pluralità fenomenica costituisce il mondo degli oggetti particolari.”cit Il mondo come volontà e rappresentazione”A. Schopenhauer

Il canone occidentale nasce dalla musica sacra, dal canto gregoriano. La musica prima era solo uno strumento di preghiera che metteva in contatto con Dio attraverso il canto sacro; non aveva una valenza rappresentativa o virtuosistica.

Il concetto di musica che deve  procurare piacere,  stimolare emozioni o tantomeno arrecare allegria era molto di la da venire. Peraltro una concezione siffatta di musica ridotta alla schiavitù del piacere e a procurare serenità appare anch’essa riduttiva.

Era prima bandita  qualsivoglia dissonanza sgradevole all’ascolto, come pure qualunque allegoria o sonorità che suscitasse  inquietudini di sorta. Dominava nella musica il mistero e il misticismo.

Debussy nel 1885 vince un premio che gli consentì di essere ospitato all’Accademia di Francia a Villa Medici ma viene osteggiato.  Debussy a differenza di Mozart, Beethoven…etc, non aveva in mente prima di comporre la struttura formale e poi scriveva le note. Lui vedeva la musica che gli andava incontro, era uno scopritore di musica, non un creatore.

 

 

"l'orecchio ingenuo resta teso per tutto il pezzo in attesa del 'culmine'; tutto sembra un preambolo, un preludiare che precede l'effettiva realizzazione musicale, 'l'epodo' che non arriva. L'orecchio deve orientarsi diversamente per comprendere esattamente Debussy, per intenderlo non come un processo di stasi seguite da risoluzioni, ma come vicinanze di colori e superfici"  Th.W.Adorno,Philosophie der neuen Musik, Mohr, Tübingen 1949 [ed. It. Filosofia della musica moderna, Einaudi, Torino 1975. p. 183]. .

Non vi è nella musica di Debussy un discorso, un disegno ma vi sono macchie  sonore giustapposte che si susseguono e che non portano da nessuna parte  “ la musica di Debussy non è un poema sinfonico… non vuole raccontare una storia., ci parla dell’attimo”(cit. Adorno)

Siamo lontani anni luce dal canto gregoriano che serviva a mettersi in comunicazione con la divinità. Saranno i geniali musicisti dell’800 a creare questa deformazione, inventando addirittura la figura del virtuoso, funzione extramusicale per eccellenza. Questi, grande pianista per esempio, con il suo virtuosismo disturba la musica. Si rimane estasiati da come muove bene  le dita nell’unità di tempo e, più è veloce, più lo si applaude ma non è questa la musica.

Debussy adopera la tonalità do diesis minore, già usata da Beethoven in alcune sonate. Egli si ispira al mondo della natura come Lucrezio. Per Debussy la vera autentica maestra di musica è la natura ed in particolare la sua parte femminile. Il suono è per lui la parte più importante, mentre prima per tutti i romantici era il supporto con cui raccontare una storia.

Nel periodo precedente a partire da Haydn, l’intento era quello di costringere la musica a raccontarci qualcosa. Ma la musica per sua natura non racconta nulla se non se stessa, la musica non è un linguaggio (niente è più falso) in quanto non vi è un “vocabolario” a cui corrisponde ogni suono. Ma un suono di un qualsiasi strumento diviene un mondo, diventa forma. Mentre nel linguaggio vi sono le vocali e vi è la sintassi che organizza gli elementi per produrre un discorso, un senso compiuto, un significato per arrivare da qualche parte, nella musica tutto questo non c’è.

Si associa la mucica ad un poema ma è improprio, come pure il virtuosismo di un solista in cui si assiste ad una esibizione, una sorte “sceneggiata”di un istrione anche se di indubbio valore.

Oltre il suono per Debussy è importante il timbro come ad es. quello della voce. Quando si suona uno strumento non sto solo emettendo un suono ma la natura  misteriosa si incarica di mettere insieme vari suoni definiti biarmonici.

Tutta la musica romantica ha un armonia a cui tutti tendevano. Nei Conservatori era vietato produrre un suono non armonico. Ora la sintassi viene rivoluzionata ed anche la forma. Mentre nella musica romantica l’orchestrazione, il timbro viene per ultimo, era importante il suono associato allo strumento. Per Debussy diviene fondamentale la scelta del timbro.  Adesso all’interno dell’orchestra suoneranno singolarmente gli strumenti con timbri diversi  e come il corno inglese che non è facile riconoscere.

La musica del canone occidentale segue uno schema ma non vi è solo questo schema, in oriente è diverso ( come è diversa l’arte in ogni sua espressione ) ed a questa si ispirò Debussy . Una musica che suscita emozione timore ed emozione che si deve spiegare in quanto si deve essere analitici.

Nella musica di Debussy, si esalta il timbro del singolo strumento, come l’arpa oppure il clarinetto, il flauto,oboe,fagotto,tromba, trombone, corno francese, la tuba il cui suono viene associato ad un movimento lento. Ogni strumento ha un suo timbro come una sua impronta digitale, un suono caratteristico che alcuni chiamano pure “colore” associando questi al suono.

Debussy non fa suonare gli strumenti insieme o a coppia ma li farà suonare singolarmente proprio perché deve venire fuori per ognuno il suo timbro, la sua “voce”.

Debussy introduce la scala esatonale, rivoluzionando la sintassi con sei toni intervallati dalla stessa quantità di hertz senza frequenza. Vi è il sol diesis. Un semitono che fa cambiare il linguaggio musicale.

Il notturno di Debussy è la sua opera più importante al cui interno vi sono tre movimenti, frammenti che hanno titoli che sono solo degli spunti. Uno si chiama “Nuages” che vuol dire nuvola, in cui si sente il corno inglese con una melodia che vuol rappresentare  come sia possibile fermare una nuvola esprimendo  un senso di abbandono come le nuvole che si allontanano.

Debussy, all’inizio della sua vita voleva fare il marinaio ed ebbe un rapporto elettivo con il mare. Il nostro corpo è formato per la maggior parte di molecole di acqua,un acqua che è vita,  come il corpo dei pesci e quello dei bambini che sono immersi in un elemento liquido nel ventre della madre.

La dimensione e la proporzione dell’onda del mare richiama la sezione aurea (1,6) la maggiore espressione della “perfezione” della natura  a cui vuole dare sonorità la musica di Debussy. Il  linguaggio della sua musica si ispira alla natura come fu per Lucrezio. Una natura che è qualcosa di imperscrutabile, infinitamente misteriosa

 La “Grande Ondadi Katsushika Hokusai,   posta in copertina del  poema sinfonico “La Mer,” è  uno dei quadri giapponesi più conosciuti al mondo; immortala la forza della natura,, l’immagine della sua perfezione,della sua bellezza  e profondità che non si riesce pienamente a cogliere.

 

in: Academia.edu

 

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